Crash Bandicoot 4 – Così è (se vi pare)
Ennesima petizione, stavolta "orgogliosamente" Italiana, nata per proporre un restyling del simpatico Bandicoot.
Non è strano di questi tempi, soprattutto con la libertà che è data da internet, dai vari blog e forum, il fenomeno che ha già dovuto fare i conti con molti prodotti della creatività sia cinematografica e videoludica; parliamo delle Petizioni Online.
Questa volta a farne i conti è la simpatica mascotte di casa Sony: Crash Bandicoot 4, annunciato qualche settimana fa con un divertente e incredibile trailer, è già sotto i riflettori non per via del gameplay o la sua trama, ma bensì per il suo aspetto! Sul famoso sito Change.org alcuni ragazzi non sarebbero troppo entusiasti del nuovo look di Crash e chiedono ai membri di Activision di tornare sui loro passi e che il mangiamele sia più somigliante alla versione Crash Bandicoot N. Sane Trilogy;
Nel momento dell’uscita di quest’articolo le firme favorevoli della petizione di Crash Bandicoot 4 al cambio look sono arrivate a quasi 1100 con un obbiettivo prefissato dal nostro connazionale promotore della petizione di 1500 firme.
Sembra sia sempre più nella norma, quando un gruppo di creativi presenta una loro idea di progetto, cercare di navigare controcorrente e usando il potere legittimo della rete cercare di portare una propria visione dell’opera.
Vi ricorderete alcuni esempi recenti: Il film di Sonic, che effettivamente non era molto somigliante alla star di casa Sega ed è stato ridisegnato dopo una petizione; con il recente Little Devil Inside, Neostream ha dovuto fare i conti con accuse di razzismo e quindi ha dovuto modificare alcuni suoi personaggi nel gioco; anche Final Fantasy VII Remake, è stato oggetto di diatribe dato che a molti non sono piaciuti i cambiamenti fatti da Nomura & Co.
https://www.youtube.com/watch?v=r1SmiG404HU
Cory Balrog (padre di God of War) si schierò dalla parte dei creatori del primo look cinematografico di Sonic, difendendo la libertà d’espressione e creativa degli artisti.
Non so dire come mi sento a creare cose in un mondo del genere. È sicuramente importante ascoltare l’utenza, ma ciò rende difficile provare qualcosa di davvero nuovo, soprattutto quando a una prima occhiata può sembrare un cambiamento troppo netto, che però può sorprendere una volta finito.
Un fenomeno che si sta verificando, molto più grave di chi si limita a creare petizioni o manifestare il disappunto sui social, è quello ha vissuto anche recentemente la componente artistica di The Last of Us Part II, con minacce veramente gravi e pesanti. La libertà d’espressione è sacra come lo è schierarsi pro o contro le decisioni di qualsiasi artista o creativo che realizza una sua versione del gioco. Ma fino a quando uno sviluppatore deve tenersi ai canoni del pubblico e non poter liberamente creare una sua versione del gioco?
Non ci resta che attendere il risultato finale.