[Gamescom 2015] Mad Max – Hands On
Alla Gamescom 2015 abbiamo avuto modo di mettere le mani su Mad Max, nuovo titolo distribuito da Warner Bros ispirato all’ultima pellicola di George Miller, Fury Road. Chiariamo subito: non siamo dinanzi a un tie-in, perché il volto di Max non è quello di Tom Hardy, che ha vestito i panni del disgraziato eroe nell’ultimo film al cinema, e soprattutto la trama non ripercorre quanto fatto vedere in Fury Road. Gli unici aspetti che ci portano a ricollegare le realtà tra di esse risiedono nell’ambientazione e nella filosofia di gameplay, che rincorre la Valle del Silenzio come obiettivo ultimo.
Mad Max è un free roaming e come tale sposa perfettamente tutti i teoremi che appartengono al genere: le missioni sono sia principali che secondarie – tantissime queste ultime – ma potete anche passare del tempo a scorrazzare per le lande desertiche del mondo, senza alcuna meta e distruggendo, nel caso, le vetture nemiche o le torrette che possono permettervi di prendere più rapidamente possesso di un territorio. La scelta sta a voi, e la libertà farà da padrone concedendovi anche la possibilità di temporeggiare ad alta velocità. Ad accompagnarci nella nostra esperienza è Chumbucket, un meccanico desideroso di supportare la nostra avventura rivestendo i panni di factotum, una persona della quale impareremo a fidarci e ad affidargli compiti di un certo livello: riparare la vettura, colpire gli avversari, sostituirvi alla guida, sono le prime delle azioni che potrete comandare a Chum, che rimarrà fisso nella parte posteriore della vostra vettura in attesa di una comunicazione. La riparazione della vettura da egli operata è anche l’opportunità che avrete per scendere dalla macchina e percorrere a piedi la landa, senza spostarvi eccessivamente perché con la mobilità ridotta potreste essere un facile bersaglio degli avversari, pronti a investirvi o a spararvi sfruttando il vostro lento incedere.
È indubbiamente la nostra macchina il cuore nevralgico del gameplay, perché montare su di lei significa entrare nella vera e propria esperienza free roaming di Mad Max: a piedi, d’altronde, il Nostro non potrà eseguire moltissime azioni né sperare di poter compiere qualcosa di eclatante. Al di là del raccogliere qualche oggetto sparso per il suolo o accettare missioni o, ancora, ripararsi su una collina per utilizzare un fucile da cecchino, sarà tutto a bordo della vettura che si svolgerà la nostra azione. Il sistema di mira, d’altronde, a piedi è molto macchinoso, i proiettili sono volutamente pochi, così da evitare di trasformare il free roaming in uno sparatutto senza contenimenti. A bordo della nostra macchina, invece, potremo attivare numerose armi, come le fiamme sui fianchi, così da evitare di essere speronati o chiusi a sandwich dai nostri avversari, oppure sparare in maniera automatica verso il nemico mentre siamo alla guida, o anche alternarsi con il nostro ingegnere e posizionarsi sul retro della vettura pronti a un colpo più preciso di quanto potrebbe fare il nostro compagno di squadra. La difficoltà che abbiamo facilmente riscontrato, non tanto nel gameplay quanto nell’opera di convincimento del team Avalanche, che sviluppa il titolo, è nell’assenza di proceduralità. L’aspetto free roaming è sicuramente affascinante, ma in una prova che è durata non più di mezz’ora avremmo voluto trovare una procedura da seguire, un corso delle cose facilmente raggiungibile e realizzabile, invece ci siamo ritrovati a vagare a vuoto compiendo missioni secondarie o abbattendo avamposti nemici senza una vera e propria missione.
La sensazione di ripetitività, quindi, ci ha rapidamente colpiti, venendo però presto debellata dalla capacità di mettere in campo un grande dinamismo, che sostanzialmente riesce a non annoiare mai: Warner Bros, quindi, si prepara a distribuire un titolo che può facilmente fare il verso a l’Ombra di Mordor, capace di durare tantissime ore e di giovarsi di una longevità davvero significativa, a patto che riuscire a offrire anche una trama principale sulla quale poter fondare il resto della struttura. Dal punto di vista tecnico il colpo d’occhio offerto da Mad Max è di grande valore: il test è stato effettuato su Xbox One e la modellazione poligonale è stata indubbiamente convincente, supportata da un’ottima resa della fisica, fondamentale negli scontri ad alta velocità e alla gestione di una vettura che più danni avrà più difficile sarà da gestire. Notevoli le esplosioni, gli effetti di luce, la resa anche della tempesta di sabbia che potrebbe colpirci durante il nostro scorrazzare e che renderà difficile qualsiasi nostra più semplice azione, riempendo lo schermo di granelli marroni che renderanno ostica anche la visuale. Una fotografia che ci farà pensare di essere in un film, proprio quello di Miller.
Mad Max non vuole innovare alcun tipo di genere, non vuole offrire un grido alla novità, ma vuole consolidare un genere che può donare tantissime accezioni forti all’opera massima. Ci sono ancora alcuni punti da chiarire, come appunto quelli citati poc’anzi collegati alla trama, alla proposta delle missioni, ma per ora il free roaming ha abbondantemente convinto e colpito. La riproduzione della Wasteland, inoltre, è notevole e incredibilmente simile all’opera cinematografica. L’attesa sta anche per terminare e su PC, Xbox One e PlayStation 4 sarà possibile guidare finalmente Max Rockatansky verso la Valle del Silenzio.