Articoli – Sandbox

Per quanto riguarda i titoli che sono attualmente in sviluppo, e che dovrebbero uscire nel corso dei prossimi tre anni, troviamo l’ibrido tra MMO e RPG single-player Shrouds of the Avatar (sviluppato dallo stesso Richard Garriott), Star Citizen di Christopher Roberts, l’ambizioso The Repopulation, il titolo cross-platform Albion Online, ed i vari sandpark come Pathfinder Online, Everquest Next di SOE, ArcheAge di Jake Song (creatore della serie Lineage), l’enigmatico Origins of Malu ed il coreano Black Desert.

Quanti di questi saranno realmente dei sandbox, non è ancora del tutto chiaro. Shrouds of Avatar non siamo ancora sicuri che tipologia di gioco abbraccerà, dato che dalle varie interviste e video apparsi in rete pare non sarà completamente massivo. Lo stesso discorso lo possiamo fare per Star Citizen, che come sopra detto sta venendo sviluppato da Chris Roberts, creatore della storica serie Wing Commander. The Repopulation sembra il più complesso e promettente, ma lo sviluppo procede lentamente per via dei numerosi contenuti e delle molteplici e ambiziose meccaniche di gioco che richiedono tempi superiori alla media per essere implementate correttamente; stando alle features annunciate, fra tutti, sarà sicuramente il titolo più vicino al filone sandbox. Anche Albion Online sta crescendo bene, guidato da un team di sviluppo molto vicino alla community, e seguito da tanti appassionati e gilde legate in passato a titoli come Ultima Online e Darkfall.

Tutti gli altri saranno dei titoli ibridi, ossia rientranti nella più recente categoria sandpark, tant’è che è stata utilizzata dagli stessi sviluppatori di Pathfinder Online per definire il proprio gioco. Insomma, ognuno di questi conterrà determinate features tipiche del mondo sandbox, pur mantenendo saldi i canoni classici dei themepark più noti.

 
 
Sandbox a parte, ciò che sicuramente manca nell’attuale mercato massivo, è un MMO degno d’essere definito RPG, in cui il gioco di ruolo abbia una certa importanza, e non venga sminuito dal semplice farm di item, che, nel mio modesto parere, non dovrebbero essere il fulcro di un MMORPG come nei themepark più classici, ma solo uno strumento per compiere altre azioni end game ben più importanti e gratificanti. Il mercato ha bisogno di aria fresca, titoli nei quali semplici azioni come lo spostarsi da una città all’altra possano nuovamente essere percepite come delle imprese epiche. La caccia ai pixel ha rovinato, o meglio sminuito, le caratteristiche social che definivano un tempo il mercato MMO. È stata progressivamente tolta la libertà ai giocatori, ponendo dei rigidi binari sui quali si è obbligati a proseguire.
 
La verità è che gli MMORPG che definiamo come sandbox, rappresentano l’unico genere che si può davvero interpretare come RPG, oltre che a massivo. Gran parte dei themepark non sono altro che dei teatrini di cartapesta animati da dei burattini: i giocatori non avranno mai la libertà di staccarsi dai  propri fili, ed il burattinaio continuerà a comandare le proprie marionette come meglio crede. Nei sandbox siamo noi giocatori ad essere burattinai delle nostre scelte, liberi di decidere come muoverci all’interno dello spazio virtuale che ci circonda. La mia speranza è che, un giorno, possano tornare a esserci più titoli nei quali i giocatori possano di nuovo lasciare il segno, divenendo parte integrante dell’universo in cui vengono catapultati.
 

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