Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Ci pensa Nintendo a dare il via a un marzo in bilico tra relax e gore con il remake dei primi Pokémon Mystery Dungeon, comparsi sulle vecchie console portatili, su Nintendo Switch. Atteso da gennaio e forse da molto prima, Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX accorpa in un unico titolo la Squadra Rossa e la Squadra Blu andate in pensione. Dopo aver dato le nostre impressioni iniziali è giunto il momento del parere completo sul gioco che dal 6 marzo sarà disponibile presso l’ibrida della grande N.

Avendo giocato la demo disponibile sull’Eshop abbiamo trasferito senza problemi il salvataggio e continuato la nostra avventura direttamente dove l’avevamo lasciata, e cioè con l’incontro di lì a poco con il primo boss di Pokémon Mystery Dungeon!

I mostriciattoli rogue-lite

Facciamo però qualche passo indietro per spiegare la natura di questo remake, che ci è piaciuto definire durante le nostre scorribande come un rogue-lite in salsa Pokémon. Innanzitutto viene proposto un simpatico test attitudinale che aiuta a scegliere il Pokémon iniziale tra i 16 disponibili. L’esito del test, le cui domande sono diverse ogni volta e rimescolate, non vincola in nessun modo la scelta del proprio avatar, per cui è più un’opportunità per collegare la propria personalità a un Pokémon e scegliere liberamente se entrare poi nel mondo dei Pokémon con quello o no.

pokemon mystery dungeon squadra soccorso DX switch

Il protagonista non è un Pokémon come gli altri, bensì un umano trasformatosi in un mostriciattolo tascabile e catapultato a sua insaputa nel mondo dei Pokémon, un Bosco dei 100 Acri rifatto per l’occasione dalle mani sapienti di Spike Chunsoft, che lavora da circa un ventennio alla serie Mystery Dungeon. La formula, quindi, è la stessa della serie storica che risale al 1993 e viene battezzata gettandosi al salvataggio di un tenero Caterpie: un dungeon crawler procedurale, quindi mutevole ogni volta, che è possibile paragonare agli scacchi e che ancora oggi continua a essere associato al brand Pokémon.

Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX si inserisce nel genere dei rogue-like, la cui più famosa caratteristica è la morte permanente. Una volta caduti si ricomincia da zero. Giocare una partita a The Binding of Isaac rende subito l’idea di che tipo di gioco stiamo parlando – un’esperienza divisa in varie “stanze” corollata da tanti fallimenti, che diventa sempre più difficile, ma a cui seguono grandi soddisfazioni con la pratica. Squadra di Soccorso DX è sicuramente meno punitivo di Isaac, ma le regole di base sono le stesse. Prima l’abbiamo chiamato rogue-lite appunto per la sua natura più amichevole (d’altronde parliamo di un PEGI 7 contro il PEGI 16 di Isaac): una volta sconfitti, comunque tutto il contenuto dello zaino e le pokémonete che si hanno in tasca verranno perdute. Prima di disperarsi però, basti sapere che non si riparte completamente da zero e il gioco offre una scappatoia, di cui parleremo in seguito.

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Gotta recruit ‘em all!

Inspiegabili catastrofi naturali si susseguono nel mondo dei Pokémon e tra lo spavento generale nascono diverse squadre di soccorso, la cui missione è aiutare chiunque abbia un problema. Il nostro protagonista si offrirà subito come volontario per una neonata squadra di soccorso formata da sé stesso, un secondo partner che sceglieremo tra i 15 Pokémon rimanenti e in futuro con tutti i Pokémon che sarà possibile incontrare nel corso dell’avventura – parliamo di un numero aggiornato e rivisto di Pokémon rispetto l’originale, tra cui le amate megaevoluzioni e novità come le abilità rare. Queste sono abilità esclusive del remake che comportano benefici passivi a tutti i membri del party, come per esempio il ripristino dei PP, e che è possibile far acquisire al Pokémon con le gelatine.

Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX si ripresenta così su Switch con una grafica rinnovata color pastello molto piacevole alla vista e dal tocco rotondo e colorato, fedele ma allo stesso tempo anni luce lontano dai giochi originali. Il remake sancisce anche ufficialmente il passaggio della serie dal 2D a 3D, come capitato per la sesta generazione della serie principale di Game Freak e un layout più moderno e accattivante. Il mondo dove vivono Pokémon è ricco di ogni genere di habitat, dalle montagne innevate ai laghi fino ad arrivare a foreste leggendarie suddivise in dungeon, dove trascorreremo la maggior parte del tempo. Qui sarà possibile vedere che genere di creature popolano un determinato dungeon e tornare in un secondo momento con l’intenzione di reclutarli tutti.

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I dungeon sono ovviamente il cuore del titolo, mappe create al momento divise in blocchi invisibili che giustificano poi il combattimento a turni. Come abbiamo detto nel provato, ogni movimento o azione conta come un turno, per cui anche non muoversi è una possibile strategia da poter adottare in Squadra di Soccorso DX. In questo remake il limite di Pokémon che compongono la squadra è stato raddoppiato, passando da 4 a 8 e la mappa, tutta da svelare, sarà il nostro principale punto di riferimento e tratteggiata dai pallini blu, ossia gli oggetti da aggiungere all’inventario, e i pallini rossi che segnalano i Pokémon nemici e i loro spostamenti. Una volta raggiunta una certa vicinanza il combattimento avrà inizio e sarà possibile scegliere tra quattro attacchi, proprio come nel gioco standard, pur di avere la meglio sull’avversario.

Ci sono diversi tipi di attacchi come quelli ravvicinati, quelli che colpiscono fino a due blocchi di distanza fino ad attacchi multipli (come Furia) che possono risultare molto più devastanti rispetto ciò a cui i giocatori della serie regolare sono abituati.

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Se infatti all’inizio le meccaniche possono sembrare più complesse del solito perché numerose, il titolo viene in aiuto al giocatore fornendo un’esaustiva lista di parole chiave nelle impostazioni, senza dimenticare anche il Dojo Makuhita a sud della Piazza Pokémon, leggermente ritoccato per apprendere le basi del gameplay e far salire di livello più velocemente la nostra squadra in vista di missioni importanti. Una volta entrati in sintonia con il gioco il gameplay può diventare presto ripetitivo, ragion per cui è consigliabile fare un giro di prova con la demo e vedere in prima persona se questo stile di gioco è nelle proprie corde.

Il luogo dove si concentra la maggior parte della vita mondana e non nel mondo dei Pokémon prende il nome di Piazza Pokémon ed è anche il nostro punto di riferimento per MT, depositare denaro, oggetti e altri personaggi che meritano un po’ più di spazio, ovvero Gulpin e Wigglytuff. Il Pokémon di tipo veleno non solo ricopre le funzioni del classico ricordamosse e scordamosse, ma soprattutto può combinare (e scomporre) due o più mosse in modo che il Pokémon le faccia sempre in rapida successione e in automatico. Wigglytuff, invece, è un personaggio chiave perché è il gestore delle Aree Amico di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX, che sono praticamente i campi dove i Pokémon che recluteremo possono sostare. Il primo ad avere questo onore sarà un Magnemite, a cui si potranno affiancare le centinaia di Pokémon presenti nel titolo.

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Affinché un Pokémon possa unirsi alla squadra di soccorso bisogna innanzitutto possedere l’Area Amico corrispondente in cui la creatura vive, mentre il resto è affidato all’RNG – elemento, questo della fortuna, che abbiamo potuto provare sulla nostra pelle quando su schermo è comparso un Pokémon shiny (o cromatico), tipologia assente nei classici. Acquistare quante più Aree Amico possibile diventerà presto fondamentale per arricchire la nostra squadra di nuovi elementi. In caso non avessimo l’habitat corrispondente accadrà che il Pokémon non si unirà alla squadra, lasciando però del denaro in cambio della bella esperienza. In fondo non è un addio, ma solo un arrivederci.

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La leggenda di Ninetales

Il tempo di gioco è scandito per la maggior parte dalle missioni secondarie, che consistono in viaggi randomici nei dungeon per salvare un determinato Pokémon in uno dei vari piani del livello da accettare nella bacheca apposita nell’Ufficio Postale Pelipper. Al termine della missione la nostra squadra di soccorso riceverà diversi premi, tra cui soprattutto un avanzamento di rango allo scopo di raggiungere quello oro dove siede la squadra di Alakazam, Tyranitar e Charizard, Pokémon visti dal basso verso l’alto da tutti i mostriciattoli che diventeranno presto facce conosciute.

Ovviamente, non tutte le squadre di soccorso escono col buco ed ecco spuntarne una capitanata da un Gengar maligno che farà di tutto pur di impedire la nostra avanzata: alle catastrofi naturali come spaccature e cambiamenti climatici percepiti in maniera forte da alcuni Pokémon si innesta la famosa leggenda di Ninetales, con cui il nostro Pokémon (umano) dovrà fare i conti, combattendo contro le malelingue dello spettro.

