[E3 2016] Ghost Recon: Wildlands – Hands on
Se c’è un publisher esperto nel rinnovare da zero i propri brand quello è Ubisoft. Ghost Recon: Wildlands abbandona le spoglie post-moderne degli ultimi episodi per tornare ai giorni nostri con un gameplay open world assolutamente inedito all’interno della serie, e con la promessa di consegnare ai giocatori uno dei propri titoli più espansi di sempre. E da quello che abbiamo visto potrebbe persino essere vero!
Ghost Recon: Wildlands è ambientato in una Bolivia corrotta e controllata dai cartelli della droga e come da tradizione, il governo americano non può restare a guardare e manda la sua forza speciale di élite a ristabilire la democrazia. Conclusa la poco originale sinossi narrativa passiamo a raccontare del rinnovato gameplay di questo Ghost Recon: tradizionalmente la serie si è sempre caratterizzata per una struttura composta da un susseguirsi di missioni lineari con una limitata libertà di azione, mentre Wildlands opta per un approccio completamente diverso dove quattro giocatori (o un giocatore e tre bot) hanno a disposizione un enorme territorio e un ampio numero di missioni che possono svolgere nell’ordine e nelle modalità che preferiscono.
La demo, giocata in quattro persone divise in due coppie, era composta da una singola missione guidata dai rappresentanti di Ubisoft che ci ha permesso di osservare tutti gli aspetti interessanti del gioco. Dopo aver preso confidenza con i comandi ci siamo radunati su una collina a osservare un’abitazione dove si trovava un socio del nostro obbiettivo da catturare e interrogare. Utilizzando dei droni abbiamo marcato tutti i nemici presenti per poterli avere facilmente evidenziati nello schermo al momento di passare all’azione. Ogni giocatore ha quindi estratto il fucile da cecchino, montato il silenziatore e designato un bersaglio da colpire simultaneamente.
Il primo colpo è andato a buon fine per tutti riducendo così il numero di nemici senza dare nell’occhio, dopodiché a causa della sbadataggine di chi sta scrivendo questo articolo, una granata è volata verso la casa mandando all’aria la copertura. Abbandonata ogni speranza di risolvere la situazione tatticamente ci siamo lanciati all’inseguimento del bersaglio fuggito su un veicolo e che abbiamo rincorso a nostra volta salendo su un’auto parcheggiata. Scopriamo piacevolmente che chi non è impegnato a guidare può facilmente esporsi dal finestrino e quindi utilizzare liberamente le proprie armi. Una volta raggiunto il bersaglio, rifugiatosi presso un’altra casa controllata dal cartello e allertando i suoi residenti, il resto del team si è dedicato a fornire fuoco di copertura mentre il sottoscritto è corso direttamente dal soggetto, immobilizzandolo e costringendolo a fornire le informazioni richieste.
Una volta ripulita la zona abbiamo chiamato un elicottero per farci trasportare alla nostra prossima destinazione. Dall’alto abbiamo potuto osservare non solo la vastità del territorio ma anche la sua dinamicità: le strade asfaltate sono sempre popolate di veicoli civili in movimento e, sebbene non abbiamo avuto modo di approfondire, gli sviluppatori ci assicurano che tutti gli NPC che si incrociano seguono delle routine, popolano i centri abitati compiendo azioni quotidiane e reagiscono (pacificamente o meno) ai comportamenti di protagonisti, governo e cartello.
Giunti all’altezza del nostro nuovo obbiettivo ci siamo lanciati su una collina poco distante da un enorme base del cartello protetta da torri di vedetta, cancelli fortificati, cecchini e addirittura un mortaio. Dopo aver nuovamente osservato la situazione con i droni ci siamo divisi in due gruppi, uno diretto verso alcuni ribelli prigionieri e uno in cerca di alcuni file riservati da recuperare. Anche in questo caso l’approccio iniziale è stato quello di muoversi di soppiatto ed eliminare i nemici a distanza con i silenziatori, ma la quantità di nemici rendeva davvero difficile giungere ai file in modo pulito. Proprio a questo sono serviti i ribelli, che una volta liberati hanno iniziato ad attaccare i loro carcerieri e prendere in mano le armi, scatenando un vespaio.
I cecchini sulle torri hanno iniziato a prendere di mira sia i ribelli che noi e gli allarmi azionati hanno fatto tempestivamente arrivare sul posto interi camion carichi di rinforzi, il mortaio ha iniziato a sparare sulle nostre posizioni, ogni postazione di mitragliatrici fisse ha aperto il fuoco. Un vero inferno a cui abbiamo risposto sparando con i fucili d’assalto su tutto ciò che si muoveva e sui numerosi elementi esplosivi (taniche di benzina sparse in giro e un’intero serbatoio che esplodendo ha dilaniato soldati nemici e veicoli). Recuperate le informazioni siamo scappati più in fretta possibile, lasciando che i ribelli liberati si occupassero del resto, e a questo punto la demo è finita.
La trasformazione da sparatutto lineare a gioco open-world in terza persona di Ghost Recon: Wildlands ci è piaciuta parecchio: il titolo si avvicina molto a Far Cry e GTA in termini di dinamicità del mondo e quantità di missioni da compiere, ma mantiene il focus tattico che ci si aspetta da un gioco di questa serie. Resta da vedere se l’efficienza dei propri compagni giocando in single player renderà comunque meritevole l’esperienza finale, e naturalmente auspichiamo che le missioni siano abbastanza varie da non rendere il gioco noioso nell’arco di poche ore. Ghost Recon: Wildlands sarà disponibile su PC, Xbox One e PlayStation 4 a partire dal 7 marzo 2017.