FIFA 14 – Provato FIFA 14
Estate. Sole, mare, vacanze e periodo di riposo per il grande calcio europeo.
Per i grandi appassionati di calcio questi sono mesi di resoconti della stagione passata, calciomercato e aspettative per la stagione imminente, intervallati da qualche partita a beach soccer.
Per Electronic Arts invece sono spesso mesi decisivi, quelli in cui vengono delineati gli ultimi aspetti del nuovo titolo, vengono registrati i trasferimenti più importanti del mercato estivo, sistemati gli ultimi bug e ci si prepara all’ormai epico scontro con i rivali di Konami. Quest’ultimo punto, almeno, fin quando c’è stata una concorrenza.
Quest’anno, infatti, gli appassionati del sempreverde scontro FIFA contro PES dovranno accettarne la fine. Per quanto la rivalità tra le due simulazioni calcistiche più famose di sempre ha animato negli anni passati il dibattito videoludico tra gli appassionati di calcio, la scelta da parte di Konami di non approdare su next gen annuncia il ritiro di Pro Evolution Soccer da questa sfida annuale e la vittoria a tavolino di FIFA.
PES dunque si limita a rimanere sulla generazione attuale, scendendo in campo con le novità che vi abbiamo raccontato nel nostro articolo, mentre a FIFA non resta che monopolizzare la scena calcistica su PlayStation 4 e Xbox One.
Se questo però potrebbe far pensare ad una minore attenzione da parte di Electronic Arts, preparatevi a rimanere sorpresi e a godervi l’ultimo (capo)lavoro targato David Rutter e compagni.
Che differenza c’è?
Prima di passare al piatto forte bisogna anche capire da cosa si parte.
FIFA 14 per PlayStation 3 e Xbox 360 riprende tutto quello che si era già visto l’anno precedente, puntando tutte le sue forze sul miglioramento della fisica dei contrasti.
Ciò che EA ha voluto ottenere quest’anno è stato perfezionare la reazione dei giocatori ai contrasti fisici, permettendo non solo una “correttezza fisica” degli impatti, ma anche logica. Se in pratica vi trovate a controllare Andres Iniesta e un “solido” David Luiz vi punta alle gambe, lo spagnolo potrebbe non solo saltarlo con un dribbling, ma anche evitarne il contatto fisico così da non rovinare a terra come succedeva in FIFA 13. Risultato? Se lo scontro è Spagna – Brasile probabilmente il solito Thiago Silva arriverà a metterci una pezza, altrimenti ne deriva un vantaggio per l’attaccante che nei titoli precedenti non si vedeva spesso. C’è dunque nel giocatore una consapevolezza maggiore del gioco stesso: reattività, equilibrio ed agilità non sono mai stati così influenti, specialmente se uniti al motore fisico più fedele di sempre.
Per quanto può sembrare solo a vantaggio dell’attacco, questa novità si rivela anzi decisiva in fase difensiva, dove i difensori sembrano seguire adesso un comportamento più razionale e riescono a seguire meglio i movimenti dell’attaccante.
Se prima tutto era nelle mani del giocatore che doveva essere bravo ad equilibrare contenimento, pressing e tackle, col rischio di mandare tutto a monte per una levetta analogica mossa male o per l’errore di un compagno controllato dalla CPU, adesso la linea dei difensori segue maggiormente i movimenti avversari e riesce a leggerli con più reattività, soprattutto nello stretto. Giocando di fisico, dunque, si può sporcare lo stop dell’avversario, sbilanciarne il dribbling, rubarne il possesso posizionandosi fra lui e la palla, con una precisione e una fedeltà maggiori del classico “strattona la maglia” dei titoli precedenti.
Quello che abbiamo visto a dir la verità è stato più evidente nei video demo che in-game, ma se davvero riusciremo a vedere in difesa quanto già possiamo ammirare con le penetrazioni offensive, allora FIFA avrà fatto un ulteriore grande passo verso la simulazione calcistica.
