Assassin’s Creed Valhalla: Uno sguardo al contesto storico
Inquadriamo meglio il setting altomedievale del nuovo capitolo della serie.
Assassin’s Creed Valhalla è il nuovo capitolo dell’omonima serie che, dopo un episodio ambientato in Egitto e uno in Grecia, torna ad avere come sfondo l’Europa medievale. Il Medioevo è spesso considerato come un periodo oscuro della storia umana, caratterizzato dalla superstizione, dalle guerre di religione e dall’oscurantismo, così come dalle epidemie e dalle carestie. Teniamo in considerazione, però, che questa chiave di lettura è figlia dell’Illuminismo e del Positivismo, che ne evidenziavano i limiti e la barbarie: l’età compresa tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e il crollo dell’Impero Romano d’Oriente o le scoperte geografiche, tra cui quella dell’America del 1492, non fu però solamente questo.
Considerando che questi mille anni possono essere divisi in Alto e Basso Medioevo, ci si accorgerà, inoltre, di come il giudizio storico sul primo sia ancora peggiore rispetto a quello esercitato sul secondo. La caduta dell’Impero Romano portò alla sostituzione dell’ormai rodata istituzione imperiale con quella nuova del regno e, inevitabilmente, allo scontro e incontro di culture differenti.
Alla fine del V secolo si assistette alla nascita dei regni latino-germanici, che sostituirono all’ordinamento giuridico romano le leggi germaniche (guidrigildo e ordalia sono due tra gli esempi più noti), anche se non completamente. Il cambiamento non fu certo ben visto dalla vecchia classe dirigente romana e si considerarono tali regni inferiori rispetto a ciò che rappresentò Roma. Il quinto e sesto secolo, furono tuttavia, un chiaro esempio di fusione sociale e politica: non si trattò di processi immediati, ma è indubbio che si verificarono e che abbiano influenzato tutto il corso dei secoli successivi.
Deve altresì essere riconosciuto che tali regni cercarono di mantenere una certa continuità con l’Impero Romano d’Occidente e ne è un chiaro esempio il regno ostrogoto di Teodorico, con capitale Ravenna, che mantenne vigente l’ordine statale imperiale sulla Penisola e su buona parte dei Balcani, finché non venne sostituito con un Esarcato direttamente dipendente dall’Impero Bizantino. Se da un lato è vero che le popolazioni germaniche non furono certo pacifiche nei confronti di Roma, dall’altro va considerato che – oltre a cercare terre da coltivare – erano spesso spinte da popoli guerrieri come gli Unni e che guardavano con ammirazione alle istituzioni imperiali.
Questa ammirazione non fu evidente solo nella penisola italica, ma anche nel resto dell’Europa altomedievale. Assassin’s Creed Valhalla, ambientato nella seconda metà del IX secolo, può offrire sicuramente uno sguardo interessante su questa dinamica. Il titolo in sviluppo presso Ubisoft Montreal, infatti, ha per protagonista Eivor che, dai fiordi della Norvegia, salpa in direzione delle verdi terre della Gran Bretagna, dove proverà a stabilizzarsi. Essa nell’800 d.C. appariva abbastanza frammentata ed era governata da casate di origine anglosassone.
Si trattava di regni edificati nel corso del V secolo, proprio il periodo in cui altre popolazioni germaniche si insediavano nelle province dell’Impero Romano nel mediterraneo e nell’Europa centrale. Nello scenario storico dell’Europa altomedievale in cui è ambientato Assassin’s Creed Valhalla, non si può non riconoscere inoltre l’importanza dell’Impero Carolingio, sebbene si tratti di un’esperienza durata meno di novant’anni. Alla morte di Carlo Magno, nel 814, infatti, l’impero si divise e, fino all’888, dovette fare i conti con una debolezza strutturale che, assieme alle incursioni proprio dei popoli scandinavi, ne decretò la fine.
L’Impero Carolingio è però fondamentale per comprendere non solo i mutamenti vissuti dall’Europa continentale ma anche dalla Gran Bretagna anglosassone e, soprattutto, le dinamiche di legittimazione del potere. Anglosassoni e Franchi, così come gli Ostrogoti, erano erano animati – lo ribadiamo – da un’attrazione verso i fasti e la grandezza della Roma imperiale, che sapevano benissimo avrebbe consentito loro di rendere legittimo il proprio potere su quei territori.
