Star Ocean: First Departure R – Recensione
Quello dei JRPG è decisamente un genere capace di instillare una fascinazione e un coinvolgimento tali da spingere i suoi appassionati a recuperare ogni capitolo di una saga; non è un caso che di questo genere fiocchino periodicamente porting e remake vari. Quella di Star Ocean è una saga che non è mai riuscita a sfondare in occidente, a differenza dei più blasonati Final Fantasy, Dragon Quest e simili ma sembra comunque che Square Enix non abbia intenzione di lasciare le sue serie meno conosciute nell’oblio portandole all’attenzione degli amanti dei japanese role-playing game, vecchi e nuovi, per metterli in condizione di riscoprire alcune perle del passato.
Dopo aver rilasciato la Collection of Mana, è ora il momento di riscoprire le origini della saga Action RPG che rappresentò l’esordio dello studio Tri-Ace.
Il primissimo Star Ocean uscì per SNES nel lontano 1996 e non venne mai pubblicato all’infuori del Giappone. Solo nel 2008 i giocatori occidentali riuscirono a recuperarlo grazie al remake per PSP. Questo Star Ocean: First Departure R è infine la versione rimasterizzata di quel remake, creato per essere recuperato da tutti coloro che lo hanno mancato sulla prima console portatile Sony. Anche se più che di un remaster si potrebbe parlare di un porting upscalato con alcune piccole aggiunte.
Una delle caratteristiche più distintive della saga è quella di presentare un setting che combina elementi fantasy e sci-fi. Star Ocean: First Departure R ci porta nel pianeta sottosviluppato di Roak, dove il protagonista principale Roddick e i suoi due fedeli amici Millie e Dorne passano le giornate difendendo il loro tranquillo villaggio. La tranquillità viene però distrutta da una misteriosa piaga che tramuta tutti gli abitanti in pietra. Mentre cercano di capire cosa sta succedendo, i tre compagni si imbattono nei viaggiatori interstellari Ronyx e Ilia che gli rivelano che l’unica speranza di salvare il villaggio è quella di prelevare un campione di sangue dall’Arcidemone Asmodeus; come se il nome stesso non bastasse a far sembrare difficile il compito, c’è un altro problema a complicare le cose: Asmodeus è stato ucciso 300 anni fa.
Per fortuna Ronyx conosce una Porta Temporale che può essere utilizzata per viaggiare indietro nel tempo fino a quando l’Arcidemone era ancora in vita. Per quanto suoni arrischiata, agli amici non resta altra scelta che imbarcarsi in questa impresa attraverso lo spazio e il tempo.
Nonostante la storia generale sia tutto sommato semplice e lineare, l’avanzamento nel gioco è meno scontato. Nel corso del loro viaggio attraverso Roak i protagonisti si imbatteranno in vari eventi e personaggi, e starà al giocatore scegliere se farsi coinvolgere nelle loro sotto missioni. A seconda delle nostre decisioni potremo incontrare alcuni personaggi piuttosto che altri che potrebbero aggiungersi al nostro party. Sono proprio questi personaggi di contorno a infondere linfa vitale all’avventura. Per portare a termine Star Ocean: First Departure R sono sufficienti anche 25-30 ore di gioco, ma non sarà possibile reclutare tutte le unità presenti con una singola run.
È quindi possibile ricominciare il gioco e scegliere di interagire con altri personaggi, sbloccando così differenti storie secondarie. Non è un elemento da poco se consideriamo che questo titolo è uscito per la prima volta più di 23 anni fa.
Dal punto di vista del gameplay i giocatori con una certa esperienza con gli Action RPG di stampo giapponese si troveranno subito a casa. Si dà il caso infatti che i fondatori di tri-Ace che hanno dato vita a Star Ocean siano ex-dipendenti dello studio Wolfteam, che ha dato vita all’ultra classico Tales of Phantasia per la Namco. La parentela indiretta è evidente, dato che anche in questo caso siamo di fronte a un battle system in cui il giocatore controlla un singolo personaggio in tempo reale mentre gli altri sono controllati dalla AI, anche se è possibile switchare il personaggio controllato in qualsiasi momento. A differenza di Tales of Phantasia, però, le battaglie si svolgono in arene tridimensionali con visuale isometrica.
In questa versione sono state introdotte solo poche variazioni rispetto al passato. Il gioco è stato leggermente ricalibrato in modo da alleviare alcuni picchi di difficoltà inconsueti. Ben più evidente è la funzione che permette di correre a velocità doppia, che renderà i viaggi e il consistente backtracking attraverso Roak molto più rapidi.
È però sul versante grafico che più vanno cercati i ritocchi di Star Ocean: First Departure R. Il gioco è stato trasposto in HD, ma ovviamente la transizione non poteva essere indolore. Gli sfondi sono stati upscalati e inevitabilmente tradiscono l’età e l’origine portatile del titolo, mentre gli sprite dei personaggi risplendono di ottima qualità e non risentono di quell’effetto “levigato” che si trova saltuariamente in riedizioni di questo tipo. L’aspetto generale è comunque piacevole, soprattutto grazie alla squisita pixel art del gioco.
Ad adornare i dialoghi sono stati aggiunti dei nuovi artwork dei personaggi a opera dell’illustratrice Katsumi Enami (che forse conoscerete per “Baccano!” o “Vamp!”), che risultano ben fatti e riescono a dare un tocco di freschezza al gioco. Per chi dovesse preferire gli artwork della versione precedente c’è comunque la possibilità di cambiarli. Peccato solo che il nuovo stile illustrativo non sia stato esteso alle cutscene animate, che rimangono quindi le stesse della versione PSP; anche se sono poche e ammonteranno complessivamente a una decina di minuti, lo stacco tra gli stili si fa inevitabilmente notare.
Per quanto riguarda il doppiaggio sono presenti ben tre tracce audio: le due della versione PSP, giapponese e inglese, e una nuova giapponese inserita per Star Ocean: First Departure R. Anche in questo caso è possibile switchare le tracce con facilità. Nonostante la grande libertà di scelta per il giocatore, ci sarebbe piaciuto che ci fosse anche un’opzione per disattivare del tutto le voci; non tanto per i dialoghi, quanto perché in battaglia ogni volta che un personaggio esegue una tecnica speciale lo fa urlando il suo nome, e a lungo andare può dare abbastanza fastidio.
Il primo Star Ocean rimane un classico del passato, con delle ottime intuizioni per il suo tempo, ma che al giorno d’oggi potrebbero non impressionare più di tanto. Questa First Departure R è una conversione minimale e forse un po’ pigra, ma è anche vero che viene venduto a un prezzo sicuramente contenuto. A soli 20,99€ potrete riscoprire questa piccola perla che saprà fare la gioia degli appassionati della saga desiderosi di recuperarne il capostipite, o gli amanti dei giochi di ruolo nipponici classici. Va da sé che se il retrogaming non è nelle vostre corde o avete già giocato alla versione PSP non troverete molti motivi per l’acquisto.
Pro
- Una perla del passato
- Tanti personaggi da scoprire
- Poche aggiunte ma apprezzabili
Contro
- Adattamento grafico sbilenco
- Mancanza di vere aggiunte