Elden Ring – Provato del Network Test
Il nostro provato del primo newtwork test di Elden Ring.
Dopo un 2021 di alti e bassi per quanto riguarda il mondo videoludico, il 2022 sembra già da ora un anno che regalerà molte più emozioni ai giocatori rispetto all’anno corrente. Tra il sequel di The Legend Of Zelda: Breath Of The Wild, Horizon Forbidden West, God of War: Ragnarok e tanti altri, il 2022 promette titoli molto attesi e desiderati dai fan. Ovviamente, abbiamo tralasciato un nome non a caso: Elden Ring. La nuova opera di FromSoftware, in uscita nel mese di febbraio 2022, è un titolo che già dal primissimo reveal del 2019 ha saputo catturare l’attenzione di milioni di videogiocatori sparsi per il globo. In questi giorni, grazie a Bandai Namco e FromSoftware, abbiamo avuto modo di gustare un primo assaggio di questo atteso titolo con un network test.
Mettetevi dunque comodi e lasciate che con le nostre parole vi illustriamo le prime impressioni sul provato del network test di Elden Ring.
Alzati, Senzaluce
La prima premessa da fare in questo articolo è che non è stato possibile accedere al pannello di creazione del personaggio. FromSoftware ha infatti preparato cinque personaggi preimpostati da poter utilizzare all’interno di questa beta. Le classi a disposizione ci hanno dato comunque la possibilità di testare varie modalità di gameplay e combat system – si passa dunque dal classico guerriero brutale, al chierico o al guerriero stregone.
All’inizio della partita ci ritroviamo in una caverna oscura, la cui esplorazione funge da tutorial. Sarà qui che apprenderemo tutte le mosse e le peculiarità del gameplay di Elden Ring. Badate bene: chi ha giocato ai precedenti titoli di FromSoftware non troverà chissà quale innovazione. Il combat system (animazioni comprese) sembra ripreso fedelmente dai titoli precedenti e non dona, almeno inizialmente, una sensazione di novità. Una meccanica invece completamente inedita per un souls è quella di poter saltare. Data la struttura verticale della mappa di gioco, avere la possibilità di saltare sia durante l’esplorazione che durante i combattimenti ci ha soddisfatto pienamente. In particolare, il salto ci aiuterà particolarmente durante gli scontri: attaccare un nemico mentre si sta eseguendo un salto, metterà a dura prova l’equilibrio del nostro avversario, permettendoci dunque una maggiore possibilità di infliggergli un attacco critico. Non appena si termina l’esplorazione dell’area tutorial, il nostro Senzaluce aprirà un portone e si mostrerà davanti a noi il bellissimo e malinconico paesaggio dell’Interregno.
Impatto Grafico
Abbiamo provato il Network Test di Elden Ring su PlayStation 5 e per quanto concerne il comparto tecnico, il nostro feedback è assolutamente positivo. Il titolo gira tranquillamente a 60 FPS su questa console e ha una risoluzione grafica leggermente inferiore ai 4K. Bisogna comunque aggiungere che abbiamo preferito provare il gioco in modalità performance (privilegiando dunque gli FPS); tuttavia, per chi volesse, c’è la possibilità di giocare con un’altra modalità che privilegia l’impatto grafico a discapito degli FPS. Il nostro consiglio è quello di giocare in modalità performance: un gioco come Elden Ring, in cui si combatte molto, ha bisogno di 60 FPS per essere apprezzato a pieno. Inoltre, per quanto il comparto grafico e l’art direction siano assolutamente apprezzabili, Elden Ring non è comunque un gioco totalmente next-gen; anzi, è uno dei perfetti esempi di titoli cross-generazionali. Qui infatti veniamo a un altro punto: non aspettatevi una grafica next-gen. Elden Ring è un titolo che è stato pensato sia per la generazione passata che per quella attuale. Nonostante, ripetiamo, il primo impatto scenico che abbiamo dell’Interregno ci abbia lasciato a bocca aperta per la sua bellezza malinconica, sarebbe allo stesso tempo assurdo affermare che quanto visto sia degno di un titolo progettato solo per next-gen.
Date queste premesse, dobbiamo comunque dire che il gioco ha mantenuto costanti i suoi 60 FPS in performance mode e abbiamo registrato qualche calo di frame solo durante il combattimento online PvP e la boss fight contro il drago. Trattandosi di una beta e di un network test, siamo sicuri che FromSoftware aggiusterà questi piccoli problemi entro la release del gioco a febbraio.
L’Interregno è tuo
Torniamo al nostro gameplay vero e proprio. Una volta acceduti all’interno dell’Interregno, abbiamo acceso il Luogo di Grazia (“il falò” di questo gioco) e abbiamo subito notato almeno tre cose rilevanti: la prima è la presenza di un NPC che si burla della nostra fame di potere e morte, la seconda è la luce emessa dal Luogo di Grazia che disposta a fascio ci indica una direzione e la terza è il mondo davanti a noi.
