Halo Infinite – Recensione
Era il 15 Novembre 2001 quando Halo: Combat Evolved fece la sua comparsa nel panorama videoludico mondiale insieme al lancio di Xbox. Fin da subito lo Spartan Master Chief e le sue gesta si posero come simbolo, nonché killer application, per la console prodotta dall’azienda di Redmond. Sono passati vent’anni, cinque titoli ufficiali, vari spin-off e tre generazioni di console prima di giungere su Xbox Series X|S, quarta declinazione hardware Microsoft, ad Halo Infinite. Il titolo 343 Industries era atteso per il lancio della nuova console ma oggi possiamo affermare con sicurezza che il suo rinvio ha permesso uno sviluppo più congruo al potenziale di Xbox Series X e Xbox Series S, pur mantenendo la sua disponibilità da cross-gen su Xbox One.
Abbandonando la formula vista in Halo 5: Guardians, dove la squadra Osiris si era ritagliata nettamente più spazio rispetto all’azione di Chief, Halo Infinite è un’esperienza di gioco al 100% incentrata sullo Spartan John-117 nonché prima campagna in assoluto del franchise che presenta una struttura bifase in cui si alternano sezioni open world alle classiche missioni. Possiamo fin da subito dire che questa formula è decisamente riuscita e rappresenta l’apice del lavoro di 343 Industries sul franchise ereditato da Bungie. Un Master Chief sempre più eroico (“Diventa un Eroe” e “diventa Master Chief” sono non a caso tra le frasi ricorrenti della campagna pubblicitaria del titolo, – N.d.R.) si ritrova ancora una volta come ultimo baluardo dell’umanità e ancora una volta su un anello dei precursori, denominato Zeta Halo.
Halo Infinite comincia dopo gli eventi di Halo 5: Guardians, sono trascorsi 18 mesi e le forze UNSC, braccate da Cortana, hanno trovato una contromisura per arginare l’IA fuori controllo. Tuttavia l’ammiraglia della flotta spaziale umana, quella UNSC Infinity che abbiamo imparato a conoscere negli scorsi capitoli, viene facilmente abbattuta dalle forze degli Esiliati (esercito di Brute che ha raccolto mercenari da più parti, comprese forze Covenant). Qui cominciano gli eventi di Halo Infinite con un Master Chief, sconfitto, privo di sensi e alla deriva nello spazio. Tra i nuovi personaggi di quest’ultimo capitolo di Halo, oltre alla nuova IA nota semplicemente come Arma, spicca Echo-216 o più semplicemente “Il Pilota” che, scampato alla scia di distruzione degli Esiliati e dopo mesi di solitudine a bordo di un Pelican sull’orbita dello Zeta Halo, trova e recupera un Master Chief tutt’altro che finito.
Resosi conto che le forze da guerra dell’UNSC sono state completamente spazzate via dagli Esiliati, la fermezza di John-117 non viene meno: basta una pistola con un solo proiettile e la potenza della sua armatura Mjolnir Mark VI di 3a generazione per abbattere una nave da guerra nemica e lanciarsi con Il Pilota alla volta di una missione quasi suicida per salvare l’Umanità dalle forze degli Esiliati. Guidato da Escharum, nemesi dello Spartan e personaggio che si evolve in maniera sorprendente nel corso della storia, questo esercito mercenario sottomette in maniera schiacciante le poche forze umane rimaste. Di fronte a una tale disparità di forze in campo, potremmo definire le azioni di Chief semplicemente come eroiche ma c’è dell’altro, lo Spartan deve conoscere il destino di Cortana e del resto delle forze umane: Zeta Halo è il luogo ideale dove trovare delle risposte.
Dopo una prima fase di gioco canonica sulla nave nemica, una volta atterrati su Zeta Halo si entra in contatto con la vera anima di Halo Infinite. Con palesi rimembranze verso la prima trilogia, 343 Industries sembra aver ascoltato i fan di Halo regalando un’esperienza di gioco familiare e al contempo nuova. Le forze umane non sono state del tutto sconfitte o fatte prigioniere e piccoli manipoli di soldati dislocati in varie parti dell’anello lottano ancora contro le forze dei Brute. Sarà compito di Chief trovarle, liberarle e ricomporre una forza di resistenza contro lo strapotere nemico: vivendo queste sezioni di gioco di Halo Infinite la sensazione è realmente quella di ergersi come eroe, unica speranza nel momento più buio per l’UNSC e l’umanità intera che, ormai al collasso, vede il pericolo incombere anche sulla Terra.
Se durante le missioni canoniche, necessarie per l’avanzamento della trama, esploreremo in maniera lineare le costruzioni dei precursori evidenziate di volta in volta sulla mappa, liberandoci la strada a suon di proiettili, sul suolo dello Zeta Halo le cose si fanno decisamente più variegate e interessanti. Sul nuovo mondo artificiale troveremo infatti diverse Basi Operative sottratte alle forze UNSC dagli Esiliati nei sei mesi di occupazione militare.
