Fifa 18 – Provato
Il campionato è terminato da poche settimane, le coppe internazionali hanno i loro vincitori e un’estate priva di mondiali o europei si prospetta come una lunga stagione per tutti gli appassionati calcio, che dovranno accontentarsi di consumare le pagine dei vari quotidiani sportivi scaldandosi per un probabile acquisto che verrà puntualmente smentito nelle ultime ore di calcio mercato. La verità è che per noi italiani il calcio è una vera droga: non ne abbiamo mai abbastanza, nemmeno della sua controparte virtuale, ed è per questo che ogni anno la folta schiera di fan attende con ansia di metter mano alla nuova edizione del suo titolo calcistico preferito in una competizione resa decisamente più interessante negli ultimi anni dalla rinascita di un degno Pro Evolution Soccer.
Ma lasciamo da parte per ora il lavoro di Konami, perché nelle scorse settimane siamo stati invitati da Electronic Arts in quel di Milano per testare il nuovo Fifa 18, un capitolo che si prospetta ricco di sorprese e migliorie, un prodotto nella piena maturità dopo un anno di rodaggio sotto il nuovo Frostbite Engine.
Le aspettative attorno a Fifa sono sempre molto elevate, più che una community i suoi giocatori – almeno quelli più incalliti con tendenze all’eSport – fanno parte di una vera setta, la quale non lascia passare la minima imprecisione. In questa rincorsa alla perfezione, incalzata ora da un Pro Evolution tornato ad essere un vero competitor, Electronic Arts sa di non potersi sedere sugli allori ma di dover al contrario continuamente alzare l’asticella per soddisfare ogni minima “perversione” dei milioni di calciatori virtuali. Nella ricca presentazione che ha preceduto il nostro hands-on, parlare di cura maniacale e ossessiva non è di certo un’esagerazione, soprattutto quando sul maxi-schermo è apparso il volto di Eden Hazard che, tratto da un semplice instant replay, era difficilmente distinguibile dal giocatore in carne e ossa.
Il 2017 è stato un anno di passaggio, soprattutto per il cambio di motore grafico, dal vecchio Ignite Engine al nuovo Frostbite: Fifa 18 prosegue su questa strada adottando la seconda versione dello stesso motore di gioco utilizzato da quasi tutte le produzioni targate EA e, sia nei fermi immagine sia durante la prova, i passi avanti sono subito parsi notevoli. Fifa 18 spicca innanzitutto per un rinnovato sistema di illuminazione e per l’occlusione ambientale, indispensabili per ricreare le atmosfere tipiche dei principali stadi, nonché per la fedeltà con cui sono stati disegnati i volti dei giocatori più noti. Certo rimane il dubbio su come si presenterà tutta quella sfilza di giocatori di secondo livello, spesso anonimi e lontani dalle loro controparti in carne ed ossa.
Fifa 18 ha comunque fatto dei notevoli passi avanti anche in questa direzione, implementando una serie di archetipi differenti e così un giocatore alto avrà uno stile di corsa differente rispetto ad un trequartista brevilineo e rapido nello stretto. Queste migliorie non impattano solo sull’aspetto grafico del gioco, certo vedere Sterling o Robben correre seguendo le identiche mosse dei due giocatori reali fa un bell’effetto, ma le animazioni eseguite frame-by-frame garantiscono soprattutto un gameplay più fluido, dinamico e che meglio risponde agli input dati col joypad.
Il motion capture ha scansionato gli scatti, i tiri e gli stop di Cristiano Ronaldo – annunciato da poco come testimonial del gioco – ma le migliorie toccano un po’ tutte le tipologie di azioni senza più strani balletti attorno ad un pallone che rimbalza a mezza altezza o tiri eseguiti senza alcuna coordinazione. Un focus particolare è stato poi posto sui dribbling, uno dei punti deboli di Fifa 17, dove difendere era senza ombra di dubbio più agevole che attaccare. Per stimolare le giocate spettacolari, ora il controllo di palla è molto più dinamico, soprattutto per quei giocatori come Hazard che difficilmente possono essere fermati quando puntano l’uomo e l’utilizzo dello stick destro permette ogni sorta di rapido cambio di direzione.
