Evento ID@Xbox – Anteprima
Un piccolo evento in streaming che ci ha permesso di allinearci sullo stato dei lavori di 4 titoli interessanti.
Lo scorso martedì, 31 Gennaio, ho potuto partecipare digitalmente all’Evento ID@Xbox, uno stream di circa 90 minuti dedicato ad una rapida overview di ID@Xbox in sé, ma anche qualche sneak peek ai 4 titoli in arrivo.
Nel farti un piccolo recap dell’evento non posso che iniziare da quanto velocemente raccontato da Guy Richards, direttore della divisione e primo host dell’Evento ID@Xbox stesso: il programma di ID@Xbox ha ormai 10 anni, raccoglie sviluppatori da 95 paesi nel mondo, dei quali ben 47 europei; nella zona EMEA, infatti, hanno lanciato più di 2000 giochi proprio sotto l’ombrello di questa iniziativa così aperta alla natura indie di molte delle produzioni odierne.
Dopo quest’intro, si è subito partiti con il primo dei 4 giochi oggetto dell’evento ID@Xbox, un titolo che già in una precedente occasione aveva attirato la curiosità e l’attenzione di molti/e.
The Last Case of Benedict Fox (Plot Twist)
[N.d.R.: Per rispettare e mantenere i ritmi piuttosto veloci dell’evento stesso voglio tracciare, per questo e per i successivi titoli, un rapido elenco delle feature e degli elementi di gioco che sono trasparsi da quanto visto all’evento.]
EDIT: ci è stato appena confermato che il gioco arriverà su Xbox Series X|S e su Xbox Game Pass il 27 Aprile di quest’anno.
Finalmente si sa qualcosa di più di questo curioso misto fra Limbo e Lovecraft: meccanicamente The Last Case of Benedict Fox mette al proprio centro una combinazione di poteri derivati dal “Cthulhu” che vive dentro il protagonista, e la sua pistola; il demone non ha solamente poteri offensivi, ma permette all’auto-proclamatosi detective Benedict Fox di entrare nelle memorie emotive delle persone che incontra. Il gameplay che ho visto all’evento ID@Xbox era esplicitamente preso dalla seconda ora di gioco, quindi alcuni poteri erano già sbloccati, ma il loop principale di gioco sembra piuttosto delineato: esplorazione – sblocco aree – combattimento.
Quest’ultimo è diluito in una struttura base che alterna un parry o grab ad un colpo corpo a corpo, occasionalmente sostituito dal colpo di pistola (che si ricarica proprio colpendo in CQC i nemici; il parry sembra comunque essere una minima fonte di danno, deviazione sempre piacevole dai canoni dettati da altri titoli del genere. La componente puzzle, apparentemente dedicata a quell’infarinatura di metroidvania della quale ormai nessun gioco è in grado di privarsi, è stata solamente accennata, come lo è stata la presenza di potenziamenti alla stamina di Benedict (tramite amuleti, sembra) o ai suoi attacchi (i nemici droppano una “currency” che può essere utilizzata presso una tatuatrice per tatuarci addosso nuovi incantesimi offensivi.
A detta dello sviluppatore che a fine video si è prestato a qualche domanda, le principali fonti di ispirazione sono ovviamente state le opere di Lovecraft, ma soprattutto i film noir, combo dalla quale sono partiti per creare qualcosa che fosse tematicamente cupo ma cromaticamente molto vivo e accesso, un contrasto del quale vanno orgogliosi e che fin da subito era al centro dell’esperienza di gioco che vogliono offrire. Un ultimo accenno è stato dedicato all’equilibrio fra le varie componenti di gioco.
È tutto molto equilibrato nei diversi elementi e dinamico: vogliamo che i giocatori siano costantemente nel mezzo di qualcosa di nuovo, quindi si passa velocemente da un microloop di pura narrazione, ad uno di combattimento, ad uno di esplorazione, ad esempio.
