Enotria: The Last Song | ANTEPRIMA – Giù la maschera

Finalmente la demo di Enotria The Last Song è disponibile: ci siamo subito tuffati nel soulslike italiano per darvi le nostre impressioni

Enotria

Già a lungo si parla di Enotria: The Last Song, titolo di esordio di Jyamma Games, a cui ci si è riferito più volte come “il soulslike estivo”. Dopo mesi e mesi di lavoro, di sviluppo e di elaborazione di idee coinvolgendo anche collaboratori esterni, la casa di sviluppo ha finalmente sfornato la prima demo di Enotria.

In questo frangente, i ragazzi di Jyamma, non sono stati proprio fortunatissimi in quando il lancio del gioco è stato rinviato anche a causa del sopraggiungere dell’uscita del DLC di Elden Ring, Shadow of the Erdtree, e probabilmente proprio per questo hanno ripiegato sull’arrivo della demo. Già qualche tempo fa eravamo riusciti a provare il titolo alla Gamescom (qui il link all’articolo) e quindi torniamo ad ammirare l’operato del developer.

Si tratta di una corposa fetta di gioco, che parte proprio dall’incipit della trama, facendoci calare subito nei panni del “Maskeless One”, ossia il Senza Maschera. Dopo esser stati introdotti alle basi del gameplay ci si può avventurare nel regno di Enotria per circa 8 ore, quindi è stata messa abbastanza carne al fuoco per poter esprimere le prime impressioni sul titolo.

Enotria
Addentriamoci nel regno di Enotria

Nel regno di Enotria regna la personalizzazione

Una volta assunto il controllo del Senza Maschera, è fin da subito visibile che le basi per il design dell’ambientazione sono solide ed evocative: il setting di Enotria è molto caratteristico e soprattutto vivido, al contrario di molti souls like usciti fino a oggi.

D’altro canto però ci sono anche delle note un po’ più dolenti rispetto al resto di cui parleremo con calma. Tornando al setting del titolo, ambientato nel già citato regno di Enotria, apprenderemo che tutto è intrappolato in una sorta di copione che tutti sono intenti a recitare, il Canovaccio, e in quanto Senza Maschera, saremo gli unici a non sottostare alle sue regole.

L’ artefice della nascita del Senza Maschera è Pulcinella, la più caratteristica e famosa delle maschere italiane, il quale guiderà i nostri primi passi nel mondo, fungendo (più o meno) da mentore.

A parte l’incipit, per gli amanti del soul slike gli elementi presenti nel gioco li faranno senza dubbio sentire a casa: non mancano i falò, qui chiamati Corda Risonante, le fiaschette per curarsi qui dette Ambra e alti componenti tipici del genere. Ciò che sembra essere molto interessante a mio parere è la possibilità di personalizzare le build ed riuscire a cambiarle “on the fly” fino a un massimo di tre.

Alla Corda Risonante infatti si potranno personalizzare i cosiddetti Loadout, dove sarà possibile scegliere la Maschera (ognuna avente un proprio tratto distintivo anche nel gameplay), le abilità passive (apprese dall’apposito albero delle abilità “Path of Innovators”) e le mosse speciali da equipaggiare.

Una volta costruite le proprie build sarà possibile passare dall’una all’altra al volo, tramite la semplice pressione dei tasti direzionali, grazie ai quali si potrà anche cambiare l’arma equipaggiata. Non vi saranno problematiche riguardanti le classi o il peso dell’equipaggiamento, quindi ci si potrà letteralmente sbizzarrire sotto ogni punto di vista. Questa è una meccanica che si presta molto alla variazione dello stile di gioco e alla sperimentazione, quindi è sicuramente una nota positiva a favore di Enotria.

Enotria
I nemici di Enotria saranno molto caratteristici

Il clangore non produce note piacevoli

Sebbene il sistema di personalizzazione e progressione di Enotria sembra esser costruito in maniera convincente e varia, il combat system risulta essere un po’ meno convincente. Il parry con alcuni avversari ha una finestra abbastanza ampia, tanto da risultare semplice da effettuare, scaricando relativamente velocemente la loro barra di resistenza per poi infliggere danni consistenti. Altri invece sono facilmente aggirabili.

Questi problemi però, oltre a essere facilmente bilanciati con una patch, non risultano essere presenti quando si affrontano dei gruppi di nemici in spazi stretti. Mi è capitato svariate volte di trovarmi in difficoltà quando, fra le vie della città di Quinta, mi imbattevo in specifici gruppi di nemici che diventavano particolarmente ostici negli stretti vialetti della città, complice anche una non ottima gestione della telecamera.

In quei frangenti il gioco risultava frustrante e i problemi di bilanciamento sembravano completamente capovolgersi. Inoltre anche l’impatto dei colpi sugli avversari sembra essere poco soddisfacente, ricevendo pochi feedback sia dal controller che a livello di animazione, che in più frangenti si rivela essere incerta, non solo negli scontri veri e propri.

Come accennato in precedenza invece a livello di caratterizzazione dei nemici, delle maschere e soprattutto la realizzazione dell’ambientazione è decisamente di livello, soprattutto a livello di design (e no, non lo sostengo perché è ispirato all’Italia). Girare per Quinta, i suoi dintorni e il Monastero è un’ esperienza coinvolgente: più volte mi sono ritrovato a fermarmi per ammirare gli scorci realizzati dai ragazzi di Jyamma Games e, considerando che il comparto grafico non è all’ultimo grido, lascia comunque intendere la qualità del loro lavoro che è sicuramente molto ispirato.

Bilancio provvisorio!

Manca ancora qualche mese all’uscita del titolo e sicuramente Enotria: The Last Song verrà ulteriormente raffinato e migliorato, sebbene il tempo a disposizione non sia tantissimo. Il potenziale, a mio parere, c’è ma il titolo va comunque ancora migliorato sotto diversi punti di vista. Jyamma Games farà sicuramente del suo meglio per apparare tutte le questioni lasciate in sospeso con questa ricca demo e probabilmente avrà da lavorarci anche dopo il lancio, previsto al momento per settembre.

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