Life is Strange: True Colors – Anteprima
Abbiamo passato qualche minuto in compagnia di Life is Strange: True Colors, questo è quello che possiamo dirvi.
Life is Strange: True Colors è il prossimo capitolo del franchise di Square Enix comparso per la prima volta sulle nostre console nel Gennaio del 2015, inizialmente sotto l’esclusiva egida creativa di Dontnod Entertainment ma ora intervallato, nei capitoli non numerati e/o prequel, alle cure di Deck Nine, già developer di Before the Storm.
In questo contesto, Life is Strange: True Colors rappresenta il quinto gioco della serie, il terzo del filone principale, dopo Life is Strange 2. Al centro della storia troviamo Alex Chen, una giovane ragazza portatrice di un dono fantastico ma sicuramente dal prezzo elevato: Alex è infatti in grado di percepire e provare le emozioni delle persone che popolano la sua vita, potere (o maledizione) che dovrà imparare a conoscere per scoprire la verità dietro la morte di suo fratello Gabe.
Il titolo è in lavorazione dal 2017, ma è a marzo di quest’anno che abbiamo potuto vederne i primi frame grazie a un trailer che, se da un lato ha sicuramente acceso la curiosità verso Life is Strange: True Colors, anche grazie all’upgrade grafico impossibile da non notare, dall’altro ha accalorato un po’ della nostalgia condivisa da molti fan della serie, con l’annuncio delle versioni rimasterizzate dell’originale Life is Strange e del suo prequel Before the Storm.
Tema comune del franchise, confermato e quasi esaltato in Life is Strange: True Colors, è la presenza di personaggi dalle abilità sovraumane ma lontani dal topos supereroistico al quale fumetti e universi cinematografici ci hanno abituato: gli sviluppatori hanno sempre infatti voluto pigiare l’acceleratore su “esperienze vere vissute da persone vere“.
Felice Kuan, senior writer presso Deck Nine, ha raccontato che sin da subito, a livello di narrative design,
…fu scelta, per Life is Strange: True Colors, una protagonista con il potere dell’empatia, non solo in grado di sentire cosa gli altri provano ma anche in uno stato mentale tale da esserne ella stessa vulnerabile, il tutto nell’ottica di un percorso di accettazione di sé e di crescita della fiducia nelle proprie abilità.
Veniamo quindi all’evento al quale Dontnod e Square Enix ci hanno permesso di partecipare, pochi giorni fa, una manciata di minuti nei quali abbiamo potuto capire meglio i poteri di Alex e quale sarà la libertà del giocatore nell’utilizzarli.
Partiamo con la cosa più ovvia, ma che è giusto ricordare, anche solo per porsi verso la forma mentis che Life is Strange: True Colors ci richiede, come giocatori: il potere di Alex condiziona ogni suo rapporto, relazione e decisione, praticamente da sempre. Per anni non è mai riuscita a tenere fuori le emozioni delle persone che la circondano, siano esse rabbia, paura o tristezza, inglobandole e condividendole, a loro insaputa.
Come è logico pensare, Alex ha resistito finché ha potuto, ma è arrivata presto a pensare che questo suo potere empatico fosse una maledizione celata, ed è questa la sua “realtà delle cose” quando ne prendiamo le redini all’inizio del gioco… poi succede quanto vi abbiamo detto sopra, e la morte del fratello Gabe la mette nella condizione di non avere che i suoi poteri, per capire qual è la verità dietro questa strana e improvvisa dipartita.
Sia chiaro, Alex “guida” la sua vita in modo autonomo ma, di fronte agli eventi, c’è sempre la scelta di usare o meno il proprio potere, e come farlo. Indagando sulle auree colorate di alcuni personaggi, infatti, possiamo indagare sulle loro emozioni; questo sblocca nuovi dialoghi ed eventi, e approfondisce il rapporto di Alex con gli abitanti di Haven Springs, la pacifica cittadina nella quale si svolgono le vicende.
Il dialogo sembra sbloccarsi non appena indaghiamo sull’emozione segnalata dall’aura sul personaggio, e nella presentazione abbiamo potuto vederne un esempio: Alex sembra aver scoperto un segreto che Mac, un altro personaggio, vuole nascondere alla compagna Riley, e ora Mac è terrorizzato che Alex possa parlarne in giro prima che lui possa discuterne con Riley. La nostra protagonista si trova quindi davanti a una scelta che molto ci ha ricordato quelle di Tell Me Why, dove non sembra esserci una soluzione assolutamente giusta o assolutamente sbagliata.
Alcune scelte saranno semplici e con effetti immediati, dal più triviale al più profondo, mentre altre, come è giusto prevedere, hanno ramificazioni più a lungo termine.
Se già il potere empatico si presta, anche solo a livello di game design, a spunti narrativi e percorsi emotivi pronti a sorprenderci, è il meccanismo della Nova quello che più ci ha fatto sollevare un sopracciglio per la curiosità: una Nova è essenzialmente un’esplosione di colore che per un secondo investe Alex e ciò che ha intorno, ognuna tendenzialmente legata a momenti della storia particolarmente intensi emotivamente (ma ne troveremo anche di “sparse” per Haven Springs).
Ma cosa genera queste Nova? Essenzialmente ci sono situazioni nelle quali le emozioni di una persona sono molto forti, e Alex può interagirci direttamente; così facendo scatena appunto una Nova che, con un bagliore soprannaturale, crea una sorta di proiezione della percezione del mondo della persona sul mondo di Alex, quasi un riflesso del suo stato emotivo ma visibile anche ad Alex e quindi al giocatore.
In queste situazioni il nostro alter ego può trovarsi a percepire determinati frammenti di memoria o di pensieri che la possono aiutare a trovare la radice dell’emozione che ha appena destato; alcune di queste situazioni hanno però il potenziale di essere profondamente minacciose, se non addirittura mirare all’incolumità di Alex.
Un ultimo particolare che ci teniamo a condividere è la struttura di gioco di Life is Strange: True Colors, perché sarà il primo capitolo della saga a non avere, almeno a livello di release, una struttura a episodi.
È una domanda che abbiamo voluto porre, durante l’evento, e il riferimento che hanno citato nel risponderci non è altro che Netflix:
Il gioco è ancora strutturato a capitoli, 5 come da tradizione, ma, come con una serie Netflix rilasciata per intero in un’unica soluzione; sta al giocatore decidere come affrontarla, scegliendo se buttarsi nel binge gaming o se viversi un capitolo a settimana.
Life is Strange: True Colors sembra voler reiterare il successo dei suoi capitoli precedenti facendo affidamento ai loro aspetti più funzionali e funzionanti, ossia quelle strutture narrative che, lente ma inesorabili come un torrente, scoperchiano le placide aspettative di chi, da una cittadina come Haven Springs, a malapena si aspetta pettegolezzi e battibecchi fra vicini, ma si ritrova faccia a faccia con verità sopite da tempo e segreti troppo pericolosi per essere confessati, a farne da fondamento.
Piccola chicca e consiglio, prima di salutarvi: la soundtrack del gioco contiene una cover di “Creep” dei Radiohead, fatta da mxmtoon, anche voce cantata di Alex. Andatevela a cercare e deliziatevi in questa nuova revisione di una canzone ancora stranamente in grado di sorprendere.