Eccezion fatta per Carlo Magno, tuttavia, nessun re germanico – ostrogoto, sassone o vandalo che fosse – si dichiarò mai “imperatore” e fu riposta attenzione nella gestione dei rapporti con i bizantini, quantunque non mancarono conflitti come le Guerre Ostrogote, che posero buona parte dell’Italia sotto il controllo diretto dell’Impero Romano d’Oriente.
Anche la religione ricoprì un ruolo di primo piano nel consolidamento dei nuovi regni germanici. I franchi non tardarono a convertirsi al cristianesimo e lo stesso fecero gli anglosassoni. Quando, nel corso di Ubisoft Forward, Assassin’s Creed Valhalla è stato definito come un gioco che tenta di andare al di là dell’immagine tipica che si ha dei vichinghi, dettata dalla mitologia e che trova parte della sua origine nel Romanticismo europeo – esso vedeva le saghe germaniche e nordiche come l’esaltazione del mistero e dell’irrazionale sulla ragione – non si è potuto evitare di sperare che ciò andasse a coinvolgere anche il tema della religione.
Giunti sulle coste inglesi, infatti, danesi e norvegesi si trovarono inevitabilmente a contatto con un popolo cristiano, dominato da sovrani che vedevano legittimato il proprio potere proprio in virtù della fedeltà alla Chiesa di Roma.
Lo stesso Alfredo il Grande, re del Wessex nel momento in cui si svolgono le vicende narrate in Assassin’s Creed Valhalla, si considerava non solo re d’Inghilterra (in realtà è stata unificata durante il regno di Atelstano I) ma anche un vero e proprio sovrano al servizio di Dio. Oltre a utilizzare le strategie militari romane, che gli consentirono di sconfiggere le armate danesi a Ethandun nell’878 e in altre battaglie, Alfredo del Wessex provò a unificare i regni anglosassoni sotto un unico re e un unico Dio. E, dovendo affrontare, più di semplici razzie nel proprio regno, egli cercò di negoziare con i vichinghi. Il caso di Guthrum, re dell’Anglia Orientale, è emblematico.
Egli invase il Wessex e, dopo essere stato sconfitto a Ethandun, fu costretto a lasciare il territorio dove sorgono importanti città come Winchester in cambio della possibilità di regnare sull’Anglia Orientale. Chiaro, Guthrum dovette battezzarsi per poter regnare sui sassoni cristiani che già abitavano quelle terre, soluzione che accomuna la maggior parte dei popoli arrivati nell’Europa occidentale.
La religione era, e ha continuato a essere, lo strumento migliore per unire sotto un uomo – o pochi uomini – interi popoli, composti per buona parte da individui che, con il sovrano di turno, avevano ben poco in comune, considerando che si trattava di società con una stratificazione sociale abbastanza rigida. Se da un lato è comprensibile che una delle critiche mosse al nuovo capitolo di Assassin’s Creed sia riguardante l’estetica dei vichinghi rappresentati, si può comunque sperare che la storia raccontata sia quantomeno verosimile. Il fatto che nuovamente le popolazioni nordiche vengano adattate all’immaginario collettivo non esclude che Assassin’s Creed Valhalla possa sfruttare in modo adeguato il contesto storico-sociale dell’Europa dell’Alto Medioevo. Gli eventi dell’Inghilterra del IX secolo appaiono importanti e complessi tanto quanto le vicende continentali, tant’è che offrono anch’essi uno sguardo unico e affascinante sull’integrazione sociale, religiosa e culturale di popoli tra loro abbastanza diversi.
Questo periodo della storia inglese, inoltre, non è da vedere come una parentesi vuota dal punto di vista artistico e culturale, poiché è in tale momento che fiorì l’arte insulare (i sassoni erano esperti nella lavorazione dei metalli e fusero la loro maestria ai motivi dell’arte celtica) e che venne dato un significativo impulso alla registrazione di avvenimenti bellici, politici, giuridici e religiosi. Non a caso, la Cronaca Anglosassone, pur non essendo affatto imparziale, rappresenta ancora oggi una delle fonti più esaminate per gli studi sulla Gran Bretagna altomedievale.
Assassin’s Creed Valhalla ha dunque una base interessante e solida su cui poggiarsi; rimane solo da attendere e vedere come Ubisoft avrà deciso di rappresentare un contesto storico dinamico, caratterizzato da contrasti interni ed esterni, come l’Alto Medioevo inglese.