Una volta liberate, permetteranno di raccogliere attorno a sé soldati, armi e veicoli in grado di formare una sacca di resistenza nuova e pronta a contrastare i piani avversari. In queste sezioni lo Slipspace Engine dà il suo meglio, con una fluidità senza precedenti per il franchise e una gestione perfetta di un gran numero di nemici a schermo. Riconquistare una base si tradurrà nella comparsa di nuovi punti d’interesse rappresentati da altre basi occupate, unità UNSC tenute in prigionia o sotto scacco dalle forze nemiche, bersagli (leader Esiliati che ci permetteranno di affrontare delle mini boss-fight) Nuclei Spartan e Armerie Mjolnir (contenenti cosmetici per la personalizzazione del proprio Spartan nella modalità Multiplayer).
Nonostante le attività secondarie, in ambito open world, possano risultare esigue — una maggiore varietà di situazioni avrebbe garantito al titolo un’ulteriore marcia in più, il lavoro di 343 Industries e Xbox Game Studios si dimostra davvero intelligente nel riuscire a diversificare situazioni all’apparenza del tutto simili, semplicemente mescolando sul campo nemici, dettagli e disseminando il territorio di pattuglie, log, Nuclei Spartan e altre chicche nascoste da scoprire.
Proprio i Nuclei Spartan ci portano a un’altra novità di Halo Infinite, rappresentata dai cinque potenziamenti disponibili per l’armatura di Master Chief. Oltre al Rampino, nuovo upgrade utilizzabile da subito, avremo modo di sfruttare il Nucleo Scudo, il Sensore di Minaccia, la Copertura Portatile e il Propulsore. Questi potenziamenti saranno recuperabili progredendo nella campagna di gioco, rinvenendo i luoghi di morte degli altri Spartan che hanno combattuto su Zeta Halo. Migliorabili utilizzando i Nuclei Spartan di cui sopra, ognuno di essi presenterà 4 upgrade acquisibili. I potenziamenti saranno consultabili dall’interfaccia del menù di gioco insieme alla Tacmap, alle risorse disponibili nella Base Operativa, ai Bersagli e al Database — in cui sarà possibile raccogliere i numerosissimi Log Audio (UNSC, Esiliati e Spartan), Archivi Precursori e gli immancabili Teschi disseminati nel mondo di gioco.
Un altro elemento di novità rispetto al passato riguarda i punti valore, ottenibili completando le già citate attività secondarie — a cui si va ad aggiungere la distruzione delle Torri di Propaganda sparse nel territorio. L’accumulo di valore determinerà diversi benefici tra cui una maggiore presenza di soldati nelle basi liberate, nuove armi e veicoli disponibili nelle basi. L’arsenale sarà vario e presenterà calibri classici UNSC, Covenant e Brute con qualche interessante aggiunta, oltre alla presenza di alcune armi utilizzate dalle Sentinelle (ennesimo richiamo ai primi capitoli della saga).
Interessante il sistema di ricarica delle munizioni che si configura, oltre al classico accumulo tramite le armi lasciate sul campo, in punti d’interesse piazzati durante le varie missioni o nelle basi, da cui attingere e suddivisi per tipologia (proiettili, plasma e così via).
Partire verso una nuova missione insieme a un manipolo di soldati sarà un dejà vu non da poco, soprattutto per chi conosce a fondo la saga di Master Chief, e situazione assolutamente apprezzabile. Tuttavia i nostri commilitoni potranno aiutarci esclusivamente nelle aree open world mentre, nelle missioni, Master Chief si troverà sostanzialmente in solitaria, esclusione fatta per la voce fori campo di Echo-216 e le interazioni con la nuova IA, l’Arma. Il loro supporto sarà tuttavia fondamentale nel proseguo di una trama che, dopo un inizio concitato, si evolve lentamente per poi giungere a un crescendo che culminerà in un finale in grado di appagare pienamente vecchi e nuovi fan. L’epicità di questo capitolo del franchise si paleserà anche nelle boss fight principali presenti durante le missioni, senza dimenticare quelle secondarie nelle sezioni open world.
Abbiamo già indicato la fluidità del titolo garantita dal comparto grafico di 343 Industries ma è bene sottolineare l’ottimo lavoro svolto sull’esperienza visiva in generale. Al netto di alcune sbavature denotabili nel mondo di gioco, con alcune texture leggermente meno definite di altre, c’è da lodare la grande cura del particolare soprattutto nelle fasi “all’aperto”. Se volessimo trovare un difetto più marcato sarebbe da imputarsi proprio alle fasi di gioco più canoniche, con un level design delle strutture non sempre ispirato, seppur sia palesemente influenzato dalla volontà di uniformare le nuove installazioni a quelle apprezzate nei precedenti capitoli.
