EGX Rezzed: Figment – Provato
Nell’ormai affollatissimo mondo delle produzioni indipendenti, è diventato sempre più difficile imporsi e farsi notare. Steam in particolare è bombardato ogni giorno da titolini e titoletti in arrivo da tutte le parti del mondo, da team composti da manciate di persone (a volte persino contabili sulle dita di una mano) con idee e concept sfortunatamente spesso troppo simili tra loro.
Quanti puzzle platformer a scorrimento laterale? Quanta pixel art? Troppa carne al fuoco per poter realisticamente emergere dall’anonimato e magari sbarcare su console per fare il botto. Ogni sviluppatore indipendente, anche a EGX Rezzed, è infatti alla ricerca di un “quid”, di un qualcosa per distinguersi dalla massa e attirare l’attenzione. A volte si tratta di meccaniche e funzionalità particolari intessute nel gameplay, ma in tante altre occasioni il primo elemento su cui inevitabilmente un potenziale acquirente o anche solo un giornalista in cerca di una storia a una fiera poserà gli occhi è sicuramente lo stile grafico.
Figment infatti è davvero belissimo da vedere. Uno stile con tetxure disegnate a mano (da vicino si possono quasi vedere le pennellate), ispirate dalle opere oniriche di artisti come Dalì, Escher e Magritte, le quali ci ricordano anche giochi come Botanicula o Machinarium, entrambi editi da Amanita Design. Ci siamo quindi fermati allo stand Bedtime Digital Games per questo splendido – guardate gli screenshot per credere – quadro videoludico in movimento, per poi restarci a lungo in quanto rapiti anche da questo adventure game più interessante del previsto. Tanto che abbiamo voluto anche approfondire, dopo la nostra prova con mano, con una bella intervista al Lead Designer del titolo.
Ma cos’è Figment?
Figment come detto è un adventure game molto orientato sulla narrazione piuttosto che sul combattimento, definito dagli sviluppatori come un “Bastion con più puzzle”. L’influenza del capolavoro di Supergiant Games, figlio di un’era nel quale i giochi indipendenti si chiamavano ancora Live Arcade e uscivano quasi tutti d’estate, è chiara e dichiarata, dalla visuale isometrica allo stile cartoon, ai colori preponderanti.
In Figment il tema principale del gioco sono i sogni. Così come nel loro titolo d’esordio Back to Bed e in tema con il nome del loro studio, Bedtime racconta la storia di Dusky, la personificazione del coraggio all’interno della mente di una misteriosa persona, caduta in un sonno profondo a causa di un terribile trauma. Dusky dovrà quindi superare 13 mondi all’interno della psiche umana, intessendo le trame della memoria della persona, cercando di combattere le proprie paure e scoprire cosa sia accaduto.
Game Design 101
Nella demo provata a EGX, della durata di una quindicina di minuti circa, abbiamo esplorato uno di questi livelli (il gioco dovrebbe avere una longevità attestata sulle 15 ore, davvero tanto!), dapprima prendendo la mano al sistema di controlli – molto semplice e basato su pochissimi pulsanti in verità – e poi cercando di risolvere alcuni enigmi sulla strada verso una boss battle.
Non c’è niente di pazzesco in Figment, una volta preso in mano il joypad. Si tratta appunto di un semplice titolo d’avventura, dove esplorare il mondo, raccogliere oggetti, spostarli e combinarli, per risolvere semplici – ma efficaci – puzzle, legati all’ambiente. Per esempio, con il sapiente posizionamento di batterie e manopole, ci siamo fatti strada tra alcune apparentemente invalicabili cortine di fumo. Dopo qualche breve scontro spada alla mano contro alcune talpe mal cresciute, abbiamo poi raggiunto un facile boss, approcciato come un qualsiasi mostro troppo cresciuto di un The Legend of Zelda qualsiasi: prima fase di analisi del pattern d’attacco, individuazione della contromossa vincente, ripetizione.
Musica e Humor inglese
Il buono e l’originale di Figment salta fuori a una seconda analisi, nei particolari, nel mondo e nella commistione tra gameplay e musica. La storia pare già molto interessante e viene raccontata in maniera molto leggera e divertente difatti Bedtime ci ha rivelato come si siano molto ispirati allo humor inglese dei Monty Python, cosa che non può che farci piacere.
Inoltre, la colonna sonora e la musica in generale hanno un ruolo molto importante nel gioco. Lo studio degli effetti sonori e della OST è maniacale e segue l’azione a schermo, adattando livelli di volume e tracce a seconda degli eventi. Inoltre, una chicca saranno i boss di Figment: ognuno di loro avrà una sua canzone da cantare, in perfetto stile Broadway, la quale magari ci fornirà informazioni su come sconfiggerli, oltre a caratterizzarli meglio. La prima canzone, che abbiamo sentito nella demo, è stata addirittura cantata dal Sound Designer del team!
In arrivo questa estate su PC e successivamente su console, Figment sembra proprio una di quelle avventure indie che hanno le carte in regola per imporsi sulle altre e non essere lasciate nel dimenticatoio.
Buona fortuna Dusky!