E3 2018: State of Mind – Anteprima
Il transumanesimo è un movimento filosofico e scientifico il cui scopo è portare l’umanità oltre i limiti del corpo umano attraverso la tecnologia, estendendendone le capacità fisiche, psichiche, intellettuali e, infine, la vita. La principale organizzazione transumanista si chiama Humanity+, e ne fanno parte molti personaggi di spicco della Silicon Valley, ma anche scienziati, ricercatori, e sviluppatori di videogiochi – come l’ideatore di State of Mind, gioco in produzione presso Daedalic Entertainment.
Sulla falsariga di Deus Ex, cavalcando l’onda della popolarità di Detroit: Become Human, e non mancando di ispirarsi a film come The Truman Show, Blade Runner, Ready Player One o serie come Black Mirror, State of Mind è un’avventura thriller che ci porta all’interno di una Berlino post-moderna e distopica dove tecnologie robotiche, informatiche e cibernetiche hanno trasformato la società. Ciononostante, crisi sociali, economiche e politiche dilagano, e gli individui cercano riparo dalla vita reale all’interno di un mondo virtuale chiamato CITY 5, in cui è possibile trasferire la propria coscienza. In questo allegro quadro controlleremo vari personaggi con diversi punti di vista e storie da affrontare che, tuttavia, si troveranno presto ad incrociarsi tra il mondo reale e quello virtuale all’interno di una cospirazione più grande di loro.
Uno di questi personaggi è Richard, giornalista non amante della tecnologia usata al fine di controllare la popolazione, la cui famiglia è scomparsa misteriosamente. Poi c’è Adam, essere digitale che vive all’interno di CITY 5 ma non sa di non essere umano o di non vivere nel mondo reale. C’è infine Lydia, amante di Richard che scoprirà essere un clone dotato di una durata di vita limitata. Ognuno di loro ha caratteristiche e storie molto diverse, e come avrete intuito nessuno di loro è un santo: l’intera narrazione è una costante scala di grigi in cui non si fanno favoritismi per nessuno – nemmeno per la filosofia transumanista supportata dagli autori, poiché lo scopo è lasciare che i giocatori decidano per loro stessi. Ma come si gioca State of Mind?
Il gameplay ricorda molto i titoli Quantic Dream, dove si esplora in terza persona e si interagisce con cose e persone con un limitato numero di comandi e diverse scelte di dialogo. Non mancano tuttavia elementi delle classiche avventure grafiche come puzzle, mini-giochi, e un inventario. Oltre all’interazione faccia a faccia tra personaggi, sarà possibile utilizzare anche un telefono AR integrato nelle lenti dei personaggi per mettersi in contatto con gli altri non presenti, sia attraverso chiamate che con sistemi di messaggistica. Lo svolgimento della trama è non lineare e ricco di flashback, ulteriore similitudine con titoli come Beyond: Two Souls. A differenza di Quantic Dream, tuttavia, Daedalic non ha certamente il budget per permettersi il realismo grafico, pertanto ha optato per uno stile grafico low-poly che, sebbene usi l’Unreal Engine 4, ricorda quasi The Way of Life.
State of Mind è un grosso mix di idee prese da decine di altri prodotti e messe assieme per formare una nuova avventura. Non che ciò sia un male: al giorno d’oggi è difficile proporre qualcosa che non sappia di già visto e sarebbe stupido criticare una buona idea solo per le ispirazioni prese, tuttavia il rischio è che il gioco finisca col diventare un paragone a tutti i titoli menzionati senza però raggiungere i livelli di eccellenza che contraddistinguono i suddetti. Scopriremo se le nostre paure sono fondate il 16 agosto, quando State of Mind uscirà su PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch.