A Plague Tale: Innocence PS5 – Recensione
Era una Francia malsana, sudicia, invivibile quella che abbiamo lasciato nel 1348, dilaniata dalla Guerra dei cent’anni e da una battaglia più insidiosa contro la Peste Nera. Era una vita a breve scadenza quella giocata comodamente nel 2019 e che ora torniamo a vivere con A Plague Tale: Innocence per PlayStation 5, Xbox Series X e Xbox Series S. L’avventura volutamente lineare di Asobo Studio ci aveva lasciato un grande insieme di emozioni – adesso anche un seguito da attendere – e ormai prossimi all’uscita dal Medioevo non possiamo che concederle una seconda visita. Un cammino ora più familiare, ora più brillante e completo tecnicamente grazie alla potenza della nuova generazione di console.
Il ritorno della Morte Nera
Parlare della trama di A Plague Tale: Innocence potrebbe sembrare ridondante e superfluo eppure, tanto per rinfrescare la memoria su un pezzo di storia fantasy quanto per chi ci si approccia per la prima volta, vale la pena ribadire ancora il climax narrativo dei due fratelli in fuga. Perché quello di Amicia e Hugo è un percorso che inizia, si sviluppa e finisce come una corda in equilibrio precario, al pari delle esistenze dei loro contemporanei. La quotidianità della famiglia nobile francese De Rune è infatti pronta a spezzarsi sotto la falce di un’incappucciata signora. Nei panni della ragazza, il giocatore è chiamato a scortare il fratellino fuori dalla loro abitazione, via dai soldati dell’Inquisizione sulle tracce di quest’ultimo, affetto da un misterioso malessere che lo ha tenuto lontano dalla sorella stessa. I sopravvissuti dovranno quindi farsi spazio tra zone pattugliate e infestazioni di ratti per trarsi in salvo. La difesa e la protezione di Hugo saranno cruciali, dovendolo ora tenere per mano, ora fargli coraggio per aiutarci a costruire un riparo sicuro dai pericoli di un periodo storico che non fa sconti a nessuno.
Sulla base di uno spaccato storico drammaticamente documentato, il team di sviluppo ha innestato una vena soprannaturale ben contestualizzata alla direzione pressoché realistica dell’immaginario. Così, portando l’esempio per eccellenza, la Peste Nera del 1348 viene personificata nelle orde di topi pronti a ostacolarci. Un’avventura cupa e avvolgente che siamo sicuri non mancherà di trascinare a sé anche chi ha già avuto modo di porsi nei panni di Amicia. In termini puramente ludici, l’amalgama del titolo è il medesimo portato due anni fa su PlayStation 4, Xbox One e PC, ovvero un Adventure in terza persona con perno su meccaniche Stealth e qualche enigma ambientale sparso. A farla da padrone sono infatti i passaggi tra un nascondiglio e un altro, raggiungibili grazie a un inventario di oggetti esca, rocce, vasi o ancora di sostanze alchemiche utili per stordire i nemici. Una formula già ben nota nell’ottava generazione di console e che, pur nel suo sapore di già visto, riesce a intrattenere ugualmente sugli hardware nuovi di zecca firmati Sony e Microsoft.
Francia virtuale su next gen
È indubbio che l’esperienza maturata da Asobo Studio in fatto di tecnica – basti pensare a Microsoft Flight Simulator – sia stata preziosa nella missione di miglioramento grafico di A Plague Tale: Innocence. Lo studio d’oltralpe ha dimostrato a più riprese di conoscere ormai a fondo il motore proprietario, confezionando un gioco generalmente buono con solo qualche inciampo sul fronte di animazioni spesso poco aggraziate. Già nel 2019, il titolo faceva sfoggio di una mole poligonale e di una gestione delle luci notevoli. Ebbene, su PlayStation 5 – l’edizione da noi testata – i cambiamenti non sono rivoluzionari eppure tangibili e concreti, a partire dal peso del software sull’hardware.
Come era lecito aspettarsi, laddove PlayStation 4 standard diventava parecchio rumorosa dall’avvio, il gioco grava molto meno sulla nuova ammiraglia Sony, grazie alla maggiore potenza di quest’ultima. In termini di risoluzione, su PlayStation 4 Pro si rimane ancorati ai 1080p con possibilità di upscaling, mentre su PlayStation 5 si sale a 2560x1440p. Un aumento di pixel discreto a dispetto delle note sulla patch in cui si parla di supporto al 4K UHD (possibilità che permane solo attraverso upscaling), ma comunque positivo. Spostandoci sulla resa visiva, in generale il colpo d’occhio risulta ora più piacevole e nitido. Senza l’ardire di far evolvere un gioco nato a due anni fa – un’era per il mondo dei videogiochi – lo studio è riuscito a limarlo, consegnandone una versione completa in base ai piani iniziali. A catturarci è stata in particolar modo l’illuminazione, sfruttata sapientemente per creare sublimi giochi luminosi, ombre più realistiche, riflessi più definiti.
Su PlayStation 5 A Plague Tale: Innocence riconferma la sua fluidità nel Gameplay, con 60 fps stabili nella quasi totalità dei casi. Non in ultimo, menzione d’onore per il supporto alle caratteristiche del DualSense: ogni input restituisce una sensazione tattile distinta, fino a dare stimoli marcati in alcuni frangenti specifici di gameplay. I grilletti adattivi, per esempio, simulano ottimamente la tensione della corda nel momento dell’utilizzo, o anche il lancio dei sassi. Ancora, la vibrazione del controller contribuisce all’immersione nelle atmosfere della Francia medievale, consentendo di sentire i passi di Amicia, in cerca della libertà con suo fratello Hugo. Ricordiamo che queste novità sono disponibili con l’update gratuito 1.09 su PlayStation 5, Xbox Series X e Xbox Series S per chi già possiede il gioco originale. Inoltre, tale edizione rimaneggiata fa parte del catalogo dei giochi del PlayStation Plus di luglio 2021 ed è incluso nell’Xbox Game Pass per gli abbonati al servizio Xbox.
Se è vero che la storia non si può cambiare, A Plague Tale: Innocence per PlayStation 5, Xbox Series X e Xbox Series S cerca quantomeno di renderla più brillante e avvolgente. La nuova edizione non punta a elevare l’avventura stealth a prodotto nato nella nuova generazione di console, eppure le conferisce un ammodernamento grafico e tecnico tale da enfatizzare tutte le sue scenografie medievali. Il DualSense della piattaforma Sony rappresenta un plusvalore non di poco conto grazie ai grilletti adattivi e al feedback aptico supportati sapientemente. Che abbiate già fatto la conoscenza di Amicia e Hugo o abbiate intenzione d’incamminarvi con loro, i fratelli De Rune saranno lieti di tendervi la mano e catapultarvi in questo 1348 alternativo.
Pro
- Lo sfondo storico si fonde armoniosamente con l'elemento fantasy
- Una storia tutta da rivivere grazie alla potenza delle nuove console
- Migliorie tecniche solide e concrete
- Buon supporto al DualSense di Sony
Contro
- Animazioni non sempre impeccabili
- Le meccaniche stealth con Hugo palesano qualche ingenuità