Spazio ai giovani
PlayStation 3 e Xbox 360 dicono ancora la loro, ma di fronte alle edizioni per console di nuova generazione perdono miseramente il confronto sotto ogni aspetto.
EA Sports è riuscita a lavorare a due giochi totalmente diversi, separando nettamente le produzioni current gen da quelle di nuova generazione. David Rutter e Nick Channon ci hanno mostrato all’E3 le enormi potenzialità del nuovo engine Ignite con una presentazione che, considerando tutti i titoli EA Sports e non solo FIFA, fa gridare alla rivoluzione.
Ignite porta la fedeltà dei movimenti ad un livello mai visto prima, riuscendo a calcolare animazioni distinte per i singoli giocatori in campo che ben si sposano con il caro Personality + e soprattutto con il nuovo Pro Instincts. Adesso non solo i movimenti di Neymar, Messi e Ronaldo saranno ovviamente diversi tra loro, ma avranno anche la velocità di reazione e la lettura di gioco dei rispettivi modelli reali.
Non solo vantaggi estetici però, ma anche nel gameplay: riuscendo a interpretare meglio la fisica del gioco, Ignite riesce anche a calcolare caso per caso traiettorie e tocchi con estrema precisione. Spazio dunque ai tocchi vellutati di Xavi, ai passaggi repentini di Messi o alle incornate perentorie di Cavani, ma non più con un andamento “scriptato”, bensì con una fedeltà ogni volta diversa.
Sembrerà banale elogiarlo in un gioco del 2013, ma poter vedere colpi di testa diversi da quelli standard (corpo perpendicolare alla porta e torsione in volo) con risultati sempre diversi è davvero una gioia per gli occhi e la mente.
Finezze a parte, ben più profonde sono le novità introdotte negli scontri aerei e nei tiri.
Innanzitutto il contrasto aereo non sarà più obbligatoriamente un duello, ma più giocatori potranno contendersi la palla contemporaneamente; le mischie vengono dunque rivisitate e adesso non si tratta più solo di tempismo, ma anche di posizione e abilità.
Anche gli stop aerei mostrano qualcosa di nuovo: nella demo infatti abbiamo visto che scegliendo il tempo giusto è possibile alzare la palla così da scavalcare l’avversario e portarsi quindi in vantaggio, seppur non si trattasse dell’animazione più fluida mostrataci. Ad ogni modo, questo dimostra che la qualità del gioco aereo si sta avvicinando a quella del gioco palla a terra, e questi ultimi passi sembrano portare verso la direzione giusta.
L’ultima chicca, ma anche quella più allettante, riguarda i tiri. Il nuovo Ignite permette di calcolare ogni dettaglio delle varie traiettorie, così finalmente si potrà godere di effetti a rientrare o ad uscire e di cambi di quota coerenti con postura di tiro, direzione di corsa ed equilibrio del giocatore. Inutile anticipare quello che potrà dimostrare questa feature con giocatori del calibro di Pirlo, Ronaldo o Messi e le loro traiettorie “maledette”, per citare Caressa.
Per concludere in bellezza, c’è da dire che il dettaglio grafico di questa nuova generazione è ammirevole. Che si ami o no la bella grafica, FIFA 14 è quasi fotorealistico in ogni elemento, persino nei tifosi che quest’anno per la prima volta sono realmente animati e realizzati in 3D. La fluidità e la precisione dei movimenti, la varietà e fedeltà delle animazioni, la sensibilità di gioco e tutte le altre novità minori (come i nuovi menù) rendono questo FIFA il migliore di sempre (frase riciclata dall’anno scorso), confermando un’evoluzione continua che sembra non arrestarsi e anzi trova nuova linfa nell’arrivo delle nuove generazioni.
Se intendete comprare PS4 o Xbox One non guardate nemmeno le versioni per PS3 e 360, l’attesa verrà immediatamente ripagata quando vi troverete tra le mani un titolo che questa volta sembra davvero non avere neanche il minimo difetto.