Dragon Quest VIII: L’Odissea del Re Maledetto – Anteprima 3DS
Nonostante i tentativi negli anni da parte di Square Enix, Dragon Quest resta un brand che fa fatica a trovare riconoscimenti nel pubblico al di fuori del Giappone. In questo senso Dragon Quest VIII fu l’ultimo tentativo in tal senso, il quale, pur arrivando infiocchettato con il doppiaggio in inglese e la completa traduzione scritta in italiano, non è comunque riuscito a vendere quanto si sperava, probabilmente anche per via del periodo ormai calante di PlayStation 2. A risollevare la situazione ci si è messa Nintendo, che ha accolto la serie sulle sue piattaforme e ha collaborato per la realizzazione delle traduzioni, specialmente in vista di Dragon Quest XI previsto per Nintendo Switch.
Per spianare al meglio la strada al nuovo capitolo Square Enix e Nintendo hanno preso la strada dei remake/remastered in modo tale da creare un fondo solido da cui i videogiocatori europei e nord americani possano attingere. I primi a finire sotto i ferri sono stati i capitoli IV, V e VI che tra il 2007 e il 2010 sono stati rifatti completamente per funzionare al meglio su Nintendo DS.
Stessa sorte è toccata anche a Dragon Quest VII, di cui vi abbiamo parlato qualche mese fa, il quale arriva nelle regioni PAL completamente ridisegnato su Nintendo 3DS. Per quanto riguarda invece l’ottavo capitolo il discorso è leggermente diverso e andiamo subito ad approfondirlo.
Uscito originariamente su PlayStation 2 nel 2006 in europa (in Giappone circa due anni prima) Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto è stato il primo titolo della saga a essere basato su di una grafica completamente poligonale che, combinata a un tecnica in cell shading particolarmente raffinata, riesce ad animare i disegni di Akira Toriyama con una fedeltà quanto vai vicina a quella di un anime.
A differenza dei precedenti capitoli che hanno subito il processo di ammodernamento, in questo caso è stato sufficiente adattare il gioco alla console portatile Nintendo, senza dover ricostruire tutto da capo. Ma come abbiamo avuto modo di provare con i lavori già usciti, è ovvio che non stiamo parlando di un mero porting, ma di un vero e proprio lavoro di revisione e rifinitura. Le novità in questo caso sono parecchie e anche mettendosi a fare un elenco, la lettura diventerebbe sicuramente corposa.
Tutto il lavoro svolto cerca di mettere a proprio agio contemporaneamente sia i vecchi fan che i nuovi amici di Dragon Quest, prendendo in prestito le parole di Hajime Tabata. Appena usciti dalle città si può notare la prima grande differenza: ora i nemici sono presenti sulla mappa e possono quindi essere evitati o, se lo si necessita, rincorsi. In questo modo viene meno il fattore di incontri casuali che potrebbe tediare i novizi e allo stesso modo viene data un’arma in più per chi sta cercando qualche creatura in particolare; per differenziare i mostri élite, che già nella versione originale erano mostrati sullo scenario, ora è presente un’apposita icona con due lame incrociate sopra la loro testa.
Un’altra apparentemente piccola modifica, vuole che i punti vita vengano ripristinati ogni volta che si passa di livello, e potrete farlo ancora più facilmente, specialmente se conoscete perfettamente i nemici contro cui andrete a scontrarvi e le vostre abilità, portando la velocità dello scontro a 2X: con questa opzione selezionata gli scontri gireranno a 60 FPS, senza però che vengano aumentati i frame dello scontro, risultando quindi in una velocità doppia rispetto al normale. Funzione estremamente utile nelle fasi iniziali e finali del gioco, con la quale potrete tagliare molti tempi morti.
Un altro cambiamento utile a eliminare inutili attese è legato al calderone alchemico, che ora non richiederà più di effettuare un numero spropositato di passi, ma sarà immediato. Oltre alle facilitazioni, ci sono cambiamenti anche per tenere alta l’attenzione anche di chi aveva già giocato il titolo al tempo: alcuni dungeon sono stati modificati, con oggetti diversi e posizionati in modo differente da quanto archiviato nei nostri ricordi. In più anche i puzzle da risolvere per avanzare sono stati modificati, in modo tale da garantire la freschezza di una nuova esperienza.
Per quanto riguarda i cambiamenti c’è da citare anche la traduzione che ha subito una rielaborazione, pur rimanendo particolarmente fedele all’originale, e un più generale ribilanciamento tra le statistiche dei personaggi e dei mostri.
Se la lista delle modifiche è corposa, anche quella delle aggiunte non scherza. Innanzitutto sono state inserite nuove scene d’intermezzo che vanno ad arricchire la narrativa del gioco. Per quanto riguarda le originali, invece, riportano ancora in toto il doppiaggio proposto nel 2006. Sono state aggiunte diverse side quest e una di esse richiede al giocatore di fotografare tutte specifici oggetti o nemici, in alcuni casi anche in stati particolari. La fotocamera è accessibile in qualunque momento premendo il tasto start e da la possibilità al giocatore di spostare la telecamera nel punto desiderato (sempre ruotando attorno al personaggio) e di far prendere delle apposite pose al nostro eroe.
Le foto vengono salvate sulla memoria SD del 3DS e possono essere condivise con altri giocatori tramite StreetPass, in modo tale che il destinatario possa a sua volta salvare l’immagine e consegnarla all’NPC che ne aveva fatto richiesta e completare così una quest. Parlando di funzionalità esclusiva di 3DS, Square Enix ha preparato un calendario di oggetti da recapitare ai giocatori che si connetteranno i vari giorni dopo l’uscita, il tutto tramite SpotPass.
Dopo più di un decennio Dragon Quest VIII: L’odissea del re maledetto torna sugli schermi europei e nord americani. Sicuro del suo charme ancora ben consolidato nonostante il passare degli anni e forte di grandi novità introdotte con questa versione per Nintendo 3DS, è pronto ad ammaliare chi ancora non conosce la saga e allo stesso tempo stupire chi ricorda a mena dito ogni dettaglio del gioco originale.