Ark: Survival Evolved – Hands-on
Che volino, che striscino, che solchino le terre o che siano subbbaqui (Cit.), i dinosauri hanno sempre solleticato le nostre fantasie e, soprattutto per quelli oramai più vicini alla trentina cresciuti con i primi film di Jurrassic Park, sono un vero e proprio fenomeno di culto. Accanto a questo ever green, scendendo nello specifico dei videogiochi, da qualche tempo va affermandosi un’altra moda, forse passeggera o forse no: gli early access. Non preoccupatevi, stiamo scherzando, ma nemmeno troppo, in quanto stiamo in verità parlando dei cosiddettisurvival, giochi conditi con ogni tipo di elemento ma alla cui base rimane un unico e semplice concetto, quello di sopravvivere il più possibile. Naturalmente non siamo solo dei simpaticoni e non abbiamo citato casualmente l’accesso anticipato poiché, come tutti i possessori di Steam sanno, praticamente ogni singolo survival game esistente è, allo stato attuale e chissà ancora per quanto tempo, in early access. A questa legge della natura non sfugge nemmeno Ark: Survival Evolved, titolo sviluppato e prodotto da Studio Wildcarded ambientato su un’isola tropicale, resa però inospitale dalla presenza di molti, ma molti dinosauri. Piccoli o grandi, erbivori o carnivori, perché no “sputatori” di veleno: ogni essere vivente dell’isola può essere un pericolo. Lo diciamo però fin da subito, il pericolo in Ark: Survival Evolved ha anche altri due nomi: bug e glitch.
Non appena avviato il gioco e sistemato le opzioni iniziali come quelle della grafica e dei comandi, si può decidere se entrare in un server già esistente e popolato, crearne uno ex novo e fare da host oppure se giocare in privato, iniziando una sessione in PvE. Quale sia la vostra scelta, la prima cosa che vi troverete a dover fare sarà quella di dover creare il vostro personaggio. Questa fase non propone però molte alternative e sono piuttosto poche le componenti fisiche e – soprattutto – estetiche su cui potrete andare a lavorare. Fortunatamente però il team di sviluppo ha deciso di dare al giocatore la possibilità di creare veri e propri abomini: sarà così possibile creare esseri dal collo enorme, lunghissimo, ma con la testa minuscola. Ancora, potrete plasmare un personaggio bassissimo, ma con le braccia talmente lunghe che esse toccheranno terra e via dicendo. Insomma, pur non essendo un problema in senso stretto, già in questa parte di gioco si può notare come l’ottimizzazione finale sia ancora lontana. In ogni modo, superata fra qualche risata la tentazione di creare un “uomo elefante”, ecco che veniamo catapultati sulla nostra isola popolata da pericolosi dinosauri, con incastonata in un avambraccio una gemma. Forse la futura modalità storia spiegherà il perché. Sempre se ci sarà questa futura modalità storia.
Di lavoro addestro dinosauri
La piramide di Maslow. Inutile girarci troppo attorno, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con i survival game e conosca la suddetta struttura avrà capito benissimo il riferimento. Per chi invece non sapesse di che cosa stiamo parlando, in brevi parole, il postulato di Maslow teorizza che i bisogni di uomo possono essere rappresentati tramite una piramide, alla cui base vi sono i bisogni fisiologici (dormire, mangiare, riprodursi) e alla cui cima vi sono invece i bisogni di autorealizzazione (moralità, creatività, autostima). Ecco, anche ARK: Survival Evolved, come tutti i giochi di questo genere, è basato sulla piramide di Maslow e, dunque, il giocatore dovrà passo dopo passo, nutrirsi, riscaldarsi, dormire, defecare – non stiamo scherzando – e, solo dopo che avrà sbloccato le varie abilità e dopo che avrà raccolto determinate risorse sparse per l’isola, potrà iniziare a fabbricare utensili, fuochi, accampamenti ed anche vere e proprie abitazioni. Una volta soddisfatti tutti questi bisogni basilari, grazie ad una community già da ora ben numerosa, il giocatore potrà anche decidere di collaborare con gli altri giocatori e creare dei veri e propri clan. Purtroppo però non tutto è così semplice, vista l’ingombrante presenza dei dinosauri. Da una parte essi potranno anche essere utilizzati come risorsa ed addirittura addomesticati – tramite una procedura per lo meno bizzarra – ma d’altra saranno anche una costante minaccia, soprattutto nelle fasi iniziali. Durante la nostra prova ci è capitato molto spesso di dover ricominciare da capo dopo pochi istanti, a causa di un attacco velonoso da parte dei dilofosauri, con la conseguente perdita delle risorse raccolte.
Non sperate inoltre di combattere in modo adeguato tali creature: il combat system, molto simile a quanto visto in Skyrim, è pesantemente penalizzato da hitbox sballate e dall’assenza di un feedback dei colpi. Insomma, se da un lato ARK: Survival Evolved propone veramente molti spunti interessanti, la scarsa intelligenza artificiale ed una difficoltà mal calcolata possono inficiare pesantemente l’esperienza di gioco.
Ottimizzazione giurassica
Nonostante qualche grave pecca, ARK: Survival Evolved risulta comunque un gioco divertente e, se superati i primi scogli iniziali, riesce anche a regalare qualche soddisfazione. Dai, cavalcare dinosauri è figo! Peccato però che, per godere pienamente del titolo, dovrete anche avere un PC di fascia medio-alta: a causa di una ottimizzazione ancora non avvenuta, ARK: Survival Evolved riesce a mettere sulle ginocchia anche i sistemi più performanti. Metterli sulle ginocchia e trasformarli in veri e propri forni roventi! Con la nostra configurazione di prova, dotata di un I7 4770k, di una AMD Radeon 290X e di 8 GB di Ram, siamo stati costretti a rinunciare a qualche effettistica avanzata e ad abbassare i livello dei dettagli in altre impostazioni. Questa “pesantezza” forse eccessiva del gioco, ma che verrà sicuramente eliminata patch dopo patch, è in ogni caso in buona parte giustificata dal colpo d’occhio complessivo che garantisce ARK: Survival Evolved. una volta catapultati sulla misteriosa isola e dopo aver gettato per la prima volta lo sguardo sul panorama, quello che si presenta davanti a noi è davvero un ottimo risultato visivo: l’isola è verde e lussureggiante, ma sono soprattutto i dinosauri – molti – e la loro realizzazione tecnica a dare al titolo quel plus che può giustificarne l’acquisto.
Come detto in fase iniziale di anteprima, ARK: Survival Evolved è ancora in accesso anticipato e, percorrendo in lungo ed in largo l’ambiente di gioco, si nota pienamente la fase di sviluppo arretrata: texture che spariscono, dinosauri incastrati tra le rocce, aliasing accentuato su alcuni elementi ed anche crash improvvisi sono all’ordine del giorno. Quello che ci fa comunque ben sperare sono gli aggiornamenti pressoché quotidiani garantiti da Studio Wildcard.
Insomma, tirando le somme si può dire che ARK: Survival Evolved è un diamante ancora grezzo, un titolo che potenzialmente potrebbe risultare davvero di primissima fattura ma che ancora fatica ad esprimere a pieno il suo potenziale.