Returnal – Recensione
Come quando varie sfortune si abbattono tutte insieme sulla vostra vita, una dopo l’altra, fino a formare un ciclo infinito da cui non esistono vie di fuga: è così che vi sentirete giocando Returnal. La voglia di evadere da qualcosa in cui però amate trovarvi, ricordi di un passato burrascoso che tornano ciclicamente a tormentarvi, l’oppressione dovuta alla consapevolezza di essere impotenti, costretti in qualcosa che vi distrugge fisicamente e mentalmente.
Il titolo di Housemarque è una trappola, ma non una di quelle da cui fareste di tutto per fuggire, Returnal vi tiene stretti nella sua morsa fatta di una piacevole ansia in cui vorreste rimanere intrappolati per sempre.
Spezzare il ciclo
L’ultima fatica di Housemarque non è per tutti, un roguelike impegnativo – per non dire difficile – che lascia scoprire e interpretare la storia al giocatore stesso grazie agli elementi di lore come tracce audio, visioni, scritte e ambientazioni. L’incipit di base comunque è abbastanza chiaro: Selene durante un viaggio nello spazio naufraga su Atropo, un pianeta sconosciuto e apparentemente deserto. Purtroppo per lei questo si rivelerà presto il posto più pericoloso dell’universo, con razze aliene che le daranno la caccia, trappole mortali, e un ciclo infinito che non le permetterà di scappare. La questione del ciclo, che dopo ogni morte ci farà ricominciare dal momento prima dello schianto, è ciò che rende il titolo un vero e proprio roguelike, con tutte le meccaniche tipiche del genere. Il nostro obbiettivo sarà quello di raggiungere un segnale che dovrebbe permetterci di evadere dalla trappola. Durante il viaggio Selene incontrerà altre versioni di se stessa che in cicli precedenti non ce l’hanno fatta e potrà prendere dai cadaveri delle tracce audio che raccontano parti di un tentativo precedente (non vissuto dal giocatore) e ci fanno percepire la disperazione della protagonista lasciandoci in un costante stato di angoscia. Grazie a una narrazione “Show, don’t tell” d’eccellenza viene raccontato anche cosa è successo su Atropo, dove da subito si percepiscono (e si vedono materialmente) i residui di una guerra totale.
Verrà esplorato anche il passato di Selene grazie a delle sezioni in prima persona (e a tratti horror) ambientate in una proiezione della vecchia casa della protagonista, qui la donna rivivrà traumi che sembra non aver ancora superato del tutto, lasciandoceli scoprire man mano che la storia avanza. La narrazione avviene sempre in maniera molto enigmatica, il che non farà altro che aumentare la curiosità del giocatore, ma anche l’ansia e la paura.
Circondati da pericoli
Già dai primi minuti il feeling con i comandi e con i sistemi di movimento e shooting è eccezionale, vi sembrerà di averci giocato per ore quando in realtà state ancora muovendo i primi passi su Atropo. Nonostante questo Returnal non è un gioco semplice e non sarà difficile morire più e più volte nello stesso punto senza riuscire ad avanzare nelle varie stanze. Queste stanze, come tutto l’ambiente, cambieranno a ogni nostro tentativo in modo casuale lasciandoci, soprattutto all’inizio, disorientati e confusi proprio come Selene. Il gunplay risulta reattivo e appagante, regalando non poche soddisfazioni per ogni colpo sparato (anche grazie al DualSense), in più queste sensazioni sono amplificate dall’ottimo level design che con l’avanzare del gioco svilupperà anche un’importante verticalità. Infatti alcuni boss ci lasceranno, una volta sconfitti, oggetti permanenti (armi corpo a corpo, rampino…) che ci permetteranno di esplorare in modo completamente diverso le vecchie zone, facendoci scoprire nuovi oggetti e nuovi shortcut.
Al contrario di quanto si potesse immaginare, Returnal fa dell’esplorazione uno dei punti cardine dell’avventura: la strada da seguire sarà segnata sempre in modo chiaro tramite la mappa, ma ci troveremo molto spesso a dover decidere se deviare la rotta per esplorare stanze secondarie che potrebbero donarci dei consistenti bonus ma anche terribili malus. Housemarque ha deciso di giocare molto sul fattore rischio/ricompensa, e non solo per quanto riguarda la stanze secondarie; molti oggetti o casse infatti conterranno un certo grado di “malignità” che potrebbe procurarci un’avaria più o meno grave se raccolti, starà a noi quindi decidere se vale la pena rischiare o se sia meglio lasciarci dietro quella risorsa.
