Loop Hero – Recensione
Il mondo è in rovina. Un temibile Lich ha dissolto tempo e spazio, cancellando la realtà e sfumando i ricordi dalla memoria dei pochi superstiti. Ed ecco, un eroe senza nome percorrere un sentiero circolare con l’obiettivo di ricostruire il creato e di sconfiggere il temibile nemico che ha annientato ogni cosa. Allo stesso tempo, in un’altra realtà, intere giornate corrono veloci attorno a un giocatore PC senza che questo se ne accorga.
Come se la maledizione del Lich dilagasse al li da di hardware e software, Loop Hero è in grado di distorcere il tempo trascinando inesorabilmente il giocatore nel flow dell’ennesimo loop e nel circolo vizioso dell’ennesimo “faccio l’ultima e poi basta”, creando così un meta legame fra il reale e il digitale.
Loop Hero è il perfetto esempio di “facile da imparare, difficile da padroneggiare”. Il titolo parte infatti da meccaniche piuttosto semplici in grado però di combinarsi fra loro e aprirsi in una enorme serie di possibilità. Ma andiamo per ordine. Il nostro eroe partirà da un semplice falò, ultimo baluardo di realtà in un mondo inghiottito dal nulla, per avventurarsi lungo un percorso circolare disseminato inizialmente di semplici slime. Tramite i combattimenti si otterranno equipaggiamento e carte: due elementi attorno alla gestione dei quali ruota tutto il gameplay. Mentre infatti l’avanzamento del protagonista nel loop e i combattimenti avvengono in automatico, il giocatore avrà la facoltà di modificare gli equipaggiamenti e giocare le carte trovate mettendo il gioco in pausa.
Queste ultime sono in grado di ricostruire un piccolo tassello di realtà, potendo ripristinare così pianure e montagne, fiumi e deserti, la cui collocazione sarà utile, ad esempio, per aumentare i propri HP o per ricevere cure periodiche. Altre carte sono invece preposte alla costruzione di strutture, alcune in grado di fornire supporto all’eroe, altre che invece spawneranno nemici sempre più potenti. E qui la domanda sorge spontanea: perché posizionare volontariamente nemici sulla mappa e complicarsi la vita? La risposta è come sempre nel loot: più potenti sono i nemici, più interessante è ciò che dropperanno una volta abbattuti.
Il posizionamento delle varie carte sulla mappa è in grado di fornire molteplici combinazioni dagli effetti talvolta imprevedibili: fare un riquadro di nove rocce o montagne creerà una grande vetta in grado di fornire grandi risorse e spawnare arpie, mentre posizionare la dimora di un vampiro accanto a un villaggio, renderà quest’ultimo un covo di ghoul. Insomma, una vastissima quantità di combinazioni diverse da scoprire che non mancherà di solleticare la curiosità dei giocatori più incalliti. Ogni loop di questo percorso circolare farà aumentare il livello dei nemici, aumentando progressivamente la difficoltà di gioco e obbligando il giocatore a dosare con saggezza il posizionamento e la quantità delle strutture nemiche.
Obiettivo ultimo è quello di riportare più materiali possibili (come legno, roccia e metallo) al falò, unico luogo di tutto il creato rimasto immune alla disgregazione. Qui si darà vita man mano a un piccolo villaggio; la costruzione di strutture quali la fucina, la cucina da campo e la libreria, forniranno supporto durante i loop, arrivando addirittura ad aggiungere intere meccaniche di gameplay o sbloccare nuove classi. La scuola, ad esempio, aggiungerà una barra dell’esperienza che, una volta completata, permetterà di poter scegliere una abilità passiva.
Le varie classi invece doteranno il nostro eroe di equipaggiamenti e abilità uniche: il ladro, a differenza del cavaliere, potrà equipaggiare due armi e non potrà indossare armature, mentre il negromante sarà in grado di evocare un piccolo esercito di non morti che gli si affiancheranno nel combattimento. Ogni volta che si tornerà al villaggio, tutto lo scenario costruito fino a quel momento (sentiero, paesaggio e strutture) verrà completamente resettato, costringendo l’eroe a ricominciare da capo, unicamente rafforzato dai bonus di eventuali nuove strutture costruite al falò. E qui viene il primo difetto del gioco.
Lo sconforto espresso dall’eroe nell’apprendere che dovrà ricominciare ogni volta da capo è un altro degli aspetti in grado di fare il salto transmediale e arrivare dritto al giocatore rischiando così, a lungo andare, di diventare frustrante e demotivante.
Inoltre, la quantità di risorse richiesta per la costruzione di strutture nel villaggio è tale da obbligarvi a diverse sessioni di loop per poter essere accumulate, minando così quel senso di progressione tanto importante a giochi così complessi e ripetitivi. Loop Hero rientra a pieno titolo nella lista di quei giochi le cui meccaniche di gameplay sono così valide da rendere irrilevante l’aspetto grafico: da sempre, formula vincente per un indie di successo. Il comparto visivo è infatti reso interamente con una serie di sprite in pixel art, degni dell’epoca 8 bit. L’eroe e i mostri, in particolare, sono rappresentati sulla mappa come figure monocromatiche talmente stilizzate da ricordare Atari 2600, tanto che si potrebbe addirittura riuscire a contare il numero di pixel da cui sono composte.
La dimensione delle stesse è tuttavia talmente minuscola da rendere difficile l’individuazione dell’eroe in sessioni di gioco particolarmente affollate da mostri. Il comparto audio è nello stesso stile retro; ben contestualizzato ma, alla lunga, particolarmente ripetitivo e trascurabile tanto da poter essere disabilitato del tutto, rendendo così le sessioni di gioco a Loop Hero un’ottima occasione per ascoltare musica o recuperare le puntate arretrate di SourceCast.
Insomma, Loop Hero è una mescolanza di diversi generi, dal roguelike al gestionale, dal tower defense al gioco di carte, che riesce nel difficile compito di trovare un equilibrio nella commistione delle meccaniche di ognuno di essi dando vita a un unicum, già diventato la moda del momento. Se si riesce a superare quel senso di ripetitività esplicitato addirittura dal titolo del gioco, si scoprirà un’inaspettata profondità capace di intrigare e appassionare tanto da rendere innaturalmente veloci lo scorrere delle ore in queste giornate di isolamento forzato. Devolver Digital ha fatto un altro centro.
Pro
- Una mescolanza unica e ben bilanciata di generi diversi
- Estremamente intrigante
- Numerosissime combinazioni di carte possibili
Contro
- Può risultare ripetitivo
- Localizzazione italiana assente