Fuga: Melodies of Steel – Recensione
La guerra impazza! L’esercito bermanico ha invaso le pacifiche terre di Gasco, distruggendo le case, rapendo o uccidendone gli abitanti. Un piccolo gruppo di orfani si mette in cammino per trovare un posto sicuro in mezzo a un oceano di sofferenza in Fuga: Melodies of Steel.
Quando abbiamo preso in mano il titolo, dobbiamo confessarlo, pensavamo a qualcosa di estremamente leggero nei temi. Ci avevano tratto in inganno le locandine, gli screenshot, le meravigliose illustrazioni di questo gioco, ma non è andata come ci aspettavamo.
Fuga: Melodies of Steel è un gioco tutt’altro che leggero, un JRPG semplicissimo nell’aspetto e nelle meccaniche ma che ha moltissimi livelli di profondità tutti da esplorare.
La premessa sulla trama l’abbiamo fatta, ma c’è ancora qualcosa da rimarcare: la metafora è chiarissima e non vuole neanche nascondersi più di tanto. Si tratta, chiaramente, di un rimando all’invasione nazista della Francia durante la Seconda Guerra Mondiale e l’atmosfera francese si respira un po’ dappertutto, dalle illustrazioni ai nomi dei personaggi (come era già in Solatorobo, NdR). Lo stesso vale, ma per la Germania, per i cattivissimi bermanici.
Quello che ci ha colpito è di questo, diciamolo subito per tagliare la testa al toro, stupendo gioco, è l’innocenza e la fragilità di questi piccoli zoomorfi bambini che si ritrovano soli in un mondo più grande di loro, sperduti, affamati… orfani, in una terra distrutta dalla guerra.
I toni sono tutt’altro che gioiosi. Fuga: Melodies of Steel non vuole edulcorare la guerra, tutt’altro, a tratti pare voler denunciare quello che sappiamo tutti benissimo ma che a volte fingiamo di non sapere, e cioè che lì fuori è pieno di bambini stretti nella morsa di guerre e scontri armati di cui loro non sono certo la causa ma, purtroppo, sempre vittime.
Il gioco si compone di momenti di battaglia e momenti di “relax”, se così possiamo chiamarlo. Quando i nostri piccoli amici si imbatteranno in un colossale carro armato nascosto in una grotta non potranno far altro che mettersi in viaggio e cercare di sopravvivere.
Questo si traduce in scontri a turni con le forze bermaniche che saranno tutt’altro che semplici. Il carro, chiamato Taranis, è dotato di diverse torrette dotate di armi differenti che si applicano a nemici differenti e anche di un potentissimo cannone in grado di spazzare via all’istante qualsiasi nemico, anche il più potente.
Con questa premessa sembrerebbe quindi facilissimo sconfiggere il nemico. Ebbene: no. Il cannone ad anime si nutre di… anime, appunto. Per utilizzarlo occorrerà sacrificare la vita di uno dei bambini a bordo del Taranis.
Il giocatore viene quindi messo davanti a una scelta etica davvero difficile da prendere. Tutti i nemici possono essere sconfitti senza l’utilizzo del cannone ma per farlo dovremo essere davvero preparati. Per giungere pronti quindi alle varie sfide dovremo utilizzare i momenti di sosta per far stringere ai bambini legami forti e indissolubili, che si tramuteranno in bonus durante le battaglie.
Allo stesso tempo, stringere saldamente questi legami, farà sì che diventi sempre più difficile prendere l’estrema decisione di cui sopra. Insomma: se avete un cuore come potrete sacrificare la vita di uno dei simpaticissimi (e dolcissimi) bambini?
Oltre a stringere legami, durante i momenti di riposo, potremo pescare ferraglia dal fondo del Taranis con una vera e propria canna da pesca, andando a recuperare materiali utili per il baratto nei villaggi e per gli upgrade del nostro potente mezzo.
Anche nelle battaglie occorrerà giocare d’astuzia. Come accennavamo poc’anzi ogni nemico sarà suscettibile a un’arma in maniera maggiore rispetto a tutte le altre. Giocare quindi con la formazione dei nostri piccoli combattenti riusciremo a ottenere effetti diversi, maggiori o minori. Scoprire le combinazioni migliori non sarà facile ma neanche troppo complicato.
Da questo punto di vista Fuga: Melodies of Steel presenta una difficoltà molto graduale e soprattutto ben bilanciata. Questo aspetto rende il gioco apprezzabile sia da chi ama i RPG sia da coloro che non sono mai andati troppo a braccetto col genere. Altra nota di merito va data per la perfetta localizzazione italiana, non ce l’aspettavamo tutta questa cura e soprattutto: non ci aspettavamo non ci fossero errori di battitura.
Non abbiamo trovato né difetti, né bug di alcuna sorta. CyberConnect2 ha lavorato in modo egregio. Ha creato un titolo semplice ma profondo, con poche meccaniche ma perfettamente funzionanti. Un applauso è d’obbligo. Se proprio dobbiamo trovare un difetto potremmo riscontrarlo in alcune scelte stilistiche un po’ troppo dolciastre. È vero che parliamo di bambini come protagonisti, ma certe volte questa ostentata innocenza può dar fastidio.
Cos’altro dire di questa piccola perla che è Fuga: Melodies of Steel? Nulla, se non che un piccolo videogioco ci ha fatto capire, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, che la guerra è una cosa orrenda. E non con vuota e banale retorica, ma con la simulazione di ciò che quotidianamente succede a parecchi bambini nel mondo ogni giorno. Scrivere questa recensione all’indomani della morte di un uomo gigante come Gino Strada (uno che salvava adulti e bambini in scenari di guerra e non solo) non può far altro che farci scendere una lacrima. Perché là fuori gli innocenti non hanno né Gino, né tanto meno il Taranis per salvarsi.
Pro
- Storia strappalacrime
- Illustrazioni stupende e ispirate
- Meccaniche semplici ma profonde
- Localizzazione senza sbavature
- Fa poco, ma lo fa egregiamente
Contro
- Colonna sonora poco incisiva