E3 2018: SoulCalibur VI – Provato
Dopo il grande ritorno di Tekken con il settimo capitolo uscito lo scorso anno, in molti hanno sperato in un ritorno anche del fratellino minore dell’Iron Fist Tournament, una speranza infine realizzata con l’annuncio ufficiale di SoulCalibur VI durante i The Game Awards 2017 lo scorso dicembre. Anche se non popolare quanto Tekken, molti giocatori prediligono la saga cappa e spada Bandai Namco per il minore abuso di juggle e per lo spiccato accento sulla storia.
Nonostante le introduzioni audaci ma non sempre efficaci apportate alla serie, i fan di lunga data ancora aspettano un gioco che possa superare l’indimenticabile secondo capitolo, e molti sono rimasti particolarmente delusi da SoulCalibur V, temendo che con esso la saga fosse arrivata a un’impasse.
Sembra che Bandai Namco sia conscia della situazione, e voglia mettere un punto e a capo alla serie e cercare di rilanciarla all’antica gloria, cercando un equilibrio tra accessibilità ai neofiti, ma comunque senza perdere di vista i veterani, tra spettacolarità ed efficacia.
In occasione dell’E3 2018 appena tenutosi a Los Angeles abbiamo avuto modo di provare il gioco dopo una breve presentazione di Bandai Namco, e ovviamente siamo qui a riportarvi la nostra esperienza.
Le meccaniche di base di SoulCalibur VI aderiscono a quelle classiche della serie: ancora una volta ci saranno i tasti per guardia, attacco orizzontale, attacco verticale e calcio, e combinando i tasti di attacco e guardia si eseguirà una proiezione; potremo utilizzare ancora le Guard Impact per interferire col ritmo dell’avversario e gestire il posizionamento.
Tornano anche le Critical Edge (introdotte nel precedente capitolo) che ora sono eseguibili tramite la pressione di un singolo tasto. In alternativa è possibile utilizzare la barra di energia per attivare il Soul Charge, uno stato in cui il personaggio viene momentaneamente potenziato con tanto di cambio di aspetto ed effetti che varia a seconda del lottatore; Kilik ad esempio sbloccherà una sua versione oscura in cui i suoi colpi godranno di maggiore portata e potenza, sacrificando però la salute.
La vera novità per questo capitolo è rappresentata dalle Reversal Edge, da attivare a piacimento ma con oculatezza, in quanto se eseguita a vuoto deteriorerà la barra della guardia. Attivandola partirà una breve sequenza in slow motion con uno zoom della telecamera (molto simile alle sequenze critiche di fine round viste in Tekken 7) in cui vedremo i due contendenti avvicinarsi l’un l’altro, a quel punto dovremo risolvere lo scontro scegliendo se attaccare, parare o schivare, e nel caso si esegua un attacco bisognerà scegliere tra i tre disponibili. L’esito dello scontro viene deciso con una sorta di dinamica sasso-carta-forbici un po’ più complessa, e una volta avuta la meglio sull’avversario attiva una breve sequenza coreografica; uno strumento da tenere sotto controllo per i giocatori più pressanti, ma da usare con attenzione per quelli più difensivi.
Anche se si tratta di un’introduzione interessante, la Reversal Edge risulta abbastanza prevedibile, e gli sviluppatori stessi hanno affermato che è stata concepita più per i neofiti che per i giocatori esperti, che con tutta probabilità non la troveranno utile negli scontri a livelli alti, se non per ottenere dei vantaggi di posizionamento in certi frangenti.
L’impressione generale del nuovo SoulCalibur rimane comunque fedele alla saga che conosciamo, i match si susseguono con la tipica tensione da tempismo e anticipazione delle mosse avversarie, i colpi e i contrattacchi si susseguono fluidi e spettacolari. I combattenti hanno delle nuove mosse che si adattano alla struttura generale del gameplay, riuscendo a risultare abbastanza “freschi” senza snaturare la caratterizzazione dei move set.
Ricordiamo che del roster sono già stati confermati Kilik, Xianghua, Siegfried, Nightmare, Sophitia, Mitsurugi, Taki, Maxi, Ivy, Zasamael e Yoshimitsu, mentre tra le new entry troviamo Groh e la guest star Geralt di Rivia direttamente dalla saga di The Witcher. Tra una partita e l’altra abbiamo notato che nella schermata di selezione dei personaggi c’erano ancora circa dieci slot ancora vuoti, quindi aspettatevi altri annunci nei prossimi mesi che ci separano dall’uscita del gioco.
Groh sembra che potrà contare su una notevole varietà di attacchi, potendo contare sulla sua mutevole arma che potrà essere utilizzata come una doppia lama alla Darth Maul o come due spade separate, variando quindi la velocità e la portata degli attacchi. Geralt dal canto suo potrà contare sul suo repertorio di abilità magiche, che comunque sembrano essere state bilanciate in modo da non renderlo un personaggio da spamming impunito.
Graficamente il gioco si presenta con una buona veste rinnovata grazie all’impiego dell’Unreal Engine 4, (scelta già compiuta per Tekken 7), anche se alcuni effetti delle texture dei modelli poligonali non ci hanno convinto appieno. C’è da dire che durante i combattimenti ci saranno davvero ben poche occasioni di ammirare i personaggi, e l’importante in fin dei conti è che l’impatto visivo sia piacevole e l’azione fluida.
Notevole inoltre è la possibilità di danneggiare i costumi dei personaggi durante il combattimento; durante uno scontro contro Mitsurugi ci siamo trovati con i vestiti a brandelli. Un piccolo tocco di classe che dà agli scontri quel giusto tocco di drammaticità in più.
Chiudiamo infine con delle buone notizie riguardo la trama del gioco. In linea con la volontà di rinnovare la saga, Bandai Namco ha annunciato che la storia di SoulCalibur VI riprenderà dagli eventi del primo capitolo durante il XVI secolo, e li rivisiterà “per svelare verità nascoste” (cit.) Protagonista principale sarà Kilik nella sua lotta interiore con la sua parte demoniaca, e in alcune immagini in passato abbiamo visto Xianghua impugnare la Soul Calibur.
Gli altri personaggi non saranno messi da parte come in passato, ma ognuno riceverà attenzione e il suo posto nella trama principale, che sarà gestita nuovamente da una Cronistoria lineare senza diramazioni, che mostra la storyline di ciascun personaggio in un rapporto cronologico con quella degli altri. Nel seguente trailer è possibile dare un’occhiata a quello che ci aspetta.
Bandai Namco si gioca molto con SoulCalibur VI, e sembra esserne conscia. Dopo un quinto capitolo che non ha fatto breccia nel cuore dei fan, c’è davvero bisogno di un ritorno di fiamma che riporti la Storia di anime e spade nell’olimpo dei picchiaduro moderni. Per il momento il titolo di Motohiro Okubo alla testa di Project Soul promette davvero bene. Oltre a una giusta attenzione alla storia, staremo a vedere se la nuova formula gameplay si rivelerà troppo volta all’accessibilità, o se sarà capace di trovare il giusto equilibrio per soddisfare anche i fan storici.