Dead or Alive 6 – Ultima prova prima dell’uscita
Un assaggio della storia, quest e non solo prima dell'uscita di questo Dead or Alive 6
Dopo averlo provato all’ E3 e dopo l’esperienza della open beta, abbiamo avuto un ultimo incontro con Dead or Alive 6 prima dell’uscita prevista per il prossimo 1 marzo 2018. L’occasione è stata perfetta per poter mettere finalmente le mani sulla modalità storia, sulla modalità quest e per avere un assaggio del roster finale completo.
La modalità storia, come si può immaginare, ruota attorno alla sesta edizione del torneo Dead or Alive, dove ciascuno dei 26 lottatori che prenderanno parte alla competizione avrà i suoi motivi per ambire alla vittoria. Tra questi troviamo le due grandi novità della serie, ovvero Nico e Diego. Nico è una giovane scienziata di 18 anni che lavora per la M.I.S.T., nota società segreta all’interno dell’universo di Dead or Alive, che combatte utilizzando un inusuale arte marziale chiamata Silat, di origine indonesiana, potenziata da degli apparecchi sulle mani che rendono elettrici i suoi attacchi. Diego, invece, è un combattente di strada proveniente dal Messico e che si è trasferito a New York per trovare i soldi necessari a curare la madre malata.
Gli altri 24 personaggi sono già tutte vecchie conoscenze, ma tra questi è bene menzionare almeno Raidou, il boss del primo capitolo che qui torna ad avere un ruolo chiave nella trama, e Nyotengu, che sarà un personaggio DLC ottenibile gratuitamente per tutti coloro che hanno prenotato la loro copia del gioco. Nel menù di scelta dei personaggi c’è un buco per altri 3 combattenti, ma non sappiamo se anche loro saranno disponibili attraverso DLC o se verranno svelati successivamente.
La storia di Dead or Alive, così come per gli altri titoli della serie, non ha mai rappresentato nulla per cui esaltarsi, e in questo sesto episodio, salvo sorprese, non crediamo sia lecito aspettarsi qualche cambio di rotta. La trama è suddivisa in capitoli, ciascuno composto da diversi scenari che si focalizzano su determinati scontri e determinati personaggi. Ogni scenario completato dà accesso ai successivi lungo una specie di mappa cronologica che permette di comprendere l’ordine e il flusso degli eventi. Abbiamo completato quelli del prologo e quelli del primo capitolo, ma non ci sono sembrati particolarmente ispirati e l’idea di frammentare la trama rischia spesso di spezzarne il ritmo, soprattutto là dove il gioco sembra prendersi sul serio (ovvero nelle vicende legate a Kasumi, Hayabusa e tutti gli altri Ninja).
Per quanto concerne la modalità quest, si tratta di una serie di sfide in cui il giocatore dovrà affrontare degli scontri e completare degli obiettivi specifici: tra questi segnaliamo ad esempio il dover colpire i nemici a terra un certo numero di volte, eseguire una combo che faccia un tot di danno, colpire i nemici in aria e via dicendo. Ogni sfida ha 3 obiettivi, che se completati vi permettono di ottenere una valuta in game con cui sbloccare costumi, accessori e tanto altro materiale extra. La personalizzazione dei personaggi ci è parsa un po’ limitata se paragonata ad altre realtà appartenenti allo stesso genere, ma è migliorata in maniera significativa se rapportata già a Dead or Alive 5. Inoltre, pare che giocando si potrà far salire il proprio livello giocatore oltre che quello del personaggio che si sta usando, ma non è ancora chiaro che tipo di benefici e che contenuti (a parte i Titoli) si andranno a sbloccare.
A livello estetico, il nuovo motore grafico risulta ottimo per quanto riguarda i personaggi, con dettagli come il sudore e i lividi che si mostrano progressivamente durante l’incedere dell’incontro, così come le espressioni facciali che mostrano il dolore di ogni colpo subito, soprattutto durante le slow motion. Siamo rimasti invece un po’ delusi dagli scenari che risultano approssimativi dal punto vista tecnico (soprattutto per via di un forte aliasing), ma che fortunatamente risplendono nella loro interattività e nella capacità di regalare sempre qualche colpo di scena, come l’apparizione di un Kraken che stritola i malcapitati o da Pterodattili iracondi per aver rotto le uova del loro nido. Speriamo che nella versione finale ci sia molta di varietà in termini di stage: sarebbe un motivo di vanto per questo sesto capitolo.
Ovviamente le modalità storia e quest non sono le uniche modalità presenti nel gioco: torneranno ovviamente le classiche modalità allenamento, sopravvivenza, arcade e multiplayer (sia locale che online). Incomprensibile l’assenza della modalità Tag Team, ovvero i combattimenti a coppia: speriamo sia dovuta solo alla build che abbiamo provato e che non sia stata rimossa volutamente.
Dal primo vero nuovo capitolo di questa generazione di console (DoA 5 era cross-gen) forse era lecito aspettarsi qualcosa di più, ma la realtà dei fatti è che i fan della serie chiedevano da tempo un nuovo capitolo e Dead or Alive 6 fa quello che gli riesce meglio: divertire. Più approcciabile dai neofiti grazie ad alcune accortezze e arricchito di tante piccole novità, farà la felicità anche di un sacco di veterani. Siamo usciti dalla nostra prova vogliosi di mettere le mani sul nuovo capitolo della fortunata serie di Team Ninja e speriamo che il titolo abbiamo vita lunga anche e soprattutto dopo la release del gioco, seguito da un supporto costante e un continuo bilanciamento. D’altronde, il team di sviluppo ha lavorato solo per portare Dead or Alive 6 sul palco degli eSports e forse questa potrebbe rivelarsi l’occasione giusta.