Già da questa prima immagine che abbiamo provato a descrivervi, si evince quanto Elden Ring voglia essere il titolo di FromSoftware che dona maggiore libertà al giocatore. D’altronde, Miyazaki stesso lo aveva ribadito più volte durante le sue recenti interviste: la libertà totale per il giocatore era la missione principale del team nello sviluppo di questo gioco. Andiamo comunque con ordine palando degli NPC: Elden Ring, almeno per quanto visto finora, sembra il titolo col più grande numero di NPC presenti in un gioco FromSoftware targato Miyazaki.
I personaggi incontrati durante questo network test sono infatti moltissimi, considerando che abbiamo avuto accesso solo a una piccola porzione dell’intero mondo di gioco. I loro dialoghi, inoltre, trasudano malinconia e disperazione, come da tradizione souls, e aiutano non poco il giocatore a immergersi nell’atmosfera di Elden Ring. Tra chi vuole aiutarci suggerendoci di percorrere una strada sconsigliandoci di seguirne un’altra, chi ha l’unico interesse di venderci degli oggetti, chi vuole schernirci e chi vuole addirittura affrontarci, Elden Ring ci ha già donato alcuni degli NPC più caratterizzati della recente storia di FromSoftware. Non osiamo dunque immaginare la mole di NPC – e di conseguenza di quest secondarie – che saranno presenti all’interno della versione finale del gioco.
Tornando alla descrizione della nostra prima immagine dell’Interregno, il secondo aspetto sul quale vogliamo concentrarci è la luce emessa dal Luogo di Grazia. Questo fascio di luce indica infatti la via da seguire per arrivare al Luogo di Grazia successivo che porterebbe avanti la nostra quest principale e, quindi la storia del gioco. Per questo network test la missione principale (suggerita anche dal primo NPC incontrato) era quella di raggiungere il forte di Grantempesta e affrontare le insidie al suo interno.
Questa meccanica di suggerimento della via era assolutamente assente nei souls precedenti; tuttavia, ci rendiamo conto che in un open world così vasto come quello di Elden Ring, un aiuto di questo tipo era assolutamente necessario. D’altronde, questo secondo aspetto sul quale ci siamo concentrati entra in un contrasto dal risultato assolutamente piacevole col terzo aspetto che abbiamo notato: le lande aperte dell’Interregno.
La possibilità di esplorare immediatamente le terre dell’Interregno dona al giocatore quel brivido e quel desiderio di mettere da parte il fascio di luce del Luogo di Grazia e farsi guidare unicamente dal suo istinto e dalla sua fame di esplorazione. In tal senso, le lande dell’Interregno che abbiamo potuto visitare sono state in grado di restituirci quel senso di libertà e di meraviglia che abbiamo provato con altri open world del passato ben riusciti come The Legend of Zelda: Breath of the Wild. L’esplorazione paga poi particolarmente bene il giocatore in quanto è possibile incontrare processioni di nemici che trasportano un carro con un tesoro, accampamenti di guerrieri che custodiscono un forziere da saccheggiare e, soprattutto boss opzionali e dungeon nascosti. Partiamo dai boss.
Boss Fight
Le boss fight che abbiamo potuto affrontare nel corso di questo network test sono state diverse e si dividono in due categorie: boss dell’open world e boss di dungeon (siano essi dungeon nascosti o Legacy Dungeon). Entrambe le categorie, ve lo assicuriamo, donano quelle vibes di pericolo e difficoltà che da sempre hanno caratterizzato i souls. Affrontare un boss non sarà mai infatti un’impresa semplice e metterà a dura prova le nostre abilità da giocatore.
I boss incontrati variano dal semplice guerriero armato di spadone al drago sputafuoco, ognuno col proprio moveset. Sul web c’è chi ha notato una ripresa di alcuni moveset da boss dei precedenti souls made in FromSoftware: teniamo dunque a dire che, effettivamente, è riscontrabile una certa ripresa di modus operandi dei boss dei vari Dark Souls o Bloodborne; tuttavia, la varietà di boss incontrati è circoscrivibile solo ed esclusivamente a quella della primissima area di gioco, per cui è ancora presto almeno per noi emettere giudizi sulle novità apportate in Elden Ring in merito alle boss fight.
Tornando ai boss, c’è comunque un motivo per cui li abbiamo divisi in due macro categorie: i boss dell’open world possono essere infatti tranquillamente evitati e, soprattutto, possono essere affrontati in groppa al nostro destriero. Veniamo dunque a un’ulteriore novità di Elden Ring: la cavalcatura. Torrente (questo il nome del nostro compagno di viaggio) ci verrà donato da Melina – la nuova “guardiana del fuoco” – una volta sbloccato il terzo Luogo di Grazia. Torrente sarà una cavalcatura magica che potremo evocare tramite uno strumento che ci verrà consegnato dalla stessa Melina e potrà essere evocato in qualsiasi momento di esplorazione o combattimento nell’open world.
