Alice: Madness Returns – Anteprima Alice: Madness Returns
Nella Tana del Bianconiglio
Sono passati ormai undici lunghi anni da quando il primo American Mcgee’s Alice è stato pubblicato: il famoso designer americano (per l’appunto, American Mcgee) ha da allora pensato più e più volte, specie per via delle insistenti richieste dei fan, di produrre un sequel tanto apprezzato, sia da pubblico che da critica, titolo originariamente uscito per piattaforme Windows e Mac; questo sino a quando una partnership tra il suo studio Spicy Horse ed Electronic Arts ha permesso a tale desiderio di concretizzarsi: il risultato sarà disponibile sia su Personal Computer che su console casalinghe non più tardi del 16 giugno di quest’anno, e nel frattempo vi è stata una non indifferente trapelazione per quanto concerne le novità apportate al concept di gioco dell’indimenticato primo capitolo. Andiamo ad analizzarle.
Mad World
Se la prima iterazione videoludica di Alice secondo Mcgee era il risultato di una profonda distorsione e di un ricercato incupimento rispetto alle atmosfere tracciate dalla brillante penna di Carroll, è bene premettere subito che questo secondo episodio si preannuncia ancor più morboso e disturbante: dalle sezioni in-game esaminate è stato possibile notare come la ricercatezza di un’ambientazione deprimente (e decadente) sia qui più che in qualsiasi altro titolo fortemente voluta; ne è testimone principale una palette di colori che mira ad eliminare tracce di eterogeneità negli ambienti virando su tinte spente e colori raramente isolati, contribuendo ad un senso di immersione in quello che sembra presentarsi come un vero e proprio viaggio nella disturbata psiche della nostra protagonista.
L’immancabile Stregatto, più tenero che mai…
Scordatevi difatti dell’Alice dai boccoli dorati e dalle maniere dolci perché ha capelli corvini e dispone di molteplici armi con cui falcidiare le fila dei suoi numerosi avversari: tra quelli ammirati vi erano le classiche carte della Regina di Cuori, storpiate in modo convincente per dar vita ad armate di mostri capace d’incutere timore ad ogni carica ed attuazione di tattiche d’accerchiamento. A tal riguardo è bene spendere due parole su quella che sembra un’intelligenza artificiale discretamente implementata: i nostri assalitori si muovono per l’ambiente di gioco in modo convincente, ma le loro abilità si rivelano del tutto inadeguate per giungere a mettere in serio pericolo il nostro alter-ego, graziato da agilità e forza sorprendenti, oltre che da un già citato arsenale di tutto rispetto.
Proprio parlando delle armi a nostra disposizione è cosa buona e giusta elencarne alcune: il "corpo del reato" principale è il fidato coltello di Alice, perfetto per veloci attacchi corpo a corpo, strumento di base versatile nella creazione di combo che permettano di coadiuvare schivate a veloci fendenti, per passare dunque agli altri pezzi da novanta del nostro equipaggiamento: dai cappelli esplosivi a tempo del cappellaio matto ad un enorme martello, giungendo infine ad uno particolare gingillo che spara tazze di the bollente, perfette per tenere a bada gruppi numerosi di avversari.
Non solo azione: in Madness Returns anche l’esplorazione rivestirà un ruolo centrale
Non meno importanti, infine, saranno le sezioni platform: Alice compie un viaggio a ritroso nella sua mente per rivisitare luoghi conosciuti ma trasformati dalla corruzione, e ciò ha permesso agli sviluppatori di implementare un’interessante funzionalità che permetta ad Alice di tornare bambina, a quando, undici anni prima, aveva percorso quei luoghi tormentati, onde riuscire a ricordare dove stava questa o quella piattaforma ora invisibile ed essenziale per proseguire: un sistema senz’altro originale per rendere più complesse ed impegnative le varie sezioni esplorative che costelleranno l’avventura, ma che rischia di rivelarsi frustrante joypad alla mano.
Il nuovo ispirato design delle carte della Regina di Cuori
Non ci è purtroppo stato possibile scoprire molto sulla bontà del comparto audio, ma confidiamo che se sarà anche solo vagamente all’altezza di quello del predecessore ci sarà di che gioire per quella volta che si è compiuta una spesa folle per quell’impianto audio che fa la polvere in salotto.
Surprise
Ciliegina sulla torta di quello che promette di rivelarsi come uno dei titoli più interessanti dell’estate: la possibilità offerta da EA di utilizzare un codice posto all’interno della confezione di gioco che permette di scaricare una copia digitale del prequel (esatto, proprio quello uscito undici anni fa) aggiornato all’alta definizione e scaricabile al prezzo di 800 MP o 9,99 Euro per chi acquistasse una versione usata del nuovo capitolo delle (dis)avventure di Alice.
I became insane, with long intervals of horrible sanity
In conclusione, non si può che trepidare nell’attesa di quello che si preannuncia un gioco decisamente atipico, disturbato, violento, e, si spera, soprattutto creativo rispetto ad un mercato sempre più omogeneo in termini di gameplay offerto. La nuova iterazione di Alice è graziata in primis dalla presenza di un game designer d’eccezione, ed in particolar modo dall’avere alle spalle un publisher come Electronic Arts che conosce e comprende il mercato. Le carte per il successo ci sono tutte, resta solo da vedere come verranno giocate.