CD Projekt Red, ciò che abbiamo visto alla Gamescom
Quando si parla di Polonia e giochi di ruolo, c’è solo una cosa che viene in mente a tutti i videogiocatori: CD Projekt Red e la loro saga-capolavoro, The Witcher.
Dopo essersi fatta conoscere nel mondo creando un successo commerciale con un gioco per PC interamente basato su Geralt, il Lupo Bianco, il cacciatore di mostri, personaggio fino ad allora sconosciuto al di fuori della Polonia, ha consolidato la sua fama creando un seguito da molti apprezzato più dell’originale, e diffondendolo poi su console. E, siccome tre è il numero perfetto, le aspettative verso The Witcher 3: Wild Hunt sono più che elevate.
Dopo averlo visto per la prima volta giocato in tempo reale all’E3 2013, siamo pronti a parlarvi di una seconda presentazione, meno sorprendente rispetto a quella mostrata lo scorso anno a Los Angeles ma comunque molto indicativa del grande capolavoro che questo sequel preannuncia di essere. Siccome arriviamo un po’ in ritardo, è nostro dovere informarvi che quanto leggerete si basa sul video pubblicato ufficialmente alcuni giorni fa, che potete visionare a questo indirizzo, quindi piuttosto che tediarvi con una lunga e minuziosa descrizione, preferiamo analizzarne i punti salienti ed evidenziare ciò che ci ha maggiormente colpito.
In fondo a questo articolo, inoltre, potete trovare la prova con mano di The Witcher Battle Arena, il moba sull’universo di The Witcher.
The Witcher 3
Volendo riassumere molto brevemente l’intero show, quanto è stato mostrato ruota intorno a una quest che, presumibilmente, fa parte della missione principale del gioco. In tale quest, Geralt raggiunge un luogo sperduto nelle paludi dopo aver ottenuto una dritta su dove poter ottenere informazioni su una certa ragazza dai capelli cinerei. Geralt incontra quindi una creatura dall’aspetto infantile, che però ha perduto la voce, aprendo così un altra missione per fargliela riottenere. Dopo averla aiutata, la creatura indirizza il protagonista presso una casa dove trova una donna anziana, servitrice di quelle che definisce “le Tre Signore”, creature mistiche che si servono del corpo della vecchia come tramite per comunicare con gli umani. Apparentemente, loro sanno della ragazza che Geralt cerca, ma non sono disposte a dirci di più senza essere aiutate a eliminare un entità che sta creando problemi a un villaggio locale. Si apre quindi un altra lunga parentesi nella missione, in cui il witcher si dedica a rintracciare la fonte del problema, che risulterà essere un demone che ha preso possesso della natura del luogo, rendendola più aggressiva. Qui si scatena il primo dilemma morale, dato che il demone insiste col dire di essere solo una vittima della cattiveria delle Tre Signore. Il presentatore decide che Geralt non gli crede, pertanto lo elimina dopo un furioso combattimento. Completata la missione e raccolta la ricompensa dal capo villaggio, il cacciatore torna dalle Tre Signore, che si manifestano in forma fisica – mostruosa. Queste rivelano quindi di aver soccorso e curato la ragazza, successivamente scomparsa e proseguita nel suo cammino…
La prima parte della presentazione ha permesso agli spettatori di osservare la diversità tra un ambiente e l’altro, soprattutto dal punto di vista degli abitanti (umani e non) che lo popolano. Si passa infatti da percorsi di campagna, con braccianti intenti a svolgere il lavoro nei campi, alle strade dell’urbanizzata città libera di Novigrad, centro di commercio e svago – quest’ultimo, come da tradizione della serie, ruotante intorno ai bordelli. Ogni personaggio vive la sua vita indipendentemente finché il giocatore non interferisce, reagendo in modo diverso nei dialoghi. Inoltre, data la maggior libertà di movimento del personaggio, i limiti fisici si sono drasticamente ridotti, e nulla impedisce al giocatore di correre a cavallo lungo le strade trafficate investendo i passanti (che però si scansano, da quanto abbiamo visto) causando la loro reazione aggressiva. Una volta entrati nelle paludi, la presenza umana cala drasticamente in favore di quella mostruosa, e anch’essa ha un suo ciclo di vita che non necessariamente coinvolge il giocatore: capiterà infatti sovente di vedere mostri cacciarne altri, o branchi difendere il loro territorio da un predatore.