Diventa chiaro dunque che anche le boss fight dell’open world possono essere affrontate a cavallo e quest’aspetto va a modificare notevolmente la difficoltà di uno scontro. Nella battaglia contro un drago, per esempio, stare in groppa a Torrente ci permetterà di schivare molto più facilmente gli attacchi del nemico e, soprattutto, infliggergli danni tramite frecce e/o magie mentre siamo in movimento con la nostra cavalcatura. Dobbiamo quindi ammettere che la cavalcatura, in tal senso, va a sbilanciare non di poco la difficoltà di una boss fight all’interno del mondo aperto. Tutt’altro discorso va invece operato sul fronte delle boss fight nei dungeon: lì, la situazione è molto più classica poiché non potremo in alcun modo evocare Torrente e dovremo affidarci solo e unicamente alle nostre abilità da giocatore. Parliamo quindi dei dungeon.
Dungeon
I dungeon di Elden Ring sono divisibili in due micro-categorie: dungeon opzionali e Legacy Dungeon. I primi saranno sparsi all’interno del mondo di gioco e potranno essere scovati grazie alla nostra sete di avventura. Il design di questi è molto classico e alla fine di ognuno di essi ci sarà un boss pronto ad aspettarci: la sua sconfitta, inoltre, ci assicurerà un premio – sia esso un oggetto raro o un nuovo potere per la nostra arma.
A primo impatto, il level design ci ha ricordato molto quello dei Chalice Dungeon di Bloodborne; tuttavia, esplorandoli con maggiore attenzione, le possibilità di esplorazione sono decisamente maggiori rispetto a quelle dei Chalice Dungeon e, in tal senso, la meccanica del salto dona quel guizzo in più in grado di fare apprezzare e sfruttare anche la verticalità delle mappe.
Il design dei Legacy Dungeon è invece perfettamente ascrivibile a quello delle macro-aree di un Demon’s Souls o di un Dark Souls. All’interno del network test abbiamo potuto esplorare la prima parte del primo Legacy Dungeon del gioco: il forte di Grantempesta. I nemici da affrontare e le trappole da evitare metteranno a dura prove tutte le abilità del giocatore e i boss saranno molto più ostili e punitivi rispetto a quelli dei dungeon opzionali. Per quanto riguarda il level design, anche qui troveremo una struttura che sicuramente ripropone e migliora quella dei souls passati. Ci saranno quindi portoni chiusi da marchingegni, chiavi segrete da trovare e sentieri bui e labirintici che nascondono insidie o tesori.
Come nei dungeon opzionali, anche nei Legacy la meccanica del salto è riuscita a donarci quel senso di novità di esplorazione che pone Elden Ring su un piano diverso rispetto ai souls passati. Un esempio lo abbiamo proprio all’ingresso del forte. L’accesso a Grantempesta avrà infatti due vie percorribili: la prima è la più semplice (almeno apparentemente) tramite il cancello principale; la seconda sfrutta invece una breccia sulle mura laterali del forte. In un souls passato, la breccia sulle mura non sarebbe stata percorribile, poiché sviluppata tramite piccoli rialzi. In Elden Ring, invece, quella strada sarà assolutamente attraversabile grazie al salto e ci permetterà, inoltre, di evitare una trappola che ci aspettava una volta oltrepassato il cancello principale.
Gioco Online
Concludiamo l’articolo di questo nostro provato parlandovi del gioco online. Come si sapeva già, anche Elden Ring supporterà la modalità multiplayer online in forma cooperativa o di PvP. In entrambi i casi avremo bisogno di un consumabile che ci verrà dato all’inizio del gioco, in grado di evocare un compagno che ci faccia da supporto o da affrontare in un duello. A differenza di Torrente che potrà essere evocato solo durante le fasi di gioco nell’open world, i giocatori online (siano essi con noi o contro di noi) potranno essere chiamati durante qualunque momento del gioco: open world, dungeon opzionale o Legacy Dungeon.
Inoltre, non potremo più essere invasi se non avremo già evocato un altro giocatore che ci supporta. Siamo sicuri che quest’aspetto troverà consensi e dissensi, dato che nei souls classici potevamo essere invasi anche durante una partita in single player. Infine, come abbiamo accennato prima, il frame rate ha mostrato un po’ il fianco calando anche di 10-15 fps durante i combattimenti PvP, ma data la release del gioco a febbraio, siamo sicuri che FromSoftware avrà tutto il tempo di migliorare il titolo sotto quest’aspetto.
Questo era il nostro provato del network test di Elden Ring. Noi vi ringraziamo per la lettura e vi invitiamo a rimanere sintonizzati sulle nostre pagine, ove riporteremo tutte le news e approfondimenti riguardo questo atteso titolo.