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Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX offre una trama sorprendente per gli standard del franchise, e segnala il cambio di tono e la virata precisa verso la trama orizzontale con un aumento della difficoltà, proponendo un livello di sfida decente a seconda del team e soprattutto della longevità del dungeon in questione, che a volte metterà a dura prova la nostra pazienza andando ben oltre la dozzina di piani (ed è un eufemismo). Ad aiutare nella ricerca delle scale e ottimizzare l’esperienza entra in gioco una modalità automatica che vede i Pokémon dirigersi autonomamente verso l’uscita senza alcuna pressione di un tasto, salvo interrompersi quando avvicinati da un avversario. Tra i tanti avversari spiccano naturalmente i boss, spesso Pokémon leggendari irretiti dalle calamità, come anche Pokémon forti e rari segnalati in un dungeon, come Dragonite o Metagross.

Salvataggi… e fantasmi

Tutto Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX è governato da un sistema di salvataggio automatico che salva i progressi in ogni momento, per cui è possibile interrompere e riprendere l’avventura in qualunque punto, ma c’è anche il rovescio della medaglia: la perdita definitiva di oggetti e pokémonete in caso di sconfitta, senza possibilità di recupero… ma sarà così? Ecco la scappatoia di cui abbiamo parlato a inizio recensione: quella di mandare un’altra squadra di soccorso nel dungeon e salvare i caduti. Si avranno possibilità illimitate di raggiungere il piano del dungeon dove il team principale si è fermato e, in caso di successo, farlo ripartire da quel punto. In caso di arresa, si perderanno tutti gli oggetti e bisognerà ripartire dal primo piano del livello.

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Questo sistema di aiuto, che sta ovviamente alla base della IP di Spike Chunsoft a partire dal titolo, si esplica anche attraverso le funzionalità online che purtroppo non abbiamo potuto provare per evidenti motivi. Basti sapere che è possibile chiedere e ricevere aiuto da altri giocatori tramite internet o password e che in caso non si disponga di un abbonamento a Nintendo Switch Online si può scegliere tra una lunga lista di richieste d’aiuto offline da parte di NPC. La longevità di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX è assicurata, insomma, e questo anche in virtù di un chiacchierato dungeon definitivo in cui si parte al livello 5 dal primo piano. Ci sentiamo di esprimere con la stessa certezza che Spike Chunsoft e Nintendo sapranno supportare il titolo nel corso dei mesi attraverso trasferte ufficiali distribuite via Missione Speciale, password da inserire per sbloccare una determinata spedizione.

Il più grande problema di Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX che è doveroso menzionare oltre alla naturale ripetitività, è dato dagli scherzetti dovuti al Joy-Con drift, in parole semplici il personaggio che agisce da solo. In un gioco a turni come Squadra di Soccorso DX è intuibile come sia vitale pesare ogni singolo movimento e come sia altrettanto frustrante vedersi la mossa “rubata” dal Joy-Con drift. Ci è accaduto spesse volte sia durante il gameplay vero e proprio e importanti scelte come curare un Pokémon o arruolare un nuovo membro della squadra che questo problema fantasma ci mettesse i bastoni tra le ruote, con conseguenze abbastanza rovinose nel bel mezzo di un dungeon. A oggi l’unico modo sicuro per sistemare l’annosa questione del Joy-Con drift è inviare il controller incriminato all’assistenza Nintendo, oppure provare a ricalibrarlo. Gli esiti, vi anticipiamo, sono spesso infruttuosi.

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Superato il limite del Joy-Con drift, Pokémon Mystery Dungeon: Squadra di Soccorso DX offre a tutti gli appassionati sia su TV che in modalità portatile un’esperienza rivisitata e potenzialmente senza fine. In questo remake in cel shading di Squadra Rossa e Squadra Blu il giocatore si vede calato nei panni di un umano sotto forma di Pokémon che presto si circonderà di alleati formando, appunto, una squadra di soccorso. Nostalgico sin dalla prima nota, Squadra di Soccorso DX è stato adeguato ai tempi moderni non solo aumentando il limite della squadra, ma impreziosendo il fiabesco e variegato mondo dei Pokémon con megaevoluzioni, shiny, attacchi e abilità aggiornate. Non sarà facile, infatti, dimenticare tanto presto il saggio Whiscash, il mistico Xatu e i tanti personaggi che popolano le montagne e le foreste di questa terra inedita. Le probabilità che il rogue-like di Spike Chunsoft risulti monotono ci sono, ma è l’occasione ideale per vedere i Pokémon da un altro punto di vista e concedersi qualche virile lacrima.

8

Pro

  • Modernizzato
  • Storia distintiva
  • Longevità assicurata
  • Funzionalità online di soccorso
  • Ci sono evoluzioni di vecchi Pokémon e megaevoluzioni

Contro

  • Può risultare ripetitivo
  • ll Joy-Con drift si fa sentire
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