Troviamo una piacevole conferma in un comparto sonoro dal ruolo fondamentale nell’aumentare il coinvolgimento del giocatore nelle gesta di Master Chief con rimandi più o meno marcati ai leit motive che hanno reso celebre la saga, più un gran numero di brani nuovi e ben integrati nelle varie sezioni di gioco. La colonna sonora di Halo Infinite è insomma di grande pregio e il doppiaggio non è da meno: al di là dei protagonisti principali, il titolo 343 Industries è ricco di diverse voci che rendono ancora più vivido l’anello Zeta Halo. I commenti dei soldati, le minacce dei nemici e i proclami lanciati dalle torri di propaganda confermano l’ottimo lavoro svolto su tutti i fronti per rendere l’esperienza di gioco indimenticabile.
Halo Infinite con la sua natura ibrida garantisce svariate ore di gioco: abbiamo completato la campagna single player a difficoltà “Normale” in circa 12 ore, svolgendo inizialmente diverse attività secondarie sulla mappa, per poi trascurarle (i completisti potranno recuperarle dopo i titoli di coda, – N.d.R.), e spinti dall’urgenza di terminare il titolo entro i termini di utilizzo della Preview messa a disposizione da Microsoft. Giocando in maniera più rilassata, svolgendo tutte le attività secondarie e recuperando i collezionabili siamo certi che si possano toccare agevolmente le 15-20 ore di gioco, in base anche al livello di difficoltà selezionato.
Insomma si conferma quanto preannunciato: Halo Infinite è il titolo del franchise che presenta la campagna più longeva in assoluto. Longevità che aumenta nettamente sfruttando la componente Multiplayer free-to-play e cross-play del titolo, resa disponibile anticipatamente in versione beta. Giocare la campagna ma soprattutto il multiplayer in maniera fluida e con 60 FPS stabili è qualcosa di strepitoso e che garantisce un livello di coinvolgimento online decisamente soddisfacente.
Oltre all’Accademia, componente tutorial per fare pratica con armi e meccaniche di gioco, il Multiplayer di Halo Infinite presenta attualmente 4 opzioni: Partita Rapida (con rotazione di mappe e modalità), Campo Addestramento Bot (integrabile con ciò che offre l’Accademia), Grande Battaglia a Squadre (partite 12 vs 12 su ampie mappe, sfruttando i veicoli) e Arena Classificata (la modalità competitiva del titolo).
Il multigiocatore di Halo Infinite come ormai consuetudine per i titoli moderni presenta un Battle Pass che, tramite l’accumulo di Punti Esperienza, sbloccherà cosmetici vari per la personalizzazione del proprio alter ego (emblemi, accessori, skin ecc.), consumabili da utilizzare in game e modelli unici di Spartan. Il titolo rimane gratuito ma sarà possibile acquistare un Battle Pass Premium al costo di circa 10 € per progredire più velocemente e sbloccare ricompense uniche.
Per i giocatori non invogliati a scoprire ogni piccolo segreto della campagna, la longevità del titolo, incluso con Game Pass al lancio, è assolutamente garantita per i mesi, ma crediamo anni, a venire.
Halo Infinite non tradisce le aspettative, e il lavoro di 343 Industries è assolutamente encomiabile nel garantire un prodotto adatto sia per chi predilige godersi un’esperienza di gioco in solitaria, seguendo l’epica campagna di Master Chief, sia per chi preferisce sfidare altri Spartan nella bolgia della modalità multigiocatore. Al netto di alcune critiche ricevute con il quinto capitolo del franchise, 343 Industries è riuscita a scrollarsi di dosso la pesante eredità di Bungie andando a plasmare un nuovo arco narrativo interessante e che presenta finalmente dei nemici di maggior spessore. La campagna ibrida a cavallo tra open world e missioni canoniche si rivela riuscita, coinvolgente e piacevole nella sua durata decisamente al di sopra della media del franchise e per buona parte dei titoli FPS. Graficamente appagante, presenta lievi sbavature denotabili nelle fasi esplorative open world e nel level design di alcune missioni, elementi però trascurabili nell’insieme di un lavoro tecnico di alto spessore, considerata la sua natura cross-gen. Un comparto audio maestoso completa il quadro di Halo Infinite rendendo il titolo imperdibile per i possessori di Xbox e PC, il messaggio ormai è abbastanza chiaro: Master Chief è finalmente tornato.
Pro
- Master Chief all'ennesima potenza
- Alternanza open world e missioni canoniche riuscitissima
- Trama che innova pur mantenendo capisaldi storici
- Comparto audio maestoso
- Modalità multiplayer dal grande potenziale
Contro
- Si poteva osare di più nel level design di alcune missioni
- Attività secondarie esigue seppur ben strutturate