Due difetti cronici della serie sono la scarsa intelligenza artificiale – mascherata dal tanto vociferato momentun – e una tifoseria piatta, con uno stadio occupato da marionette, incapaci di sostenere degnamente i momenti drammatici del match. Electronic Arts conosce bene queste problematiche ed ecco perché Fifa 18 presenta molte migliorie sotto questi aspetti. Innanzitutto i movimenti difensivi della squadra appaiono molto più corali e gli spazi vengono occupati con maggiore intelligenza, così come quando si attacca palla al piede sono gli stessi giocatori gestiti dalla IA a dettare il passaggio, posizionandosi nella parte del terreno di gioco più adatta. Lo scopo principale della software house è sempre stato quello di restituire un’esperienza di gioco quanto il più vicina possibile a quella che vediamo sul prato verde ed in questo senso, i cross e i passaggi filtranti sono stati completamente rivisti e ora seguono traiettorie più realistiche, ma soprattutto sono un’arma molto più utile sia quando si gioca contro un amico, sia quando si sfida la CPU.
Con Fifa 18 molto lavoro è anche stato fatto per i match contro l’avversario virtuale, che simulerà il comportamento della squadra che sta gestendo: il Barcellona ad esempio attaccherà sfruttando il possesso palla e il cosiddetto tiki-taka, mentre i team inglesi saranno più propensi ad impostare l’azione attraverso cross e lanci lunghi. Se sui team dei principali campionati europei non abbiamo molti dubbi, siamo però curiosi di verificare queste implementazioni per tutta quella schiera di squadre di secondo piano, noto tallone d’Achille per la serie. Infine, anche la tifoseria è apparsa finalmente più reattiva e partecipe al gioco, i modelli utilizzati sono aumentati esponenzialmente, così come i loro comportamenti: non nascondiamo di aver provato un brivido quando, dopo un gol di Hazard, il giocatore belga si è diretto sotto la curva, con la massa di tifosi corsa verso di lui ad abbracciarlo.
The Journey fu la vera sorpresa di Fifa 17, una sorta di modalità campagna quasi del tutto inedita per un titolo sportivo, giocata da oltre due milioni di appassionati lo scorso anno. Fifa 18 non poteva quindi esimersi dal proseguire l’avventura di Alex Hunter, in una seconda stagione ancora più ricca di eventi e di comparse illustri, non solo dal mondo del calcio. Nonostante il protagonista rimanga sempre il giovane calciatore inglese, in questa nuova versione vi sarà la possibilità di agire sull’aspetto estetico, per quanto riguarda ad esempio tatuaggi e capigliature ma, cosa più importante, è stata aggiunta anche la possibilità del multiplayer in locale.
Dopo la lunga presentazione, è finalmente arrivato il momento di tastare con mano la nuova iterazione, nello specifico in versione PlayStation 4 Pro, con Sony che si sostituisce a Microsoft come partner commerciale. Nonostante la versione testata fosse lontana da quella definitiva – cosa ripetuta più volte prima del test – le tante piccole migliorie sono subito parse evidenti, sia dal punto di vista grafico, sia pad alla mano, con i movimenti più fluidi e una risposta immediata. Infine, abbiamo apprezzato molto la possibilità di effettuare le sostituzioni in modo molto più veloce e comodo, senza passare dal menù e dalle impostazioni di squadra. Volendo si può inoltre delegare l’IA nella scelta della sostituzione migliore, oppure programmare i cambi ancora prima del fischio di inizio.
Non che Fifa abbia grande bisogno di presentazioni, la qualità del titolo calcistico firmato Electronic Arts è cosa ben nota, ma questa nuova edizione pare voler settare nuovi standard, sia per quel che riguarda la grafica che per la giocabilità, con un livello di immersività mai visto nei precedenti capitoli. Infine, ricordiamo che il Fifa 18 sarà disponibile a partire dal prossimo 29 settembre.