AC Valhalla: L’assedio di Parigi – Recensione

Dopo le peripezie di Eivor in Irlanda, il cammino del vichingo più famoso degli ultimi tempi continua, stavolta sulla strada per Parigi. Ubisoft ha pubblicato solo qualche giorno fa il secondo DLC di Assassin’s Creed Valhalla: L’assedio di Parigi. Si tratta del secondo “grande” DLC annunciato dall’azienda francese, che inserisce un nuovo grande tassello sulla mappa del mondo di gioco insieme ad un nuovo arco narrativo per Valhalla.

Fra ratti e guerra

Una volta giunti sul territorio francese, per aiutare l’ennesima compagine vichinga in cerca di alleati, vedremo una Parigi nel caos più totale: le continue guerriglie fra vichinghi ed esercito reale hanno messo a ferro e fuoco i territori parigini, la popolazione soffre ma è leale al proprio re, sebbene nell’ambiente della corte si sente l’aria di un vero e proprio scisma fra il re e il suo generale Oddone. Sigfred, il condottiero vichingo stanziato in Francia, non nutre particolare affetto per il popolo locale, dato che questi hanno massacrato con l’inganno e senza alcuna pietà il fratello. Davanti alla spietatezza di Sigfred, Eivor dovrà cercare di non trasformare l’assedio in un conflitto cieco, in cui vengono fatte vittime senza nessun riguardo, pure donne e bambini. L’intreccio narrativo farà sì che nei panni di Eivor incontreremo svariati personaggi storici, ognuno perseguitato dai propri fantasmi o dalle proprie responsabilità. La componente principale de L’assedio di Parigi dovrebbe essere proprio quella narrativa, considerando che dal punto di vista del gameplay c’è ben poco di nuovo, ossia le missioni che ci verranno assegnate da Pierre, uno dei consiglieri dei “ribelli”.

L’intreccio tuttavia non si rivela particolarmente ispirato: alcuni personaggi sembrano partire molto bene per poi perdersi nel susseguirsi degli eventi, un vero peccato. Le nostre scelte tuttavia potranno modificare, anche se di poco, il finale dell’arco narrativo anche se non abbastanza da renderlo “rigiocabile” in qualche modo.

Francia sotto assedio

Ne L’assedio di Parigi vi saranno due novità principali: i ratti come nuovo “nemico”, per cui sono state introdotte delle abilità apposite, e le già citate missioni di Pierre. Riguardo i cari roditori, questi infesteranno la Parigi sotterranea, rivelandosi abbastanza fastidiosi in alcuni tratti: per evitarli bisognerà sfruttare delle esche oppure spingerli verso i tombini e ripulire momentaneamente l’area, pena la morte. Si tratta di una piccola novità ma abbastanza caratteristica, soprattutto date le circostanze in cui versa la Parigi dell’epoca.

Molto meno ispirate invece le missioni secondarie che ci vedranno fiancheggiare i ribelli della corona. Nei vari territori francesi vi saranno delle basi presso le quali potremo accettare svariate missioni per minare i piani dell’esercito francese e aumentare il grado di “Infamia”, grazie al quale potremo potenziare le nostre truppe. Queste tuttavia si sono rivelate spesso più una facciata che altro: durante lo svolgimento delle succitate missioni, spesso gli aiuti attesi non sono utili alla causa trattandosi di missioni stealth. Altre volte ci è capitato anche di assistere l’IA fare cilecca, facendo rimanere i ribelli piantati nei loro nascondigli senza muovere un dito: non di certo un bel vedere.

Le potenzialità di un DLC come l’assedio di Parigi erano molto alte. Quello in cui si è concretizzato però non rende assolutamente merito a ciò che effettivamente avrebbe potuto diventare. IA a tratti inesistente, rivelando la “novità” delle truppe alleate di fatto inesistente, intreccio narrativo che poteva sicuramente ambire a qualcosa di più. Sotto ogni punto di vista L’ira dei Druidi ci è parso superiore: personaggi, missioni secondarie e ambientazione. L’assedio di Parigi è sicuramente un tassello in più all’epopea di Eivor, che aggiunge profondità al personaggio, ma non è di certo indispensabile.