E3 2017: Assassin’s Creed Origins – Anteprima
Assassin’s Creed è un brand che si ama o si odia: molti lo criticano per la sua (obiettiva) staticità e le poche innovazioni da capitolo a capitolo e, quando la situazione diventa calda come in questo caso, è sempre difficile accontentare i fan. Assassin’s Creed Origins, presentato ufficialmente pochi giorni fa alla conferenza E3 2017 Microsoft, pare però avere qualche carta in serbo per tentare di riportare in auge la saga. Ubisoft ha inoltre precisato che il titolo sarà disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One, ma che graficamente verrà ottimizzato per la neonata Xbox One X.
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Il titolo, come è ormai noto a molti, sarà ambientato in Egitto nel priodo dell’espansione romana, e ci introdurrà alla nascita della Confraternita degli Assassini. Ciò quindi non fa che confermare i vari leak che hanno anticipato l’annuncio ufficiale del titolo. Vestiremo i panni di Bayek, un medjay, ossia un esperto combattente addestrato nell’arte della guerra, il quale sarà un elemento fondamentale per la creazione della Confraternita. Ma Bayek non sarà solo: durante le nostre avventure potremo prendere il controllo di Senu, il compagno/aquila del primo Assassino, le cui abilità avranno un ruolo cruciale per l’avanscoperta.
Niente più Occhio dell’Aquila quindi: la celebre abilità che permetteva agli altri Assassini di individuare i nemici o i loro obiettivi verrà infatti sostituita da Senu, che Bayek potrà richiamare in qualsiasi momento. Il controllo passerà dall’Assassino al volatile, che potremo quindi dirigere verso il luogo d’interesse per dare un’occhiata senza alcun pericolo. Grazie a Senu inoltre potremo marcare i nemici e, una volta ripreso il controllo di Bayek, l’effetto sarà pressappoco lo stesso che si aveva dopo l’uso del vecchio Occhio dell’Aquila.
La novità di Senu però passa in secondo piano quando iniziamo a parlare di combat system: una delle critiche mosse a molti dei capitoli di Assassin’s Creed è proprio quella dell’eccessiva semplicità dei combattimenti. Non è raro che, da Assassin’s Creed III fino a Syndicate, capiti di essere circondati da una miriade di nemici e di uscirne non illesi, ma quasi. È anche vero che, di titolo in titolo, Ubisoft si è prodigata per migliorare quest’aspetto del gioco: più volte il sistema di combattimento è stato limato e sistemato fino ad arrivare a Origins.
Bayek non sembra essere vittima del solito sistema di schivata e contrattacco al momento giusto per sterminare i nemici: in Origins non si ha quella sensazione di invincibilità, di facilità. Le schivate, le parate e gli attacchi vengono pesati diversamente, in una meccanica più ispirata a quella di The Witcher 3 che ai precedenti capitoli di AC.
Tuttavia, dai gameplay mostrati, si evince anche l’intenzione degli sviluppatori di premiare lo stealth, l’azione furtiva per i quali gli Assassini dovrebbero essere famosi, piuttosto che la forza bruta e l’approccio diretto. Spesso negli scontri con più avversari Bayek sembra essere in difficoltà, cosa che invece cambia radicalmente quando il medjay agisce di soppiatto e fa fuori i nemici uno per uno sfruttando la marcatura di Senu, l’ambiente e le sue abilità furtive, insieme alle due armi più letali e silenziose quali l’arco e l’ormai celebre lama celata. Molto meglio il silenzio e le uccisioni caute, invece del baccano e dei feroci scontri all’arma bianca. Questa linea intrapresa ci fa quindi ben sperare.
Caratteristica che potrà strappare qualche sorriso è l’interazione con l’ambiente. Nei video di gameplay mostrati, ad esempio, viene mostrata l’interazione con il fuoco. Incoccando la freccia e avvicinando la punta a una fiamma, come quella di una torcia, questa prenderà fuoco. Lanciando quindi la freccia verso i nemici, le imbarcazioni o comunque i materiali infiammabili si potrà scatenare un incendio con cui i nostri avversari dovranno fare i conti. Altra piacevole innovazione è la possibilità di esplorare il mondo subacqueo: Bayek sarà capace di immergersi e andare alla ricerca di tesori sommersi, senza però le limitazioni che si avevano in Black Flag: qui infatti l’intero mondo subacqueo, dalle oasi ai fiumi, pare sarà esplorabile. Vi saranno anche graditi ritorni come la possibilità cacciare – ovviamente fauna egiziana – e la possibilità di guidare delle imbarcazioni, sfruttandole per velocizzare gli spostamenti.
Ultimo ma non meno importante è l’aspetto dedicato alla crescita del personaggio: proprio come Jacob e Evie in Syndicate, Bayek guadagnerà dei punti esperienza in base alle azioni compiute e, salendo di livello in livello, guadagnerà dei punti abilità che potremo spendere nell’apposito albero dedicato. Quest’ultimo sembra essere più ricco rispetto a quelli dei capitoli precedenti, dividendosi tra l’altro in tre diverse specializzazioni: una dedicata alla caccia e all’approccio furtivo, una alle abilità da guerriero e l’altra alla manipolazione e interazione con l’ambiente. La personalizzazione più profonda e diversificata, dunque, non può che essere pensata come un’altro piccolo passo avanti verso il miglioramento.
Di fronte a quello che Ubisoft ha mostrato negli ultimi giorni è lecito aspettarsi qualcosa di più da Assassin’s Creed Origins rispetto a tutti i suoi predecessori. Il fascino esotico della nuova ambientazione, da sempre elemento fondamentale in ogni capitolo della saga, l’introduzione di un nuovo personaggio e le innovazioni nel gameplay avranno il compito di far di nuovo breccia nel cuore di tutti gli appassionati e svecchiare finalmente la saga. Le premesse, insomma, sembrano esserci tutte. Rimandiamo il nostro verdetto a fine ottobre, quando potremo finalmente sviscerare la versione finale del titolo e, si spera, confermare il tanto atteso ritorno in auge del brand.