Chernobylite – Recensione
Sviluppato da The Farm 51, Chernobylite è un RPG che mescola meccaniche survival, horror, ambientato nella zona di alienazione di Chernobyl. 26 aprile 1986, giorno in cui la catastrofe di Chernobyl stravolse la vita di migliaia di persone, compresa quella di Igor, fisico che lavorava all’interno della struttura. Il disastro, tolse la vita a numerose persone tra cui quella di Tatyana la sua fidanzata e dopo trent’anni di tormenti psicologici, Igor decide che è arrivato il momento di cercare risposte.
Questo è l’incipt del viaggio che accompagna il giocatore nella zona di alienazione, cuore dell’intera avventura. Dopo alcune ore di gioco la sensazione che ci viene trasmessa pad alla mano è quella di un titolo ibrido che ricorda molto Metro 2033 e Fallout, ma presto ci si renderà conto che Chernobylite è un titolo che assume una sua identità.
Tra elementi RPG e survival, Chernobylite offre al giocatore una componente horror ansiolitica che accompagna il giocatore per tutta la sua durata, data la complessità della trama in questa recensione non ci soffermeremo sugli aspetti di essa, ma cercheremo di analizzare il gameplay e il lavoro svolto da parte di The Farm 51 per adattare questo interessante titolo su console PlayStation 5. Possiamo con certezza confermarvi che Chernobylite ricostruisce in modo incredibile il terrore di Chernobyl, inserendo allo stesso tempo elementi di finzione che si trovano ben contestualizzati con l’avventura di Igor.
Tra creature, soldati, l’avventura di Igor alla ricerca di verità insabbiate si rivela ben presto un incubo. La costante pianificazione è parte fondamentale per il completamento di missioni principali e secondarie, visto che durante l’avventura ci si può imbattere in zone più o meno radioattive, questo porta il giocatore a prestare continua attenzione al sistema mSV perché una volta superata la soglia critica si deve tornare indietro, altrimenti la conseguenza potrebbe essere letale. Nel corso dell’avventura è necessario raccogliere le risorse utili per la realizzazione di attrezzature e strutture che vanno a potenziare il rifugio che funge da base e da hub principale.
La componente gestionale è davvero ben strutturata visto che ogni struttura o attrezzatura creata, richiede un costante “costo di mantenimento”. All’interno del hub oltre alla creazione di strumenti e attrezzature è possibile curare la salute del nostro team, si può pianificare la missioni da affrontare, si può potenziare il team e a seconda di come si agisce, le missioni di Igor possono subire delle piccole variazioni. Naturalmente ogni azione che viene compiuta da Igor è premiata con punti esperienza, utili per lo sblocco di abilità per lo scienziato e per il team. L’approccio alle missioni è libero, il gioco non forza in nessun modo le scelte da adottare ma le lascia al giocatore.
Si può scegliere di agire in furtività, tramite lo scontro ravvicinato o utilizzando delle trappole. Ogni approccio offerto al giocatore oltre a offrire benefici presenta dei rischi o a volte pure dei costi, basta pensare che per costruire delle trappole sono richieste risorse utili a loro volta per la creazione di strutture o attrezzature per la base. Lo scontro diretto approccio scelto per buona parte della nostra avventura è sembrato sufficiente ma a tratti legnoso e troppo limitante, le animazioni del combattimento non sempre risultano fluide e questo porta in certi casi a perire durante gli scontri.
Una volta che sopraggiunge la morte, il gioco ci permette di rinascere e modificare alcune elementi della linea temporale vissuta, ovviamente tutto questo è possibile se si possiedono i materiali necessari; la modifica della linea temporale permette al giocatore di fare un salto nel buio in quanto non è possibile sapere cosa ci può aspettare dall’altra parte inoltre ogni volta che si perisce il giocatore perde un quantitativo di oggetti scelti casualmente dal gioco, un prezzo da pagare per evitare d’incentivare il giocatore a utilizzare in modo eccessivo questa “feature”. Tecnicamente, il gioco su PlayStation 5 si comporta in modo magistrale.
Ogni singola ricostruzione, restituisce al giocatore una sensazione di desolazione e tensione. I modelli dei nemici sono stati ben realizzati anche se le varie creature che accompagno il giocatore per l’intera durata del gioco, non riescono trasmettere quella giusta sensazione di tensione che ci si aspettava, questo è dovuto alla poca cura del modello poligonale.
L’ottimo lavoro svolto dal team di sviluppo si nota anche nella colonna sonora, magnifica e in grado di trasmettere al giocatore costante tensione che l’accompagna per tutta la durata del gioco. Su PlayStation 5 il gioco si difende molto bene. Grazie a svariate impostazioni grafiche è possibile scegliere tra la fluidità o la qualità, in entrambi i casi la qualità a schermo è davvero sorprendente e questo grazie alla buona ottimizzazione offerta dagli sviluppatori.
Chernobylite è un gioco che mescola sapientemente sopravvivenza, horror e RPG, un mix di elementi che funziona alla perfezione anche se a un certo punto della storia, si inizia a sentire una certa ripetitività di fondo. Siamo rimasti affascinati e incollati allo schermo per tutta la sua durata, grazie a un’ottima trama di gioco. Chernobylite è un gioco che ci ha pienamente convinti.
Pro
- Soundtrack eccezionale
- La trama di gioco è profonda e ben articolata
- Il comparto tecnico è fluido e ben strutturato
Contro
- Alla lunga ripetitivo
- Le sezioni di combattimento sono prive di profondità