Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin – Anteprima
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin si presenta ai nastri di partenza come uno dei titoli più interessanti di questo 2021. Scopriamo insieme i dettagli più interessanti di questa produzione targata Capcom.
L’E3 2021 appena concluso ha portato con sé tantissimi dubbi, ma anche moltissime certezze. Se diversi titoli sono apparsi sin troppo “misteriosi” o comunque sprovvisti di una finestra di lancio, o magari non esattamente vicinissimi all’arrivo sugli scaffali, molti altri si sono dimostrati già belli e pronti. Tra questi spicca sicuramente Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin, titolo mostrato sia durante la tanto discussa conferenza di Capcom che – e soprattutto – durante quella di Nintendo e in uscita nelle prossime settimane.
Lo spin-off in salsa JRPG in esclusiva Nintendo Switch promette di regalare ai giocatori tantissime ore di divertimento grazie a un gameplay peculiare, una storia ben più interessante e stratificata di quanto possa sembrare e uno stile estetico per certi versi inconfondibile.
Tutti questi elementi sembrano avere le potenzialità per rendere l’esperienza complessiva di primissimo livello e le sensazioni trasmesse finora sono decisamente positive.
In attesa dell’uscita ufficiale, prevista per il prossimo 9 luglio, proviamo ad analizzare insieme gli elementi più importanti della produzione, da approfondire con la Demo pubblica che verrà resa disponibile nei prossimi giorni, e soprattutto in fase di recensione, quando potremo provare con mano l’effettiva qualità del prodotto completo.
Una storia per tutti i gusti
Una terribile profezia è destinata ad abbattersi sul mondo. Su queste premesse narrative, oscure ma allo stesso tempo affascinanti, si basa il plot tematico della produzione, che sembra voler stupire il pubblico con un racconto decisamente più “maturo” e preciso rispetto al passato.
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin ruota intorno alla misteriosa sparizione dei Rathalos (tra le creature più amate della serie principale), il cui anomalo comportamento ha lanciato segnali preoccupanti da non sottovalutare. Il protagonista della storia entra in contatto con la giovane Ena, una wynverniana che custodisce un preziosissimo uovo di Rathalos, oggetto del desiderio di diverse fazioni proprio a causa del forte collegamento con la profezia di cui vi abbiamo accennato poc’anzi.
Com’è facilmente intuibile, l’uovo è destinato a schiudersi dando il vita così a una serie di reazioni a catena legate alle varie forze in gioco. Il compito del protagonista, affiancato proprio dalla giovane wyverniana Ena e da un cast sulla carta molto interessante e variopinto, è dunque quello di partire alla ricerca di risposte legate alla natura della profezia, difendendo dai numerosi assalti nemici il piccolo Rathalos, destinato a giocare un ruolo fondamentale nella profezia e, di conseguenza, nella potenziale “fine del mondo” prevista.
Su queste basi narrative si apre un racconto che sembra avere tutte le carte in regola per fare la felicità degli appassionati del brand, ma anche e soprattutto di quelli dei JRPG in generale e, perché no, degli amanti degli anime giapponesi. Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin per quanto non esattamente originale fa di quello stile tipico delle produzioni sopraelencate i suoi punti di maggior interesse, e non vediamo l’ora di scoprire come, per quanto e in che modo il racconto si espanderà dinnanzi al giocatore.
Il gameplay di Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin: esplorazione, combattimenti e tanto altro ancora
L’aspetto più intrigante e decisivo nella valutazione complessiva di questo Monster Hunter Stories 2 Wings of Ruin è senza dubbio quello legato al gameplay. Capcom ha fatto vedere chiaramente che il titolo riproporrà per buona parte dell’esperienza le stesse dinamiche visite nel primo capitolo della saga, dinamiche che si legano profondamente a quelle di un classico JRPG a turni ma che in ogni caso promettono diverse chicche molto interessanti.
Il fulcro del gioco rimane sicuramente l’esplorazione, che mai come stavolta sembra essere uno egli aspetti principali della produzione. Le vaste lande mostrate durante i primi video di gameplay, esplorabili sia a piedi sia in sella alle tante creature sparse per il mondo di gioco sembrano ricche di segreti e cariche di cose da fare, sottolineando in tal modo quello che sembra un grandissimo lavoro svolto in termini di costruzione ludica da parte del team di sviluppo.
È chiaro però che il fattore esplorazione sia profondamente legato a quello che è l’altro aspetto principale del titolo: il sistema di combattimento. Una volta ingaggiata battaglia con una delle tantissime creature sparse per il vasto mondo di gioco si apre davanti agli occhi del giocatore quello che è in fin dei conti un classico gioco di ruolo a turni, che non disdegna però la presenza di alcune caratteristiche peculiari.
Una volta scelta l’arma migliore in base allo scontro e soprattutto alla tipologia di mostro che si sta affrontando, il giocatore e il suo Monstie (le creature in miniatura che lo accompagnano) possono sferrare, fondamentalmente, tre tipi di attacchi diversi, legati alle tre differenti “tipologie” di assalto: Potenza, Velocità, Tecnica. La scelta dell’input di attacco corretto al momento giusto, unito alla possibilità di concatenare gli stessi attacchi insieme al Monstie che ci accompagna in battaglia, dona al gioco una profondità strategica in battaglia da non sottovalutare, questo a causa anche del più classico sistema di debolezza e resistenza delle creature, da tenere sempre sotto controllo.
