Darkwood – Anteprima
Più di qualche anno fa il genere horror è tornato alla ribalta con prepotenza prima nel mondo cinematografico e poi anche in quello videoludico. Nel secondo, che è quello che ci riguarda, il numero di giochi horror di case indipendenti e non ha iniziato a moltiplicarsi come funghi. Nella stragrande maggioranza dei casi, per quanto riguarda i prodotti indie, ci si trova davanti prodotti scadenti, incompleti, sviluppati apposta per spremere qualche soldo agli appassionati con un paio di jumpscares nemmeno ben ideati. In questo sottobosco di delusioni, Darkwood è uno dei prodotti che ci offre qualche speranza. In sviluppo dagli Acid Wizard, una SH polacca, Darkwood è un gioco a cavallo tra survival horror, GDR e roguelike ambientato in una misteriosa foresta da qualche parte nell’Europa dell’est in cui ci troveremo intrappolati e dove l’obiettivo sarà chiaramente quello di fuggire utilizzando ogni mezzo a nostra disposizione. Premesso che al momento il gioco si trova in uno stato precoce di lavorazione (siamo ancora in Alpha) il concept di base si può vedere fin troppo bene in quello che è stato realizzato finora.
Il bosco ha fame
L’esperienza in Darkwood è diversa dal tipico sparattutto simil-horror a cui siamo abituati. Essendo una sorta di free-roaming con inquadratura dall’alto, la componente horror è qualcosa di più sottile che serpeggia nell’ombra senza palesarsi mai apertamente. La minaccia infatti è tutta intorno a noi, e praticamente tutto quello che incontreremo potrà attaccarci, avvelenarci o ucciderci. L’unica eccezione sono alcuni NPC che incontreremo e con cui potremo interagire per far progredire la storia, per commerciare o per ottenere informazioni sulla foresta. La trama è volutamente sviluppata in modo molto oscuro ed ermetico, e tutto ciò che sapremo all’inizio è che una misteriosa piaga ha colpito l’intera regione causando la morte di quasi tutti gli abitanti, la follia dei pochi sopravvissuti e la distorsione del bosco e di ciò che lo abitava in qualcosa degno dei nostri peggiori incubi. L’atmosfera che regna costante ricorda quella che si poteva percepire nei vecchi Silent Hill, e complice anche la difficoltà decisamente elevata, saremo all’erta per tutta la nostra permanenza nel gioco. Con questa sensazione di costante minaccia e precarietà saremo costretti ad avventurarci nella foresta sempre più in profondità per cercare le risposte alle nostre domande, ed infine una via d’uscita verso la salvezza.
Non esattamente un campeggio
Il gameplay di Darkwood è strutturato in maniera piuttosto semplice: nel gioco il tempo scorrerà costantemente alternando fasi diurne e notturne. Nelle prime potremo esplorare il bosco alla ricerca di oggetti utili per la nostra sopravvivenza, raggiungere gli NPC presenti per avere indizi o per commerciare o progredire nella nostra missione. Nel bosco si può trovare di tutto, da edifici abbandonati o distrutti dalle fiamme, a grotte misteriose, a radure piene di funghi velenosi, a vecchi carri armati abbandonati. Starà a noi cercare in ogni cassetto di ogni luogo per trovare armi o oggetti che possano prolungare la nostra sopravvivenza.
Chiaramente la foresta non ci renderà la vita facile in questo: cani randagi o mutati, selvaggi armati di bastoni e pietre, persone trasformate in aberrazioni mortali saranno a spasso per l’ambiente di gioco pronti ad attaccarci. Di notte le cose si faranno ancora più complicate, le forze oscure del bosco diventeranno infatti più forti e aggressive, e saremo costretti a chiuderci nel nostro rifugio, a rifornire il nostro generatore di benzina per far funzionare le lampade, a barricare le finestre con assi di legno o spostando i mobili a nostra disposizione e a pregare che quello che c’è fuori non si accorga di noi. Uscire di notte equivale infatti quasi sempre a una morte rapida ma non molto indolore, ma anche rimanendo al chiuso saremo comunque spesso assediati da forze che vorranno entrare per prendersi un pezzetto di noi e dovremo difendere il forte con armi varie, barricate e trappole per orsi fino all’alba seguente. Per aumentare le possibilità di sopravvivenza, il nostro personaggio potrà utilizzare i funghi che si trovano nel bosco, cucinandoli ed iniettandoseli per ottenere nuove capacità bizzarre e soprannaturali.
Qualcuno ha detto MacGyver?
Componente essenziale del gioco è il crafting. Raccattando il possibile dal bosco infatti, difficilmente troveremo oggetti utilizzabili, ma materie prime assemblabili per ottenere tutto il necessario per la sopravvivenza. Gli oggetti vanno dai bendaggi ottenibili da tessuto e alcool, ai grimaldelli ottenibili da due pezzi di fil di ferro, fino alle trappole per orsi, alle torce, alle asce, per arrivare alle armi da fuoco che assolutamente non saranno disponibili nel bosco, ma che dovremo montare da zero a partire dalle componenti necessarie. In nostro aiuto in questo ingrato compito verranno i workshop disponibili in ciascuno dei rifugi, che ci permetteranno di riparare le nostre armi e che potranno essere migliorati (sempre a costo di materiali specifici) dandoci di volta in volta la possibilità di produrre oggetti nuovi e più efficaci. Un workshop “livellato” ci permetterà inoltre di potenziare le nostre armi rendendole più efficaci, più resistenti o più leggere.
[signoff icon=”quote-circled”]Darkwood è un titolo che promette molto bene al momento. L’atmosfera è resa in modo molto sapiente, sia dal punto di vista grafico che soprattutto da quello sonoro. I suoni del bosco sono ciò che più di tutti ci farà stare perennemente sul chi va là. Gli Acid Wizard sembrano sapere esattamente che tipo di gioco stanno sviluppando e come rendere al meglio il concept di base. La versione Alpha disponibile è inoltre già piuttosto pulita e più che giocabile, nonostante alcuni possibili bug più che comprensibili a questo punto. C’è da vedere adesso come verranno aggiornati gli elementi di gameplay disponibili e soprattutto la trama nel titolo completo. Ma più di tutto c’è da vedere se, come speriamo, il gioco riuscirà a vedere la luce davvero come titolo completo, o se, alla stregua di innumerevoli titoli indipendenti degli ultimi tempi, sarà soltanto l’ennesima promessa mai mantenuta.[/signoff]