Aspettando Triangle Strategy: Tattici orientali
Gambetto di scudiero e palle di fuoco.
Gli scacchi. Chi non è mai rimasto affascinato dalle infinite possibilità offerte dal bianco che muove e fa matto in 3 mosse? Un immaginario scolpito nei secoli, nei millenni, nella tradizione culturale di numerosi popoli che si sono affaccendati alla ricerca della strategia perfetta, dell’apertura migliore, a caccia d’innovazione e della mossa sorprendente in grado di incoronare il giocatore nell’olimpo della tattica.
Proprio quando credevamo di averle viste tutte, quando tutte le strategie possibili sono state esperite dai grandi maestri e infiniti tomi sono stati pubblicati e voracemente letti dai campioni del passato e del futuro, il medium videoludico è riuscito a entrare a gamba tesa nel gioco degli scacchi ed evolvere il genere. La scacchiera resta lì, con i suoi quadrati mutati in prati, colline, ruscelli e fortezze, mentre gli iconici pezzi vestono le sembianze di compassati eroi, cavalieri e maghi (perfino Rabbids!) impegnati nello scrivere col sangue le loro storie.
Le potenzialità su scacchiera del videogioco di ruolo tattico offrono e hanno offerto infinite possibilità d’innovazione, tra equipaggiamenti, parametri e quel pizzico di RNG in grado di movimentare le battaglie, rendendo meno scontato l’esito di un colpo o di un incantesimo. Dopotutto, i Tactics non hanno mai avuto la pretesa di presentarsi al mondo sotto forma di disciplina sportiva, preferendo di sovente la formula del PVE a incontri, prendendo le giuste distanze da quella iconica scacchiera bianca e nera che li ha ispirati.
Abbiamo deciso di parlarvi di questo affascinante genere proponendovi una suddivisione netta tra la proposta dei tattici occidentali e quelli orientali, sebbene la mutuale contaminazione sia innegabile e inevitabile. Il prossimo Marzo Square Enix farà approdare sull’ammiraglia Nintendo il suo nuovo titolo tattico. Stiamo parlando di Triangle Strategy e non vediamo davvero l’ora di poter immergerci per ore a ore in lande fantastiche al ritmo cadenzato di colpi di spada e palle di fuoco, al fine di creare la squadra perfetta.
Quale migliore occasione per fare un passo indietro e ricordare le vecchie glorie nipponiche del genere?
Final Fantasy Tactics
1997, PlayStation, Sakaguchi, il binomio Final Fantasy accompagnato dalla parola Tactics, personaggi indimenticabili, storia magistrale e gameplay profondo. È tempo di far risuonare ancora una volta la leggenda di Ramza Beoulve e Delita Heiral. Stiamo parlando di un titolo trasudante fascino da ogni suo pixel, tanto da avvicinare e far scoprire il genere tattico a un’intera fetta di pubblico fino a quel momento digiuna.
Siamo al centro assoluto degli stilemi e dei dettami del tattico orientale, dove la libertà di formazione e crescita del party, l’opportunità di schierare numerose truppe in campo, la selezione di Job primari e secondari, equipaggiamenti e stili di gioco è così variegata e ricca da ripagare ogni minuto speso a settare i nostri combattenti. Aggiungiamo alla formula una eccellente curva del grado sfida e un giusto ritmo tra il grinding e la narrazione; senza dimenticare il rischio di perdere per sempre uno dei nostri soldati in caso trovi la morte sul campo di battaglia, dettaglio da non sottovalutare, in grado di donare uno speciale brivido a ogni singola scelta tattica.
Final Fantasy Tactics è un titolo che chiunque dovrebbe conoscere e recuperare, perché le ore spese sui polverosi scenari di Ivalice, sanno ripagare il giocatore di tutti gli sforzi operati al fine di entrare nelle dinamiche del tattico orientale per eccellenza. Stiamo naturalmente parlando di un titolo e di un genere che richiedono ore e ore per essere vissuti e assimilati, retaggio di un tempo in cui l’intrattenimento era qualcosa da ricercare e custodire a discapito dell’immediatezza. Ad affiancare la profondità del gameplay, una trama davvero adulta e di sicuro la più esplicita della serie Final Fantasy. Menzione d’onore ai Sequel: Final Fantasy Tactics Advance 1 e 2, in grado a modo loro di impreziosire la formula e riportarci con piacere (soprattutto grazie ai nuovi job) nelle lande di Ivalice.
Tactics Ogre: Let Us Cling Together
È il 1995 e il Super Nintendo ruggisce come non mai, facciamo un passo indietro rispetto al roboante successo di Final Fantasy Tactics e concentriamoci per qualche paragrafo su un titolo meno conosciuto rispetto al tattico di Square ma che ne condivide molteplici aspetti. Perché ad affiancare il caro Hironobu nel confezionamento di FF Tactics potevamo trovare Yasumi Matsuno, che aveva da poco portato a termine i lavori proprio su Tactics Ogre: Let Us Cling Together con Quest Corporation.
Questo titolo è a tutti gli effetti il padre dell’incarnazione del tattico di Square e non ha niente da invidiare al suo successore. Ne condivide naturalmente la maggior parte degli aspetti: scontri a caselle dove schierare un piccolo manipolo di combattenti, in uno scenario narrativo che vede un regno diviso tra diverse forze in guerra tra loro al fine di accaparrarsi il dominio totale. Tornano i tanto amati Job, il micro e macro management del proprio esercito e inoltre la possibilità di operare durante i dialoghi principali delle importanti scelte di trama, dunque finali multipli e tutta la rigiocabilità che ne consegue.
