Bloodstained: Ritual of the Night – Nuovo Provato
Ultima prova prima della recensione per il nuovo gioco del creatore di Castlevania.
Ormai ci siamo: dopo 5 anni dal lancio della campagna Kickstarter, Bloodstained: Ritual of the Night sta per approdare finalmente sulle nostre piattaforme da gioco. Questo atteso erede spirituale di Castlevania, realizzato dal suo creatore in persona Koij Igarashi, arriverà infatti il prossimo 18 giugno su PC, PlayStation 4 e Xbox One, mentre il 25 giugno su Nintendo Switch.
Di recente siamo andati a provare la build definitiva del gioco e possiamo dire di essere rimasto piuttosto soddisfatti. Abbiamo avuto modo di vedere e provare il titolo diverse volte nel corso di questi ultimi due anni ed è stato sempre sorprendente vedere come l’opera di IGA migliorasse di volta in volta. Soprattutto a fronte di quella prima demo messa a disposizione per i backers di Kickstarter che generò dubbi e paure nel cuore dei giocatori.
Bloodstained: Ritual of the Night, ricordiamolo, ci mette nei panni di Miriam, una ragazza che a causa di alcuni esperimenti alchemici è divenuta una creatura capace di cristallizzare e assorbire l’energia demoniaca. Risvegliatasi da un coma di 10 anni, Miriam partirà alla volta del castello di Gebel, un alchimista impazzito che sta evocando demoni con il fine di cambiare il mondo.
Da buon successore di Castlevania, anche Bloodstained: Ritual of the Night presenta una struttura alla metroidvania, ovvero una gigantesca mappa composta da aree interconnesse che per essere esplorata completamente richiede spesso abilità o equipaggiamenti ottenibili in fasi avanzate del gioco. Lo scorrimento del gioco è in due dimensioni, sebbene la grafica sia in 3D, motivo per cui Bloodstained rientra nei giochi con grafica definibile 2.5D. Ed è proprio sulla grafica che il gioco ha avuto il boost più significativo rispetto al nostro ultimo incontro e il buon Igarashi lo aveva già dimostrato con un simpatico trailer che vi proponiamo qui sotto:
Nuove texture, nuova gestione di luci e ombre e un restyling dei personaggi rendono il colpo d’occhio davvero notevole rispetto al passato.
Anche i controlli hanno subito un aggiornamento e ora muovere Miriam lungo le varie stanze della mappa è molto più piacevole e, soprattutto, lei è molto più responsiva ai comandi impartiti. I combattimenti risultano decisamente più fluidi e meno legnosi rispetto a quanto avevamo provato in precedenza, anche se l’unica cosa che ancora non ci ha convinto è la corsa: Miriam risulta particolarmente lenta negli spostamenti, forse perchè più avanti nell’avventura otterrà degli upgrade che le permetteranno di correre più velocemente. Restiamo speranzosi a tal proposito.
Notevole invece il numero di equipaggiamenti e, soprattutto, di armi a disposizione della nostra bella protagonista. Tra daghe, spade, spadoni, lance, pistole, corpo a corpo e l’immancabile frusta, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ogni arma ha chiaramente i suoi pro e i suoi contro basati sui valori dei parametri, sulla portata e soprattutto sulla velocità di esecuzione dei vari colpi. Quello che però ci ha sorpreso davvero è che esplorando il castello da cima a fondo è possibile trovare dei libri che contengono delle mosse segrete per determinate tipologie di armi. Queste richiedono degli input di comandi basati su quelli classici dei picchiaduro, basati su tempismo ed esecuzioni più o meno complesse.
Queste mosse segrete consumano mana, esattamente come le magie ottenibili dai mostri, un’altra peculiarità del titolo. Sterminando più e più volte lo stesso mostro, c’è una possibilità – abbastanza generosa in termini percentuali – che Miriam ne assorba l’essenza in forma di cristallo e acquisisca incantesimi unici e originali, alcuni attivi e altri passivi. Se ne possono equipaggiare 5 diversi a seconda della tipologia. Le magie possono inoltre essere potenziate tramite appositi NPC che tra le altre cose si occuperanno di fornirvi rifornimenti, equipaggiamenti e, in special modo, un servizio di crafting. Il crafting è particolarmente efficace per ottenere oggetti unici e potenti, a patto di aver accumulato abbastanza risorse necessarie dai mostri sconfitti, che ricordiamo sono utili anche per acquisire punti esperienza e far salire Miriam di livello.
Non dimentichiamoci però dell’importanza dell’esplorazione: bisogna infatti stare attenti alla conformazione della mappa e allo stato di alcune pareti, perchè le aree nascoste sono sempre in agguato e sarebbe un peccato perdere tutte quelle ricompense o anche banalmente dei comodissimi shortcut. Esistono delle stanze che permettono di teletrasportasi da un’area del castello all’altra, ma sono rare e per tanto sarà buona premura salvare spesso, soprattutto quando sarete a corto di risorse e sarà necessario tornare indietro a fare rifornimento. Bloodstained: Ritual of the Night è infatti un titolo da non prendere sottogamba. Sebbene i veterani di Castlevania non avranno difficoltà a prendere confidenza con il gioco, sottovalutarlo potrebbe non essere una buona idea, perchè al momento del bisogno potreste trovarvi in una boss fight senza pozioni e con pochi HP. Non proprio una situazione ottimale.
Bloodstained: Ritual of the Night è davvero il Castlevania di cui sentivamo la mancanza da anni, e quello che vi abbiamo descritto è solo la punta dell’iceberg. Iga infatti ha arricchito il gioco di svariate modalità e addirittura di ben 3 personaggi giocabili. Sebbene di metroidvania eccellenti ne siano usciti un sacco in questi anni, Bloodstained vive di quell’autorialità che solo personaggi come Igarashi riescono a trasmettere, con un gameplay accattivante che ti tiene incollato e ti incentiva ad andare avanti per scoprire tutti i segreti che si celano dietro al gioco. Magari tecnicamente risulta ancora un po’ grezzo, ma come ribadito il colpo d’occhio è gradevole e la direzione artistica compensa tantissimo. Appuntamento tra circa un mese per la recensione e il giudizio definitivo, che ci auguriamo rimanga così positivo.