FIFA 17 – Anteprima
No, non si tratta di uno spin-off su binari di una ormai defunta serie di giochi di ruolo. The Journey è una delle due grandi novità di FIFA 17, una svolta che ha persino visto il geniale Jose Mourinho presenziare davanti ai miei occhi luccicanti alla presentazione di questa nuova modalità alla conferenza EA Play di Londra 2016. The Journey consiste in pratica nella Campagna, lo Story Mode di FIFA, nel quale impersoneremo un promettente ragazzo inglese nella sua scalata al successo. Sorpresi? E dire che sono anni che chi mi conosce sa bene come abbia previsto questo sviluppo per la serie. Almeno da quando Visual Concepts – come al solito trend setter nel mondo dei titoli sportivi – ha introdotto per la sua serie di simulatori cestistici un’esperienza simile, ero convinto che EAe FIFA avrebbero seguito, nella loro corsa alla nuova “feature” di ogni anno, il loro esempio. E quindi poca sorpresa da parte del sottoscritto a suddetto annuncio, sebbene di aspettativa ne abbia davvero parecchia: il single player del titolo calcistico più di successo e qualità del mondo (vi sfido a dire il contrario) si arricchisce di un’esperienza possibilmente unica e interessante, in aggiunta alla miriade di contenuti che si riconferma anche per questa edizione 17. Come si evince dal trailer (The Journey infatti non era disponibile in demo all’evento), seguiremo quindi l’ascesa all’Olimpo del calcio di tale Alex Hunter, ragazzotto inglese di periferia dal grande talento e pronto a sconvolgere il mondo del pallone dopo essere stato ingaggiato dal Manchester United, con un grande sogno nel cassetto: giocare un giorno nella nazionale inglese, nei Three Lions. Tutto molto bello e interessante, ma la notizia ferale è quella che non potremo personalizzare né il nostro alter ego digitale, né la sua carriera (almeno apparentemente), a differenza di quanto accade appunto in NBA 2K. Quindi, se come me odiate il Man U come la fame nel mondo, dovrete farvene una ragione; può darsi che questo approccio permetta una narrazione più sviluppata e completa, ma, visto quanto nel calcio dipenda dalle proprie passioni e dal proprio tifo, la scelta lascia abbastanza sgomenti, essendo in grado di alienare moltissime persone da The Journey anche prima di iniziare.
Frostbite Powered
L’altra grande innovazione di EA Sports per il capitolo di quest’anno, sbandierata nel pre-evento, ma ben chiara a chiunque abbia testato il gioco a Londra o LA è il passaggio al nuovo motore grafico Frostbite, ormai utilizzato da Electronic Arts anche per il programma che gestisce la mensa o gli ascensori nella loro sede. Lo splendido e versatile engine debutta così nel mondo del calcio, andando a rivaleggiare il Fox Engine di PES, portando una necessaria rinfrescata alla grafica di FIFA, da anni decisamente stagnante nelle sue certezze e debolezze. Il primo impatto è notevole, l’illuminazione pare davvero più realistica e i volti dei giocatori meno “morti” e “plasticosi” di prima. Chiellini mi ha guardato male dopo un tackle e mi sono sentito davvero un povero attaccante alle prese col roccioso numero 3 della Nazionale. Per la prima volta sono stati anche renderizzati gli allenatori più importanti (almeno dellaPremier League), per aumentare di parecchio il fattore realismo a bordo campo. In generale il look diFIFA 17 è veramente migliorato. Il nuovo motore grafico si riflette non solo nell’aspetto visivo ma anche nella fisica di collisioni tra i giocatori: il gioco risulta molto più muscolare, compassato, ma oserei dire più simulativo grazie a Frostbite.
Sul campo
Mi ci è voluta una mezza partita prima di abituarmi al cambio di passo e meccaniche e iniziare a tenere alto l’onore italico stracciando un inglesotto e il suo Manchester United con laJuventus di un Khedira scatenato e di un Morata killer sotto porta. Ho finito di giocare a FIFA 17 e già non pensavo ad altro, tante sono le buone impressioni che questa semplice demo con una manciata di squadre e un’amichevole a disposizione mi ha donato. Al di là di questo nuovo ritmo di gioco, FIFA 17 propone un inedito sistema per i calci piazzati, confuso nei calci d’angolo, mentre più soddisfacente – a prima vista chiaro – sulle punizioni. In generale, i cambi sotto la carlinga sono molti di più di quanti ci si possa attendere magari semplicemente guardando unvideo gameplay online. Risulta abbastanza difficile segnare e in generale la sensazione regalata dalle nuove animazioni, grafica e velocità di gioco è fantastica. Così, FIFA 17 mi ha convinto alla grande, come forse non mi potevo aspettare prima di metterci le mani sopra. A Gamescom ne saprò e sapremo sicuramente di più, nel frattempo godiamoci gli Europei e il calcio vero e proprio prima di tornare a sbustare in Ultimate Team e magari portare Alex Hunter a vincere la Champions League in The Journey.