Dying Light – Dying Light – I morti ritornano su next gen


E’ tempo di next gen anche per gli zombie games e proprio per questo Warner Bros ci propone l’atteso Dying Light, in una demo giocabile a porte chiuse nella fiera tedesca.

Dying light è il successore spirituale di Dead Island, un misto fra un rpg e fps ambientato in un paradiso tropicale infestato da non morti.
La serie originale, che conta due capitoli, ci metteva nei panni di un avventuriero che doveva fronteggiare orde di non morti utilizzando soprattutto armi non convenzionali. Lo scopo del gioco era anche quello di esplorare il mondo di gioco, utilizzando saltuariamente alcuni veicoli nell’ambientazione open world.
I due capitoli originali sono stati accolti tiepidamente dalla critica, che ne ha riconosciuto la carica innovativa, ma anche puntualizzato la necessità di rifiniture delle meccaniche di gioco.
 


I ragazzi di Techland sono tornati all’attacco e dimostrano di aver imparato dal passato, correggendo alcune delle pecche delle produzioni precedenti. La demo provata a Colonia ci metteva nei panni dell’eroe di turno e ci chiedeva di attivare le difese del campo di sopravvissuti attivando 3 interruttori disseminati nell’area di gioco.
La prima cosa di cui ci rendiamo conto è come il sistema di movimento del giocatore risulti simile a quanto visto in Mirror’s Edge. Non saremo solo pedine all’interno di un’ambientazione, ma riusciremo sempre ad utilizzarla a nostro vantaggio, a volte sarà proprio l’ambiente ad essere il nostro più prezioso alleato.
I non morti infatti possono arrivare a decine contemporaneamente nelle ristrette strade cittadine ed avere la meglio sul giocatore con poco sforzo.
La nostra arma vincente quindi non sarà più la forza bruta ma l’astuzia di trovare sempre il percorso più conveniente, arrampicandoci su palazzi o all’interno di edifici.
 


Il giocatore potrà anche lanciare trappole evasive per attirare non morti lontano da sé, utilizzare esplosivi, oppure sfruttare caratteristiche dell’ambiente stesso, come fare scattare l’antifurto di un’auto per avere la meglio sui nemici.
Durante il giorno il giocatore può avere la meglio sulle centinaia di non morti che affollano la città con semplici stratagemmi, ma è di notte le cose si complicano notevolmente. Gli zombies infatti diventano molto più ostici se esposti alla luce lunare, risultando nemici difficilissimi da abbattere ed avversari capaci di rincorrervi per miglia, correndo dietro di voi. Questa trovata riesce a trasformare il giocatore da predatore a preda e riesce a mantenere costante l’adrenalina durante le missioni che vorrete a tutti i costi completare prima del tramonto.
Il senso di tensione che si respira è alto, la sensazione di essere da soli contro un esercito di famelici zombie è resa molto bene, ma è soprattuto l’interazione con l’ambiente ad averci convinto durante la demo.
Dal punto di vista del gameplay, alcune note negative riguardano le poche combo date a disposizione al giocatore, gli attacchi sono sempre gli stessi a cui si aggiunge una proiezione judo e l’immancabile calcio per allontanare i nemici.
 


La versione provata era su PS4, ma dal punto di vista tecnico il gioco non stupisce eccessivamente. Si sono visti tutti i miglioramenti che ci si aspettano da un titolo next-gen, come un ridicolo aumento del polygon count e shader in alta definizione, ma niente di più. Mancano ambienti completamente deformabili o altre features che gli zombie games ancora non offrono e che probabilmente vedremo nei prossimi capitoli.

Dying Light è un titolo che impara dalla sua eredità e cerca di fare meglio, forse rimanendo troppo ancorato al passato, ma senza dubbio restando un prodotto diverso nell’industria videoludica ed assolutamente divertente ed adrenalinico. Lo terremo sicuramente d’occhio.

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