Metro Redux: 2033 + Last Light – Recensione
Artyom si alzò con riluttanza dal posto che aveva occupato vicino al fuoco e, portando la mitragliatrice dalla schiena al petto, si diresse verso l’oscurità. Se ne stava al limitare della zona illuminata quando tolse la sicura all’arma e cominciò a urlare in modo burbero e minaccioso, con tutto il fiato che aveva in corpo: “Fermi! Parola d’ordine!”.
Dmitrij Gluchovskij è l’autore russo della citazione appena letta e scritta originariamente per il romanzo Metro 2033 da cui Deep Silver e 4A Games hanno realizzato l’omonimo videogioco, prodotto per PlayStation 4, Xbox One e PC nel 2015 e oggi approdato anche su Nintendo Switch nel bundle delle rimasterizzazioni di Metro 2033 e Metro: Last Light chiamato Metro Redux.
Innanzitutto, va specificato che Metro Redux: 2033 e Metro Redux Last Light sono due titoli separati ma legati dalla vicenda, entrambi in versione rimasterizzata e adattata alle console next gen. Sono acquistabili e fruibili separatamente, dato che il secondo capitolo offre svariati flashback di chiarimento, e mentre nella versione originale il secondo titolo offriva un motore grafico migliorato, in versione Redux entrambi hanno subito un poderoso svecchiamento che va anche a limare anche qualche difettuccio nel gameplay.
Oggi sono acquistabili in un bundle fisico che comprende entrambi i titoli e tutti i DLC o in versione digitale sul Nintendo eShop uno alla volta, anche qui con tutte le espansioni comprese. Il prezzo come al solito potrebbe sembrare un po’ alto – circa 25 euro per le versioni singole – ma va detto che l’esperienza offerta, la durata e la storia valgono il prezzo del biglietto, anche se purtroppo il fattore rigiocabilità si limita a voler affrontare l’avventura a un livello di difficoltà superiore.
Proprio parlando di trama, va detto che Gluchovskij è stato particolarmente bravo nel trattare nei suoi romanzi un tema che sostanzialmente è già stato affrontato più e più volte, senza risultare banale e tenendo il lettore con il naso incollato al libro, e anche i ragazzi di Deep Silver 4A Games sono stati bravi nel trasporre il cuore dei libri all’interno di Metro Redux: 2033 + Last Light.
Non era facile dato che in sé il titolo è un misto tra horror, avventura, esplorazione in salsa FPS: non si vedono spesso titoli che rappresentano un mix di generi diversi riuscendo comunque a mantenere un’identità mentre fondono un gameplay divertente a una trama complessa e articolata; beh, sia Metro Redux: 2033 che Last Light riescono nell’intento fornendo di fatto un piccolo capolavoro, ancora valido oggi e ancora appassionante.
Metro Redux: 2033 + Last Light ci vede impersonare Artyom in un contesto davvero tetro. L’inverno nucleare ha completamente avvolto il pianeta rendendo la vita in superficie impossibile. I pochi superstiti hanno trovato rifugio nelle vecchie stazioni della Metro di Mosca e lì hanno costruito un ecosistema che ha permesso alla vita per come la conosciamo di sopravvivere, seppur con qualche compromesso. Vere e proprie comunità si sono formate nelle varie stazioni, creando mercati e scambi e offrendo alla popolazione rifugio e sicurezza.
Purtroppo, però, le radiazioni hanno dato alla luce nuove e pericolose forme di vita che ostacolano i trasporti e uccidono senza pietà. Diverse fazioni hanno preso il controllo e volgono il loro sguardo alla riconquista del pianeta cercando di uccidere tutte le minacce. Vari saranno i colpi di scena e le minacce che dovrete affrontare: infatti l’indole malvagia dell’uomo prende il sopravvento e oltre ai nemici radioattivi dovrete fronteggiare banditi e predoni, la cui pericolosità deriva anche da trappole di cui il terreno di gioco è disseminato.