Nella prima sotto-quest, quella del “bambino”, abbiamo visto un primo corposo assaggio di combattimento, cacciando delle arpie – un ottimo bersaglio per la nuova arma di Geralt, la mini-balestra, che può essere usata sia con la mira automatica, sia puntando manualmente a tempo rallentato. Per il resto, il combattimento mantiene grossomodo la struttura di The Witcher 2, basandosi molto sull’uso delle pozioni e dei Segni, le magie di Geralt, tratti distintivi della serie sin dagli albori.
I dialoghi con i personaggi, come solito, pongono molto rilievo sul susseguirsi non solo della conversazione stessa, ma anche su ciò che avverrà dopo e su come reagiranno i personaggi. Certamente, è facile prevedere come, almeno nelle missioni principali, molti rami di dialogo porteranno comunque allo stesso risultato, ovvero quello di dover svolgere la missione, ma ciò non vale ugualmente per la loro fine: come avvenuto nei precedenti episodi, così come nei libri, spesso Geralt è portato a fare scelte le cui conseguenze non sono quelle previste, rivelando risvolti negativi inaspettati che talvolta si verificheranno molto tempo dopo.
Abbiamo citato i libri: per chi li ha letti, è molto chiaro che The Witcher 3 darà seguito alla produzione letteraria di Andrzej Sapkowski più dei predecessori. La “ragazza dai capelli cinerei”, che appare alla fine del video, è infatti uno dei personaggi chiave dei romanzi che, curiosamente, non è mai stato menzionato nei videogiochi. Farà la sua apparizione anche Jennifer, altro personaggio ricorrente della saga letteraria e più volte richiamato nei primi due giochi.
L’aspetto narrativo era sicuramente al centro di questa presentazione, aggiungendosi ai molteplici motivi per interessarsi a questo seguito, che, come abbiamo potuto già sottolineare più volte, è il più grosso gioco di The Witcher creato finora, sia in termini quantitativi che qualitativi, con un approccio open-world estremamente curato.
The Witcher Battle Arena
Dopo il successo di giochi come League of Legends (LoL) e Dota 2, il genere dei moba è letteralmente esploso e ad oggi gran parte delle software house sta cercando di proporre il suo, tra cui CD Projekt con questo The Witcher Battle Arena che abbiamo avuto modo di vedere e provare poco prima della presentazione di The Witcher 3.
Il gioco è previsto, per il momento, esclusivamente per il mercato mobile, quindi IOS e Android, e non sono per tanto previste versioni PC e console nel breve periodo.
Una volta scelto uno degli 8 eroi inizialmente disponibili, provenienti tutti dai primi due capitoli della serie, verremo catapultati nell’arena in una modalità PVP 3 vs 3, il cui obiettivo è conquistare le basi avversarie. Ciascun eroe ha abilità e stile di combattimento unico, che variano a seconda che si preferisca combattere a distanza o ravvicinato, con attacchi fisici o magici. Ogni personaggio ha fino a tre abilità da poter equipaggiare ed utilizzare, ciascuna potenziabile man mano che nel corso del match si sale di livello. Guadagnando soldi, invece, è possibile acquistare pozioni e oggetti per ripristinare energia o mana, o addirittura bombe per poter danneggiare o stordire i nemici.
Essendo un gioco pensato per mobile, la prima cosa su cui si sono concentrati CD Projekt sono stati i controlli, che sfruttando la tecnologia Touch sono stati completamente pensati per essere facili, intuitivi e soprattutto responsivi. Basta infatti tenere puntato il dito nella mappa per far spostare gli eroi oppure toccare una volta per spostarli in quella direzione. Stessa cosa per far attaccare i nemici o le basi, basta un semplice tocco del dito.
Il gioco sarà un free to play e vedrà update frequenti con l’aggiunta di nuovi eroi, mappe, modalità e quant’altro, ma CD Projekt ha assicurato che per chi non ha voglia di sborsare un soldo, potrà sbloccare tutto semplicemente giocando constantemente, senza sentire la pressione della necessita di pagare per stare dietro ai contenuti.
Il feeling durante le partite è stato piuttosto buono, nei 10 minuti di hands on a nostra disposizione ci siamo sinceramente divertiti, ed è davvero un peccato che al momento sia limitato ai dispositivi smartphone e tablet. Siamo certi che una versione PC potrebbe soddisfare l’appetito degli amanti della saga di The Witcher.