Doom – Beta Hands On
Quest’anno Maggio sarà un mese molto caldo e non solo perché a ridosso della stagione estiva. Il portale per l’inferno verrà nuovamente aperto e orde demoniache si riverseranno per l’ennesima volta sugli schermi dei nostri PC e Console. Sarete pronti per quel momento? Id Software e Bethesda Softworks non vogliono farsi cogliere impreparati con Doom e, a distanza di circa un mese dal rilascio ufficiale (13 Maggio), hanno testato tramite closed beta l’efficienza dei server di gioco per il comparto multiplayer. Abbiamo avuto modo di verificare personalmente la bontà dell’importante componente multigiocatore di Doom e siamo rimasti scottati dalla frenesia del nuovo capitolo di quello che si può ben definire lo sparatutto per antonomasia.
La closed beta multiplayer di Doom è stata articolata nell’arco di quattro giorni, dall’1 al 4 Aprile, rendendo disponibili la classica modalità Deathmatch a Squadre e Via della Guerra, una dominazione con elementi originali e dinamici, mentre le mappe messe a disposizione dei giocatori sono state anch’esse due: Altoforno e Infernale. A nostra disposizione sono state inserite le sei armi principali più il Cannone Gauss, il Demone Revenant, due tipologie di granata (a frammentazione e prosciugante) più il teletrasporto personale, moduli hack, diverse gesture e customizzazioni delle skin sbloccabili con l’avanzamento di livello.
Discesa negli inferi
Fin da subito si sono evidenziati due elementi preponderanti della modalità multigiocatore di Doom, la frenesia e lo splatter. Dopo la scelta della classe, da cui dipende il set di armi a nostra disposizione, e una breve attesa per la ricerca di altri giocatori tramite matchmaking ci siamo visti catapultare all’interno dell’arena di gioco. Fatto questo, non rimane molto tempo per pensare e si parte subito in una frenetica lotta per uccidere e non essere ucciso. Le prime partite, soprattutto in Deathmatch a Squadre, sono state spiazzanti sia per gli abbinamenti non ancora perfetti che ci hanno messo contro giocatori di livello molto più alto rispetto al nostro, sia per la velocità con sui si svolge tutta l’azione in entrambe le modalità proposte. Innegabile il senso di deja vu che i “quaker” vecchia scuola potranno trovare nel multiplayer di Doom non solo per la velocità dell’azione ma anche per i salti, i power up e altri elementi retrò inseriti da Id Software. Per varie componenti del gioco è stato fatto un lavoro di innovazione guardando al passato, come dimostra Via della Guerra. La classica modalità dominazione è stata infatti rivisitata rendendola molto più dinamica: la zona da controllare non si sposterà più da un punto all’altro rimanendo poi statica ma sarà in perenne movimento seguendo il percorso della mappa mentre i punti verranno accumulati in modo usuale, controllando la zona e difendendola dagli assalti nemici.
Se è vero che velocemente si può morire, è anche vero che la curva di apprendimento delle dinamiche di gioco del multiplayer di Doom risulta molto alta mettendoci in grado di padroneggiare le varie armi e gli oggetti in breve tempo. Con la progressione del nostro livello potremo personalizzare diversi aspetti del pre-partita creando set personalizzati di armi, la predisposizione degli hack da utilizzare, delle gesture (alcune davvero esilaranti) e la classica customizzazione delle skin di personaggio e armi. I moduli hack rappresentano una delle novità del titolo e si concretizzano in oggetti consumabili monouso che possono essere acquisiti progredendo nel gioco e utilizzabili a nostra scelta durante i vari match. Essi agevolano in diversi modi il giocatore, ad esempio possono segnalare il tempo di respawn degli oggetti sparsi per la mappa o dei power-up o, ancora, permettono di ottenere un incremento maggiore dell’esperienza derivante dalle varie uccisioni e così via.
Evocare per dominare
Per quanto riguarda i vari items distribuiti sulla mappa, come i canonici energia e munizioni, un discorso a parte meritano sicuramente i power-up speciali il cui tempo di respawn è decisamente maggiore. Tra questi abbiamo provato incrementi di velocità e danni quadrupli ma il più potente e importante in assoluto risulta “evocazione” che permette di trasformarci nel demone selezionato tra quelli a nostra disposizione nel pre-partita. Per questa closed beta è stato reso disponibile il Revenant le cui abilità particolari consistono, oltre in una maggiore energia, nella possibilità di sparare salve di missili ed effettuare salti molto più alti grazie al jet pack a sua disposizione. È innegabile come l’utilizzo sapiente del demone possa sovvertire le sorti di un match oltre ad aumentare maggiormente la frenesia di gioco e il senso di onnipotenza del giocatore.
Se le armi risultano le classiche dell’universo di gioco creato da Id Software, va menzionata la nuova possibilità fornita dalle due tipologie di sparo messe a disposizione che permetterà diverse strategie per far fuori i nostri nemici. Un esempio concreto è quello offerto dal rocket launcher: oltre all’esplosione da impatto potremo decidere di far detonare il missile in un determinato momento potendo così colpire bersagli a mezz’aria o comunque effettuare danni anche senza centrare l’obiettivo. Tra le novità presenti in Doom va segnalato anche il doppio salto derivato dal jet pack dello space marine e la possibilità di issarsi sulle piattaforme. Grazie a queste feature potremo spostarci molto più rapidamente e raggiungere i punti più alti della mappa in un lasso di tempo decisamente più breve e senza sfruttare necessariamente i salti presenti nelle mappe. Ma, oltre a questa maggiore dinamicità, il doppio salto permette anche un maggiore tatticismo grazie alla possibilità di aggirare i nemici e tendere eventuali agguati.
Non ci soffermeremo sul comparto grafico e sonoro vista lo stato di beta del titolo ma possiamo comunque già rassicurare tutti: il lavoro svolto sull’ottimizzazione del motore grafico e sui vari aspetti tecnici del titolo ci ha soddisfatto fin da ora. Sul lato sonoro, oltre alle musiche tendenti al metal è da segnalare la presenza del doppiaggio in italiano, già sentito nei vari trailer, della voce fuori campo che commenta gli avvenimenti all’interno del match multiplayer.
Nonostante qualche saltuario picco di lag, questa closed beta del multiplayer di Doom è stata appagante e frenetica ma, soprattutto, ha messo in tavola alcuni elementi che siamo certi diverranno canoni per le future esperienze di gioco negli sparatutto. Non vediamo l’ora di poter testare tutti gli altri demoni evocabili e scatenare letteralmente l’inferno nelle mappe realizzate da Id Software per il rilancio del suo brand più noto.