Inoltre, non va dimenticato che il contesto di gioco vede il protagonista in un’epoca in cui le risorse non abbondano e il territorio è ostile. La maschera antigas è essenziale cosi come lo è cambiare costantemente i filtri. Ogni singolo proiettile, che viene usato anche come valuta, è da considerarsi prezioso data la difficoltà che avrete nel reperirne. Le misteriose creature inoltre sono piuttosto coriacee e spesso servirà una potenza di fuoco notevole per abbattere i branchi.
Per fortuna all’inizio del gioco è possibile scegliere l’approccio con cui affrontare l’avventura che vi verrà decidere se prediligere un contesto stealth e più horror, in cui centellinare i proiettili e muoversi con cautela o se optare per una versione più First Person Shooter in cui le munizioni sono più facili da recuperare.
Questo non deve farvi pensare che la seconda opzione sia più facile, è solo una scelta: infatti antri bui, creature sovrannaturali, trappole e nemici sono il mood dell’avventura di Metro Redux: 2033 + Last Light e vi converrà misurare ogni singolo passo dando un giusto peso alla fase esplorativa. Affidatevi quindi alla luce del vostro casco e agli accessori in dotazione spendendo del tempo per capire se siete sotto o sopra vento con il vostro accendino al fine di comprendere se le creature che scorgete in lontananza saranno un problema o meno e mi raccomando, tenete sempre d’occhio il cielo: i mostri hanno le ali! Assicuratevi inoltre di avere sempre munizioni, filtri e migliorie per le armi a sufficienza, dato che l’unico modo che avrete per fare scorta è depredare i cadaveri o scambiare munizioni per materiale al mercato nero che troverete negli avamposti lungo il vostro cammino.
Il valore aggiunto di Metro Redux: 2033 + Last Light – nonostante l’impronta sia horror e il gameplay sia votato al FPS – risiede nella capacità di coinvolgere il giocatore in una trama fitta e credibile che, grazie alla realizzazione magistrale, vi rimarrà in testa nel tempo, creando di fatto un’esperienza che si avvicina alla lettura di un buon romanzo. Merito in parte dell’autore del romanzo originale e in parte della trasposizione del team di sviluppo che, collaborando (più nel primo capitolo che nel secondo) e inserendo elementi nuovi ma coerenti, porta avanti il filone mantenendo intatta le verve che contraddistingue il genere.
Parlando del lavoro di porting, bisogna fare delle precisazioni: rispetto ai titoli originali, la versione Metro Redux: 2033 + Last Light quando uscì fu caratterizzata da un upgrade sia dei dettagli e delle texture sia del motore grafico in sé. Benché fosse più evidente nel capitolo più datato, entrambi hanno beneficiato di uno svecchiamento che oggi approda sulla portatile di casa Nintendo, purtroppo con qualche lieve compromesso. In totale l’esperienza è notevole, più sul grande schermo che in portabilità, e il totale è stabile è scevro da rallentamenti, ma il dettaglio grafico (in particolar modo sui particolari quando la telecamera è vicina all’oggetto) risente dell’hardware meno performante di Switch, forse anche un po’ a causa del lavoro di porting.
In particolare, chi scrive ha trovato davvero estenuanti alcuni caricamenti, che nelle altre versioni sono molto più rapidi. Per fortuna anche in questo caso l’esperienza ne risente in maniera marginale e alla fine questo tempo di attesa cosi come il compromesso grafico, non minano un’esperienza finale che si può definire davvero notevole.
Metro Redux: 2033 + Last Light edito da Deep Silver e da 4A Games approda finalmente anche su Switch con le sue magnifiche atmosfere horror e con i suoi momenti adrenalinici di caccia e fuga. L’esperienza è ben trasposta al netto di qualche compromesso grafico che non mina l’esperienza, e fruire in portabilità del titolo, come sempre, offre quel valore aggiunto che unito alla trama e al gameplay giustificano appieno l’acquisto. Consigliato agli amanti del genere e a chiunque non avesse goduto dei titoli su Playstation 4, Xbox One o PC.
Pro
- Trama complessa e ben struttura
- Ottime atmosfere coinvolgenti
- Gameplay adrenalinico
- Porting be fatto...
Contro
- ... al netto di qualche compromesso grafico