Di ottima fattura anche le creature che dovremo affrontare, diverse per ogni bioma, e tutte con un moveset diverso da studiare e imparare. Durante i primi scontri ci viene introdotto il sistema di “Adrenalina”, un contatore che si caricherà ogni tre uccisioni fino al livello massimo di cinque, e che per ogni livello ci farà ottenere un bonus statistico o un potenziamento alle armi. Dovremo però stare attenti perché non appena verremo colpiti il counter tornerà a zero facendoci perdere tutti i benefici ottenuti. Le armi sono abbastanza varie (pistola, fucile, mitragliatrice, lanciarazzi…) e verranno scoperte e sboccate avanzando nei vari biomi, ma Selene sarà in grado di portarne con se solo una per volta. Queste verranno potenziate in base a un livello di “competenza” che aumenterà con l’utilizzo di esse o con degli oggetti sparsi per il pianeta. Ogni arma avrà un fuoco secondario casuale che si attiverà con la pressione del tasto L2 fino in fondo, mentre premendo il grilletto fino al primo blocco della sua corsa l’arma sparerà con il fuoco standard. Questa meccanica inizialmente potrebbe sembrare poco intuitiva e forse un po’ forzata per massimizzare l’utilizzo del controller di PlayStation 5, ma vi basterà veramente poca pratica per abituarvi. Sempre il fuoco secondario è protagonista questa volta di una piccola pecca: quando saremo presi dall’azione e dalle innumerevoli luci e laser da schivare, non sarà per nulla semplice tenere d’occhio il suo caricamento, con l’indicatore che cambia per ogni arma e non è mai ben visibile. Questo potrà portare diversi problemi vista la potenza del fuoco secondario (spesso risolve gli scontri più duri), ma il problema viene parzialmente sistemato dall’audio (quando non sarà coperto dai suoni della battaglia) che ci farà capire con un suono specifico quando saremo di nuovo in grado di usarlo.
Una volta finita la storia sarà possibile tornare a esplorare Atropo per cercare ogni luogo segreto e ogni collezionabile o curiosità riguardante la storia del pianeta. Ci sono inoltre delle sfide giornaliere accessibili da Helios, il relitto dell’astronave di Selene, tramite il computer di bordo. Queste sfide consistono in percorsi da completare con un’arma decisa dal gioco facendo più punti possibili per poi piazzarsi nelle classifiche online. L’online viene anche sfruttato, in modo asincrono, quando si trovano i cadaveri di altri giocatori che potranno essere saccheggiati pagando l’Etere (una delle risorse più preziose) o vendicati affrontando un mini boss per guadagnare Etere.
Finalmente, il DualSense!
Returnal è una gioia per gli occhi, i vari biomi (sei in tutto) sono costruiti con incredibile cura, e regalano un impatto straordinario. La prima volta che si visita un nuovo ambiente è impossibile non rimanere a bocca aperta. Questo effetto è facilitato da un comparto tecnico che mostra finalmente degli spiragli di next gen, difficilmente infatti Returnal potrebbe girare su PlayStation 4 senza problemi. Su PS5 il titolo tenta di andare in 4K dinamico, 60 FPS con ray-tracing ma, in effetti, anche qui si possono notare dei piccoli problemi di stabilità (che verranno probabilmente sistemati con la Day1 Patch in arrivo il 30 aprile). Ci è capitato, di tanto in tanto, di imbatterci in cali di frame abbastanza vistosi soprattutto nelle sequenze con molti nemici. In ogni caso Returnal resta un titolo visivamente incredibile, e questi cali di frame macchiano solamente superficialmente un comparto tecnico da brividi, tra esplosioni, scorci mozzafiato e un impressionante numero di particellari a schermo. Merita di essere citato anche il sonoro, che con la tecnologia dell’Audio 3D avvolge il giocatore facendogli percepire il pericolo da ogni direzione, come se il pianeta gli sussurrasse un’infinita melodia di morte.
Ma quello che ci ha sorpreso più di tutto è il DualSense: finalmente il nuovo controller di Sony viene sfruttato a dovere, raggiungendo i livelli di Astro’s Playroom. Oltre al già citato L2 per il fuoco secondario, anche il grilletto destro fa il suo lavoro cambiando resistenza in base all’arma da noi impugnata e bloccandosi quando questa sarà scarica. Ancora più impressionante è il feedback aptico che riesce a restituire ogni tipo di sensazione direttamente nelle mani del giocatore. Pioggia, fango, laser, salti e schivate, ogni azione di Selene produrrà una vibrazione unica sul controller che renderà l’immersione del giocatore su Atropo ancora più profonda.
Returnal è il gioco che serviva, un’esclusiva PlayStation fresca, non l’ennesimo capitolo di una serie di successo, e soprattutto il primo titolo veramente next gen. Housemarque ha osato con quello che è il suo progetto più ambizioso e complesso, e possiamo dire con certezza che ne è uscito un titolo eccezionale, dalla storia al gameplay, dal comparto tecnico a quello artistico a quello sonoro. Un gioco che vi intrappolerà nella sua instancabile ripetitività, e vi trascinerà fino alla fine grazie a una storia che intreccia passato, presente e futuro della protagonista senza mai essere troppo didascalica. Returnal non è di certo un gioco per tutti, ma chiunque dovrebbe dargli un’opportunità e lasciarsi catturare da Atropo e dai suoi luoghi pericolosi, terrificanti, ma allo stesso tempo belli da togliere il fiato. Un mondo da cui sarà difficile staccarsi e che vi travolgerà proprio come ha travolto Selene. Non è di certo il gioco perfetto, ma nonostante i suoi piccoli difetti riesce senza dubbio nei sui intenti: divertire, affascinare e inquietare. Come quando varie sfortune si abbattono tutte insieme sulla vostra vita, una dopo l’altra, fino a formare un ciclo infinito da cui non esistono vie di fuga: è così che vi sentirete giocando Returnal.
Pro
- Immediato e intuitivo
- Comparto tecnico eccellente
- Storia affascinante e inquietante
- DualSense sfruttato come mai prima
Contro
- Ricarica fuoco secondario poco visibile
- Alcuni cali di frame