A ciò si aggiunge l’interessante meccanica del target specifico, una dinamica sicuramente non innovativa ma non per questo meno intrigante. Un po’ come visto in produzioni quali The Surge, è infatti possibile colpire determinate parti del corpo del mostro, ognuna di esse in grado di offrire al giocatore una ricompensa specifica.
Ciò chiaramente fornisce una dinamicità e una profondità strategica maggiore e più ricercata, che siamo sicuri sarà in grado di giocare un ruolo fondamentale nell’approccio alle battaglie e nella gestione delle risorse per tantissimi giocatori.
Il tutto senza dimenticare una delle novità potenzialmente più interessanti del nuovo capitolo della serie: in Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin è possibile contare sui cosiddetti Compagni in Battaglia. Si tratta semplicemente dei nostri alleati, che hanno ora la possibilità di scendere in campo, affiancati dai loro Monstie, per poter contribuire attivamente alla causa. Questo dettaglio apre le porte a un sistema di combattimento più ampio e stratificato, che avremo comunque modo di esplorare al meglio in fase di recensione.
Multigiocatore e tecnica
Come già detto poc’anzi, l’esplorazione è sicuramente uno degli aspetti più interessanti e centrali della produzione. Ed è un bene, poiché a essa si legano giocoforza altri due fattori di primaria importanza del progetto: il comparto estetico e l’elemento multigiocatore. Capcom ha optato per la creazione di mappe vaste (e splendide da vedere, ma ci torneremo) e soprattutto ricche di segreti non soltanto pensate per il single player, ma anche per la modalità Multigiocatore, che vive in tal modo di una profondità e di una longevità decisamente interessanti.
Monster Hunter Stories 2: Wing of Ruin sembra voler puntare fortemente su questo fattore, separandolo addirittura in multiplayer cooperativo e competitivo. Nel primo caso, previo l’unlock di determinati pass, sarà possibile entrare in sessioni specifiche, con mappe pensate appositamente per essere esplorate e sviscerate insieme agli amici o ai giocatori provenienti da ogni parte del mondo. Ciò in realtà lo abbiamo già visto anche nel precedente capitolo della saga, per quanto qui sembra avere un ruolo più centrale e soprattutto sembra godere di un peso specifico maggiore, anche considerando la presenza di diverse creature “originali”, affrontabili ossia soltanto in coop e che non dovrebbero girare per il mondo di gioco single-player.
Più semplice ma allo stesso tempo altrettanto intrigante è la modalità competitiva. Quattro giocatori, divisi in due squadre da due, si scontrano nelle cosiddette Battaglie Sfida, caratterizzate da un livello di difficoltà e da una tipologia di scontri personalizzabili sotto praticamente ogni aspetto e in grado di offrire una piacevolissima variazione sul tema tra una battaglia e l’altra.
E, per concludere, vogliamo tornare brevemente al discorso sulle splendide lande che caratterizzano il mondo di gioco. Da vedere, infatti, questo Monster Hunter Stories 2: Wing of Freedom è una gioia per gli occhi e ci ha già convinto, grazie a uno stile estetico ricercato e minuziosamente armonioso. Pur senza alcun tipo di miracolo tecnico, il vastissimo mondo di gioco ci è apparso vivo, profondamente legato a una sfera cromatica esplosiva e affascinante, racchiusa in quel che sembra un’ambientazione a metà tra il fantasy e l’influenza stilistica dei tempi più antichi. Lo stile da anime nipponico fa poi il resto e le varie “conversioni” delle creature più famose della saga ci hanno sempre strappato un sorriso a metà tra l’ammirazione e la sincera curiosità.
A ciò si aggiunge una stabilità generale, che non vediamo l’ora di mettere alla prova in maniera definitiva quando avremo tra le mani il gioco completo ma che già per ora sembra avere le potenzialità per garantire al titolo una godibilità di primissimo livello.
Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin sembra avere tutte le carte in regola per risultare una vera e propria hidden gem di questo 2021 videoludico. Un sistema di combattimento a turni ma ricco di elementi strategici importanti, una veste estetica sublime e quella che sembra una quantità di contenuti (sia in singolo sia in multigiocatore) a tratti soverchiante sono soltanto alcuni dei punti di forza di una produzione che sembra voler stupire sotto tutti i punti di vista. In attesa di confutare ogni dubbio sulla profondità della narrazione e sulla longevità in generale sia delle meccaniche di gioco sia dello stesso universo ludico del gioco, gli aspetti più avvolti nel mistero finora, ci sentiamo comunque di essere molto fiduciosi sulla buona riuscita del prodotto finale, chiamato a bissare in qualche modo il grande successo riscosso da Monster Hunter Rise di qualche mese fa e soprattutto a consacrare definitivamente una saga ancora troppo imbrigliata nei suoi confini e che meriterebbe maggior lustro.