E3 2019: Dragon Ball Z Kakarot – Provato
Testato con mano il nuovo Action RPG di Dragon Ball.
Nonostante giochi come Xenoverse 2 e FigherZ stiano ancora macinando numeri e consensi, sembra che la fame di giochi dedicati alla celebre opera di Akira Toriyama non abbia mai fine. Dopo Naruto e Jojo, il team di CyberConnect2 ora ci propone la sua visione di Dragon Ball, con Dragon Ball Z: Kakarot, un titolo che ripercorrerà, nuovamente, le gesta di Goku lungo tutti gli eventi che hanno caratterizzato la serie Z. In realtà nei trailer non si è visto nulla delle saghe postume a quella di Freezer, ma vogliamo essere fiduciosi.
Questa volta, però, l’intento è quello di rivivere l’avventura analizzando maggiormente le origini del nostro eroe, ovvero la sua natura Saiyan, ed ecco spiegato perchè nel titolo del gioco è riportato Kakarot, il nome Saiyan di Goku.
Per fare questo, Cyberconnect2 ha quindi deciso un approccio Action RPG, mettendo Goku al centro di vasto mondo tutto da esplorare. Non si tratta di un vero e proprio open world, ci dicono i ragazzi di Bandai Namco, ma di vaste aree aperte all’interno di un mondo composto da più regioni.
Abbiamo provato una demo di 20 minuti che ci ha permesso di muovere i primi passi in una di queste aree, poco prima dello scontro di Goku e Piccolo contro Radish, motivo per cui il nostro amico verde era al nostro fianco durante la nostra esplorazione. Esiste infatti una gestione del party che in futuro ci permetterà di scegliere i nostri alleati, massimo due, da portare nelle nostre avventure.
L’esplorazione avviene con svariate modalità: a piedi, in volo o a bordo della celebre nuvola speedy. La nuvola ci è sembrata al momento l’opzione migliore, perchè sembra quella più gestibile a livello di controlli, mentre a piedi o in volo, quando Goku accellera, si va troppo veloci per risultare incontrollabili, finendo spesso a incastrarsi in qualche roccia o cadendo in acqua. Andando in giro per il mondo è possibile raccogliere varie sfere di colore rosso o verde, la cui utilità però ancora non ci è stata chiarita: probabilmente si tratta di qualche valuta da spendere per potenziarsi o da scambiare per qualche oggetto.
Vagando per l’area è possibile incrociare dei nemici, al momento solo dei robot che richiamano quelli della Red Ribbon nella prima serie di Dragon Ball, ideali per fare pratica di combattimento e soprattutto per accumulare esperienza e salire di livello. Come ogni RPG che si rispetti, infatti, l’aumento di livello comporta un potenziamento delle statistiche che poi andranno ad impattare sulle nostre prestazioni durante gli scontri.
I combattimenti sono concettualmente abbastanza semplici: ci sono due tipi di attacchi, le combo e le sfere di energia. Queste ultime consumano la barra Ki che è possibile ricaricare con il tasto apposito. Ci sono poi le schivate per evitare i colpi e le accelerazioni per avvicinarsi in fretta al nemico quando ci si trova distanti. Con il dorsale anteriore sinistro poi è possibile accedere alle mosse speciali, per un massimo di 4 che potranno essere cambiate man mano che se ne apprendono di nuove e si progredisce nel gioco. Queste mosse sono particolarmente potenti, come l’iconica Kamehameha, e per tanto consumano una quantità elevata di KI, ma ci sono comunque sembrate abusabili vista la facilità con cui ricaricare la barra.
In caso di difficoltà è possibile utilizzare oggetti per ripristinare energia e ottenere buff temporanei. Sono risorse ottenibili come ricompense di missioni secondarie o acquistandole in appositi shop. Parlando di missioni secondarie, la particolarità di queste è che coinvolgono personaggi storici della prima serie di Dragon Ball, come Android 8 e Nam. Purtroppo sono quest abbastanza banali e semplici nelle loro richieste, ma sono approvate da Akira Toriyama in persona e servono a dare spazio a personaggi che non si sono più visti con l’arrivo della serie Z.
Oltre a combattere, però, Goku può intrattenersi con alcune attività secondarie come la caccia, la pesca e la ricerca di frutti o minerali (il cui utilizzo è ancora sconosciuto, immaginiamo una sorta di crafting).
La cosa che più ci è sembrata riuscita in questo Dragon Ball Z Kakarot sono le boss fight, in particolare quella di Radish,l’unica che abbiamo potuto provare. Radish è un nemico molto potente rispetto a Goku, quindi è importante schivare accuratamente gli attacchi e colpire solo durante le aperture e i momenti di debolezzao. Il combattimento si svolge a fasi che risultano molto spettacolari, sia dal punto di vista estetico che coreografico. Ad ogni fase Radish aggiungerà sempre più mosse da eseguire al suo repertorio, richiedendo una dovuta dose di attenzione per imparare i pattern del nemico e capire quando attaccare.
Dragon Ball Z Kakarot è un gioco che sicuramente troverà un sacco di consensi e di apprezzamenti da parte dei fan del manga e dell’anime, ma è chiaro che ha ancora molto da mostrare per convincere appieno. Essendo un RPG a “mondo aperto”, quello che abbiamo grattato è solo la superficie, c’è ancora tanto da scoprire e da analizzare. Il gioco arriverà nei primi mesi del 2020 quindi ci sarà modo di vederlo in altre occasioni per avere più dettagli e sapere se ci troviamo davanti ad un nuovo mastodontico titolo di Dragon Ball.