Agents of Mayhem – Provato
Specialmente negli ultimi anni i videogiochi spostano l’attenzione sempre di più verso il lato narrativo delle situazioni in cui sono ambientati, e per questo è facile che si dia una virata più o meno forte verso la drammaticità o l’epicità degli eventi mostrati. Diventa quindi sempre più difficile trovare qualcosa che diverta, non nel senso di intrattenere o di dare piacere al giocatore attraverso il gameplay, ma proprio sul versante delle risate in se.
Di giochi ironici, non convenzionali, sacrileghi e spregiudicati ne è piena la storia, soprattutto nel periodo d’oro delle avventure grafiche, ma ad oggi è più difficile incontrarli lungo il cammino. L’esempio più recente e più esuberante è sicuramente “South Park e il bastone della verità” che, assieme al suo seguito “Scontri Di-Retti“, hanno di molto alzato l’asticella su quello che si può dire e fare in un videogioco.
Tornando leggermente indietro nel tempo, un’altra serie che si è contraddistinta per goliardia e ironia sopra le righe è sicuramente Saints Row, con situazioni e personaggi ben oltre il limite dell’assurdo. Gli sviluppatori, Volition, si sono così fatti portabandiera di questo genere d’intrattenimento e l’hanno voluto riportare anche nel loro nuovo progetto, ma con qualche modifica. Agents of Mayhem di base è uno sparatutto con visuale in terza persona ambientato in un’open world plasmato attorno ad un’ipotetica futura Seul.
La struttura base potrebbe sembrare molto simile alla serie free roaming dello stesso sviluppatore, ma la situazione cambia grazie all’introduzione degli agenti: ognuno di essi ha caratteristiche differenti tra loro, armi peculiari e abilità personali. Prima di scendere in battaglia è possibile scegliere il terzetto preferito tra i dodici agenti disponibili (inizialmente bloccati e che dovranno essere recuperati attraverso apposite missioni), per poi usarli alternativamente. A schermo ci sarà sempre e solo uno di loro tre, e con la pressione di un tasto li si potrà interscambiare a rotazione.
Già con i tre personaggi con cui ci si impratichisce nel tutorial e poi nelle fasi iniziali è facile capire quanto possa essere differente il gameplay. Si parte con degli stereotipi abbastanza classici: il personaggio veloce, agile ed equipaggiato di mitragliette; il bestione legnoso che riempie di piombo con il fucile a pompa e un’arma melee enorme; per finire col personaggio medio, che ovviamente nel caso specifico dei giochi Volition non sarà di certo medio per quanto riguarda gli atteggiamenti e il linguaggio.
In generale però il gameplay è sempre molto votato alla velocità e all’acrobazia, dal momento che tutti gli agenti possono eseguire tre salti consecutivi, oltre a poter evitare i nemici con una schivata molto efficace. Il tutto si può anche combinare, quindi si può fare un salto, un secondo, la schivata in una direzione tattica e l’ultimo salto, il tutto mentre si continua a riempire di piombo gli alieni del Legion.
Sulle prime potrebbe pensare di avere il dominio totale della scena, ma basta iniziare ad approfondire i quindici livelli di difficoltà, (che ovviamente restituiscono percentuali più alte di esperienza e denaro), per scoprire che tutti i tecnicismi sono utili per avere la meglio sugli avversari. In alcuni casi non si riuscirà neanche ad avere il tempo materiale per azionare interruttori o quant’altro senza che si venga interrotti dal respawn continuo dei nemici. In più col passare dei livelli andremo in contro a nuove tipologie di alieni, magari con particolari resistenze o debolezze, ma soprattutto a boss, con battle system propri e in genere su più stadi.
La struttura narrativa è particolarmente in linea con quanto visto in passato: ci sono missioni principali che portano avanti la storia e poi le secondarie che servono a migliorare le caratteristiche dei personaggi. In questo titolo, più che nella precedente serie di Volition, esplorare la città e lasciarsi tentare da attività accessorie è un’ottima idea, perché non solo consente di aumentare le statistiche del proprio personaggio e sbloccare nuove abilità, ma consente anche di cercare le missioni riservate ai nuovi agenti.
In ogni caso è interessante guardarsi attorno già solo per l’ironia con cui ogni situazione è presentata: ogni nuovo agente ha la sua storia strampalata, ognuno aggiunge linee di dialogo fuori dagli schemi o dice la sua all’interno di uno scambio di battute durante lo svolgersi della storia. Benché nelle prime ore provate non si siano verificate situazioni veramente sopra le righe come invece capitava molto più spesso in Saint Row, c’è sempre la possibilità che più avanti la situazione si movimenti un po’ di più, e le premesse ci sono tutte.
Dalla nostra prova delle prime ore di Agents of Mayhem scopriamo che il nuovo prodotto di Volition è qualcosa di unico attualmente sul mercato; uno shooter basato sugli eroi ma completamente single player ed incentrato su di una storia ricca di ironia e battute sopra le righe. Agosto non è poi così lontano come quando ci immaginiamo l’arrivo delle vacanze e non vediamo l’ora di approfondire fino in fondo questo prodotto.