Everspace 2 (ROCKFISH Games)
Dopo 2 anni di early access, con una full release su PC il 6 Aprile di quest’anno e l’arrivo su Xbox Series X|S e su Gamepass entro l’estate, Everspace 2 prende la base del suo predecessore, usualmente definito come uno space-shooter roguelite single player, e ne amplia la visione portandolo ad un semi open-world con un costante ciclo di combattimento ed esplorazione, spazi nascosti sia in cielo che in terra, 9 diverse classi di nave, 6 companion dalle abilità potenziabili, un grado elevatissimo di customizzazione della propria astronave, e un universo fatto da location con alte qualità di dettaglio.
L’anima da looter-shooter non si perde e, soprattutto verso l’endgame, si possono trovare dei Blueprint che ci permettono di costruire la “nostra” nave, con pezzi dell’una e pezzi dell’altra. Ah, e si può giocare anche senza aver giocato il primo, ma sicuramente l’averlo fatto aggiunge elementi di comprensione soprattutto narrativa all’esperienza.
Planet of Lana (Wishfully)
Grazie ai 15 minuti di gameplay visti durante questo Evento ID@Xbox ho potuto vedere di più del puzzle adventure cinematico single player che tanto, nei precedenti exploit, aveva ricordato un Inside meno cupo e più spensierato. La protagonista di 11 anni di Planet of Lana si ritrova improvvisamente a dover salvare la sorella più grande e il resto degli abitanti del villaggio di pescatori in cui abita, ora vittima di un invasione di macchine; ad aiutarla la piccola pelosa creatura di nome Moui, alla quale possiamo dare comandi (come quello di ipnotizzare delle creature che ci ostacolano) e che, in generale, ci aiuterà nell’esplorazione, ad esempio lasciando cadere una liana senza la quale ci è impossibile raggiungere una piattaforma elevata.
Le vibe più interessanti sono quelle dettate dalla soundtrack: il compositore è infatti quello di The Last Guardian, Takeshi Furukawa, e, te lo confesso, le emozioni che evoca sono molto simili, almeno per ora, e le ispirazioni, anche acustiche, a Studio Ghibli e in particolare a “La città incantata” si sentono davvero tutte. Ad accompagnare la soundtrack, un sound design che sembra davvero molto curato.
Lightyear Frontier (FRAME BREAK)
A chiudere il giro, Lightyear Frontier, l’adventure farming sci-fi di Frame Break. Di base un loop semplicissimo: trovi semi, fai crescere risorse, migliori la fattoria e/o il mech; il tutto è fattibile in singolo o in coop fino a 4 giocatori, anche se il bilanciamento è creato attorno al single player, così in coop il reward è immediato e molto alto. Ha un’infarinatura narrativa, ma l’intento degli sviluppatori è quello di far procedere chi gioca secondo i propri ritmi.
Tolto il feel di gioco, che sembra promettere ore di sano relax (fa strano detto di un gioco che ti mette a bordo di un mecha, ma è così), i modelli sembrano tutti ben fatti, tranne i personaggi, un po’ grezzi, però probabilmente si è poco fuori dal mech, quindi la scelta è giustificata. Interessante anche la presenza di vicini, che abitano nei pianeti confinanti al nostro e con i quali si potrà comunicare grazie alla torre radio.
L’Evento ID@Xbox è stato in toto un momento di esplorazione molto interessante, sia per la breve intro che mi ha informato sullo stato delle cose per questa importante divisione della casa di Redmond, sia per i titoli effettivamente visti in azione. Se Planet of Lana e The Last Case of Benedict Fox sono quelli che più palesemente potranno incontrare il favore del pubblico, e tenendo conto della relativa “non-novità” di EverSpace 2 in favore della sua presenza in early access da lungo tempo, credo che sarà proprio Lightyear Frontier a sorprendere di più, una volta arrivato fra le mani di giocatori e giocatrici: percepisco infatti che c’è ancora parecchio bisogno di titoli che non premano troppo sull’acceleratore e concedano, pad alla mano, quella boccata d’aria fresca che a nessuno può essere negata, anche e soprattutto negli spazi che ci ritagliamo per abbandonarci al gioco, in questo caso virtuale, e alle avventure sulla soglia delle quali esso ci conduce. Poi Mech e farming sono la coppia perfetta, già sulla carta, è inutile negarlo…