A Witch’s Tale – Anteprima A Witch’s Tale
Storia di una strega
A Witch’s Tale è arrivato di soppiatto sulla scena videoludica, quasi come se Nippon Ichi sperasse che nessuno si accorgesse della sua uscita. Eppure non è un brutto gioco; non è un capolavoro, certo, ma non è nemmeno da buttare.
Vi piacciono i JRPG? Vi piace grindare? E i personaggi assurdi? Se la risposta a queste domande è sì, continuate pure a leggere.
Streghe, bambole e vampiri
La protagonista del gioco è Liddell, apprendista strega che vuole diventare una maga potentissima senza però aver voglia di studiare. La soluzione più logica che le viene in mente è quella di andare alla ricerca di un
potentissimo incantesimo sigillato, appartenuto a una strega malvagia che aveva sconvolto il mondo mille anni prima. Grazie all’incompetenza del guardiano dell’incantesimo, il vampiro Loue, Liddell riesce a impossessarsi dell’incantesimo, ma nel farlo fa resuscitare la vecchia megera: sarà quindi suo compito viaggiare fra vari mondi in cerca di alleati nella guerra contro di lei.
Ad accompagnarla ci sarà Loue, che tenterà di fare ammenda per aver lasciato che la prima che passava si sia impossessata dell’arma di distruzione più potente del mondo, e ovviamente le bambole di Liddell, che prenderanno magicamente vita per aiutarla durante le battaglie.
La protagonista Liddell non ha riguardi per nessuno
Il gioco meno magico che ci sia
A Witch’s Tale non si propone di stravolgere la struttura classica dei giochi di ruolo, ma tenta di mascherarlo con delle meccaniche di gioco alquanto bizzarre.
L’azione viene interamente controllata tramite touch screen: come in qualsiasi GDR vecchio stile, aggirarci per un qualsiasi livello provocherà di tanto in tanto l’inizio di battaglie contro ogni tipo di mostro, ed è qui che le insolite meccaniche di AWT dicono la loro: il combattimento avviene a turni, ovviamente, ma la scelta delle azioni da compiere avviene tramite una specie di tamburo di pistola collocato in basso a destra sul touch screen: facendolo scorrere a destra e a sinistra è possibile selezionare l’abilità desiderata, trascinandola su uno degli slot-bersaglio per attaccare i nemici. Molto semplice, nonostante la presenza di alcune rune magiche da tracciare sullo stilo nella fasi più avanzate di gioco.
Ciò non vuole comunque dire che il gioco sia facile, anzi! I nemici saranno quasi sempre più potenti di voi, e per arrivare ad avere la meglio con facilità vi toccherà grindare parecchio. Complice il fatto che Liddell è l’elemento più potente del team, la scarsa disponibilità di MP e pozioni vi spingerà a salire di livello in continuazione, nel tentativo di evitare di trovarvi senza potere magico durante le situazioni più concitate. Tenete anche conto che trovare bambole ancora più potenti con cui rimpiazzare quelle vecchie implicherà il dover esplorare i mondi a dovere, e spesso e volentieri dover affrontare più battaglie casuali del gioco, e qui diventa un serpente che si morde la coda.
Quelli a cui piacciono le battaglie a turni, insomma, andranno in brodo di giuggiole.
Comunque lo si guardi, è decisamente un gioco a turni
Quando la J di JRPG non basta
Dal punto di vista tecnico, il gioco non è il massimo che il DS possa offrire, sia parlando di grafica che di sonoro: il gioco è interamente in 2D, anche se l’esplorazione è a volo d’uccello, e gli sprite sono piuttosto grezzi, così come le animazioni. Le musiche sono piuttosto monotone e sanno di già sentito, e non aiuta il fatto che gli effetti sonori sono quelli che sono.
Nei suoi limiti, comunque, il gioco non si fa disprezzare, e tenta di allungare il brodo spingendo il giocatore a collezionare ogni tipo di oggetto: oltre alle summenzionate bambole, necessarie a sopravvivere alle battaglie più dure, toccherà al giocatore collezionare ingredienti per fabbricare oggetti e anche carte di un mazzo sparse per i mondi da uno strano figuro con una maschera inquietante. In un modo o nell’altro, quindi, il giocatore alla fine ha molto da fare, e il gioco risulta vario senza per questo allontanarsi troppo dallo schema classico di un gioco a turni. Il punto, però, è che questo E’ un gioco a turni, e anche abbastanza spietato, e giustamente chi non apprezza questo genere di giochi non vi troverà nulla di particolarmente interessante o stimolante.
Come si diceva all’inizio, quindi, il gioco non è un capolavoro, ma nemmeno da buttare via. Dategli una chance e potreste anche affezionarvici.
La grafica non è decisamente il punto di forza del gioco