Stiamo parlando del titano del gioco di ruolo tattico orientale, che ha definito e messo a punto tutti i crismi che i titoli a seguire avrebbero rispettato, provando. Ancora una volta stiamo prendendo in esame un titolo che richiede il suo giusto tempo per essere esperito, che non fa sconti e propone una trama adulta. Ma dopotutto, non è esattamente quello che l’appassionato del genere tattico brama? A discapito di ciò, un neofita del genere deve essere parecchio determinato per addentrarsi digiuno nella dinamiche di questa tipologia di tattici, che potrebbero spaventare e allontanare grazie (o per colpa) dei numerosi wall of text e di un pacing tutt’altro che immediato.
Fire Emblem
Abbiamo ritenuto opportuno prendere in considerazione di trattare l’intera saga Fire Emblem, invece di concentrarci sul più recente Three Houses o dei più iconici Path of Radiance e Radiant Dawn. Questo perché la serie è attiva dal 1990 e nelle sue numerosissime installazioni ha seguito, sperimentato e integrato tutte le suggestioni degli ultimi 32 anni (caspita!) fino a trovare la sua più recente dimensione.
Nonostante durante il continuo ciclo d’innovazione la saga abbia più volte cambiato volto, ammiccando a diversi sottogeneri, presenta degli elementi unici e ricorrenti. Principe tra questi il triangolo delle armi: spada, ascia, lancia; passando naturalmente per i libri di magia consumabili, nuovi rinforzi da poter ingaggiare durante la battaglia e armi ottenibili duranti gli scontri. La saga si assesta su un canon di genere più universale durante l’epoca GameCube e Wii, caratterizzate dalla classica morte permanente dei personaggi e ripida curva di difficoltà.
I personaggi della saga sono iconici tanto da meritare degli slot dedicati sempre in aumento nelle varie incarnazioni della Saga Smash Bros., dove troviamo la maggior parte dei protagonisti dei vari titoli in veste di combattenti giocabili. Proprio quando pensavamo che la saga si fosse mantenuta fedele alla sua natura, siamo stati testimoni di una virata inaspettata: l’ibrido dating sim. Genere molto di moda in terra orientale e non solo, in Fire Emblem: Three Houses, saremo chiamati a vestire i panni di un docente di una accademia di battaglia e gestire rapporti e relazioni con gli studenti di 3 differenti casate, con un impatto tanto ampio da modificare l’andamento dell’intera storia di gioco.
Il prezzo da pagare per avere un gioco di ruolo tattico/dating sim è l’incredibile taratura di difficoltà a ribasso, la ripetitività di scenari e scontri a favore di una ampia rigiocabilità, con una trama che può essere esperita a fondo solamente sperimentando varie alleanze e approfondendo in varie run i rapporti con studenti diversi. Chi scrive è un appassionato del genere tattico duro e puro, e non si può negare che questa virata abbia fatto storcere il naso ma in ogni caso è affascinante osservare come i Tactics si siano prestati nel corso della storia, e ancora si prestino, a sperimentazioni e ibridazioni sempre differenti.
Disgaea
Scanzonata, smaliziata, ironica e crudele, la saga Disgaea ci mette al comando di tanto terrificanti quando adorabili signori del male super-deformed, andando con estrema ironia a rivisitare il topos letterario classico del viaggio dell’eroe, proponendoci di sovente dei punti di vista completamente ribaltati. È la dimostrazione che il genere tattico profondo e ricco d’interazione può essere incarnato perfino in una narrazione distopica e comica.
Ogni titolo della saga segue una trama a sé stante, evolvendo di incarnazione in incarnazione un gameplay solido che vede come cuore pulsante di battaglia l’interazione tra i membri del party a seconda del loro posizionamento su scacchiera. Laddove in altri titoli come Fire Emblem o Final Fantasy Tactics l’azione è legata al singolo attacco del personaggio attivo di turno, in Disgaea le catene d’attacco assumono un ruolo strategico rilevante, andando a muovere e interagire con la propria armata come un unico elemento vivo e pulsante.
Se a questa formula andiamo a sommare una lista di abilità, magie e attacchi semplicemente fuori di testa, possiamo star sicuri del risultato esplosivo a livello di gameplay di una saga per veri amanti del genere, in grado di performare le strategie più disparate, andando ad arricchire la formula con un end game nella maggior parte dei casi solido e variegato. Ancora una volta vi proponiamo una saga non adatta a tutti i palati, sia per i toni delle avventure, sia per una dose di gestione parametrica a tratti soffocante, in grado di impensierire persino i veterani del genere.
I giochi di ruolo tattici orientali si pongono per la maggior parte delle opere, su un gradino d’accessibilità spesso meno elevato rispetto alla più variegata controparte occidentale, sono titoli che hanno bisogno dei loto spazi e dei loro tempi per essere esperiti, caratterizzati da un’ottima longevità e profondità. Per ragioni di spazio in questa lista ci sono degli illustri assenti, che ci sentiamo in dovere di nominare: Super Robot Wards, Vandal Hearts, Vanguard Bandits, Shining Force II e davvero molti altri. Dalla demo del Triangle Strategy di Square, in uscita il prossimo 4 Marzo, abbiamo potuto saggiare con mano la complessità del titolo, che è in odore di perfetta integrazione con i titoli proposti. Non vi resta che provare con mano qualcuna delle pietre miliari del genere proposte e decidere se questo nuovo titolo possa fare al caso vostro.