Battletoads – Recensione
Sono passati ormai 26 anni dall’ultimo gioco dei Battletoads, i rospi più amati dai videogiocatori di ormai una certa età. Sin dal loro arrivo su NES, questi anfibi hanno portato non solo violenza e humour nero su schermo, ma anche diversi beat’em up di qualità. Tra porting vari per Amiga, Game Boy, Game Gear e altri, ricevettero anche un sequel su SNES, un cabinato arcade, e vari crossover come il famosissimo Battletoads/Double Dragon. Da allora però non si è più sentito parlare dei tre fratelli, eccezion fatta per il loro essere un personaggio selezionabile in Killer Instinct. Dopo 26 anni si può dire che tutte le speranze debbano perdersi, e invece a sorpresa ecco qui il tanto atteso sequel, disponibile su Windows e Xbox One. E per chi se lo chiedesse, sì, è disponibile gratuitamente per chi possiede il Game Pass.
Battletoads è un picchiaduro a scorrimento come ne esistevano tanti all’epoca. Purtroppo è un genere quasi scomparso, riportato alla luce solo da sporadici titoli come il recente Street of Rage 4. Tuttavia nessun beat’em up è folle e assurdo quanto Battletoads: Zitz, Rash e Pimple possiedono mutazioni che li trasformano in creature al limite del delirante ad ogni loro combo. Dall’inizio alla fine il gioco si fonda, sia nei video che nel gameplay, in freddure (a volte riuscite, altre un pò meno) e situazioni assurde, a partire proprio dalla trama. I Battletoads infatti sono rimasti per 26 anni (guarda caso) intrappolati all’interno di un bunker all’interno del quale si sono immaginati di vivere incredibili avventure. Una volta tirati fuori da lì, però, si rendono conto di essere ormai anticaglie, personaggi del passato che quasi nessuno conosce più. Il loro scopo è quello di tornare famosi, e per fare ciò partono subito alla ricerca della loro arcinemica di un tempo, la Regina Oscura.
Caso vuole però che anche la povera regina è una vittima alla quale sono stati strappati i propri poteri. I colpevoli che hanno reso i Battletoads e la Regina Oscura dei prigionieri del passato sono un popolo alieno chiamati i Topiani, regnati da due maschere voodoo palesemente omosessuali di nome Uto e Pia. La conseguenza è scontata: i tre rospi e la regina decidono di unire le forze per vendicarsi dei loro aguzzini.
Durante il gioco ci si scontra con nemici che possiedono svariate abilità, da quelli che non fanno altro che venire a picchiarci a distanza ravvicinata, a quelli che sono in grado di sparare sfere di energia o elettrificare il terreno. Ce ne sono anche alcuni in grado di effettuare parate, cosa che costringerà il giocatore a effettuare attacchi caricati per sfondare le difese avversarie. Anche se effettuare combo sempre diverse aiuta a infliggere più danni e a ottenere punteggi più alti, è possibile combattere anche usando il solo pulsante dell’attacco normale. Questo però non significa che la difficoltà sia inesistente: anche giocando Battletoads a difficoltà Normale ci troveremo in situazioni dove lo schermo si riempirà di nemici con abilità molto diverse tra loro, costringendoci a concentrarci al massimo e a utilizzare spessissimo il pulsante della schivata così da andare a colpire i nemici con il giusto tempismo.
Rendiamo chiaro comunque che questo capitolo della serie non è minimamente brutale nella difficoltà quanto i vecchi giochi. Anche alla modalità di difficoltà più alta, non si ha mai l’impressione di essere vittima di ingiustizie o di avere di fronte qualcosa di impossibile, il tutto è solo ESTREMAMENTE tosto e va affrontato con una sana e copiosa dose di pazienza.
Oltre ai livelli da picchiaduro a scorrimento, Battletoads offre moltissimi minigiochi e stage con incredibile varietà: sono ovviamente presenti i classici stage sulla Speeder Bike, ma anche sparatutto con navette spaziali, enigmi, quick-time events, survival a tempo e molto altro. Annoiarsi è praticamente impossibile, e se proprio vogliamo trovare un difetto a questo aspetto di Battletoads, potrebbe essere che verso le battute finali del gioco ci ritroveremo a sfidare ripetutamente scenari di minigiochi, al punto da non menare le mani anche per più di un’ora.
Graficamente Battletoads è fantastico: sviluppato con Unity, possiede sprite e animazioni di altissimo livello che possono tranquillamente essere messe a paragone con giganti come Cuphead. Peccato che la modalità multiplayer fino a 3 giocatori sia possibile unicamente in locale, infatti non è previsto nessun tipo di gioco online.
Battletoads viene dissotterrato dalla sua tomba all’improvviso, quasi irrispettosamente, ma sarebbe una bugia dire che non lo aspettassimo da molto tempo. In quanto picchiaduro a scorrimento è divertente e dalle meccaniche interessanti e ben studiate. Il fattore monotonia è quasi inesistente grazie a una difficoltà piuttosto alta e a tanti minigiochi che rompono la tipologia di livelli standard. Tuttavia, come tutti i membri della categoria dei beat’em up, la longevità è molto limitata e si ferma sulle 4 ore di gioco. L’unico modo di aumentarle è per i giocatori che intendono trovare tutti i collectible o che vogliono migliorare i propri punteggi, ma a parte ciò non c’è molto altro da fare.
Pro
- Difficoltà elevata ma mai ingiusta
- Ottimi sprite e animazioni
- Tanti minigiochi
Contro
- Umorismo non sempre efficace
- Segmenti di minigiochi a volte troppo prolissi
- Mancanza dell'online