Pokémon Spada e Scudo – Recensione
L’annuncio che ha cambiato radicalmente la ricezione dei due titoli di ottava generazione Pokémon è avvenuto quasi in maniera silenziosa. Tra un incontro nell’erba alta e un altro durante l’E3 2019 un sorridente Junichi Masuda, abbracciando un peluche di Scorbunny, annunciava che Galar avrebbe avuto solo una parte dei Pokémon conosciuti, e che Game Freak si stava scervellando per selezionare gli esemplari più ideali per la regione. Masuda non poteva mai immaginare (oppure si?) la reazione oceanica e infernale dei fan di Pokémon, e così i mesi che ci hanno portato al fatidico 15 novembre sono stati avvelenati e adombrati dalle critiche scatenate dalla mancanza del Pokédex Nazionale, o Dexit.
La grafica e le animazioni nei vari trailer, ritenute tuttora ancorate all’hardware 3DS, non hanno aiutato la causa di Pokémon Spada e Scudo, e i due titoli continuano a essere osteggiati e divisivi, nel mentre Game Freak registra comunque vendite record, pari a circa 7 milioni di copie vendute.
È trascorsa poco più di una settimana dal lancio globale di Spada e Scudo. Il portone di Galar si è aperto per tutti con un rumore cacofonico, pronti nel bene e nel male a una nuova avventura. Zaino in spalla: è il momento di dare il giudizio definitivo su Pokémon Spada e Scudo – la nuova era Pokémon, secondo Game Freak.
Accantonati i colori pastello dei Let’s Go, una nuova generazione è sbarcata su Nintendo Switch. Siamo solo all’inizio ma vogliamo essere bruschi, senza fare giri di parole: Pokémon Spada e Scudo sono titoli godibili e divertenti, gli stessi giochi macina ore che abbiamo imparato a conoscere e amare nel corso degli anni, infornata dopo infornata di mostriciattoli. La ricetta di base è rimasta la stessa; alcuni ingredienti sono più freschi e moderni, mentre altri risultano amari come una baccafrago.
La versione da noi provata è stata Pokémon Spada. Cambia poco rispetto Pokémon Scudo – qualche Pokémon esclusivo e, per la prima volta, palestre uniche (Lotta in Spada, Spettro in Scudo e altre che non riveliamo). A darci il benvenuto a Galar è Rose, presidente della Lega Pokémon, che nella regione è vissuta come un vero e proprio sport, con tanto di stadi e tifosi. Prendiamo il presidente Rose per aprire una piccola parentesi, e cioè lamentarci dell’assenza del doppiaggio, che a più di 20 anni di storia del brand si inizia a percepire.
Vedere nelle cut-scene le labbra dei personaggi muoversi senza alcun suono, o addirittura scene cantate, in cui bisogna appellarsi alla miglior immaginazione di cui siamo capaci, semplicemente non funziona più. Quella di Pokémon è una localizzazione massiccia che fa capo alla creatività, ma l’assenza della voce si fa sentire e l’immersività con essa.
Chiusa la parentesi sul doppiaggio, Galar offre percorsi mai visti nel corso della serie. La regione sembra viva, e questo per merito del maggior draw distance, dei Pokémon sullo sfondo, come greggi di Wooloo o Butterfree che volano spensierati e i Pokémon che compaiono nell’overworld, visibili quindi a occhio nudo in tutto il loro splendore. Furlongham è una boccata di aria fresca, e anche il luogo dove il nostro avatar inizia il suo viaggio, che si inaugurerà ufficialmente con la scelta dello starter preferito tra Grookey, Scorbunny e Sobble.
Le prime piccole città fungono da grande tutorial, utili per abituarsi al mondo di gioco e conoscere alcuni dei personaggi, come il nostro energico rivale Hop e suo fratello maggiore Dandel, che il caso vuole che sia anche il Campione con al seguito un imbattibile (si dice) Charizard. La trama di gioco, infatti, esauribile in circa 35 ore e con un focus maggiore sulle palestre, ruota ad arrivare a sfidare Dandel per il titolo di Campione, ma nonostante ciò attraverso la storia di sottofondo, che vede scavare nel passato e nel sottosuolo di Galar, i due titoli si dimostrano più maturi e attenti a certi temi – come la crisi e lo sfruttamento delle risorse, di cui Pokémon Spada e Scudo si fanno umili portavoce. La vera avventura, comunque, inizierà una volta saliti sul treno, e la prima fermata obbligatoria sono le Terre Selvagge di Galar.
Una grande isola, una piccola regione
Dell’area open world che costituisce una delle maggiori novità di Pokémon Spada e Scudo parleremo più avanti. Rimanendo sulla diversità geografica della regione ispirata al Regno Unito e sui percorsi, questi si snodano tra i più lineari e quelli più particolari, come il Percorso 6 o il Percorso 9, più esplorativi; il primo desertico con un sistema di scale, mentre il secondo che svela uno dei pochi corsi d’acqua percorribili nei titoli che è possibile attraversare con la Roto-Bici, che ci verrà donata nel corso dell’avventura e che agevola di molto gli spostamenti permettendo di non cliccare alcun tasto al passaggio dalla terra al mare.
Questi tracciati, la cui bellezza in un primo momento può essere accecante, seguono una numerazione da prendere alla lettera e che non permette scorciatoie. Da questo punto di vista, ci sentiamo di dire che Pokémon Spada e Scudo sono fin troppo guidati: molti percorsi ci verranno di fatto sbarrati con l’aiuto del Team Yell, il team “cattivo” di questa generazione, che altri non sono che dei fan sfegatati di una nostra coetanea, Mary, che incontreremo più volte nel corso del gioco. Il Team Yell verrà la maggior parte delle volte relegato a bloccare l’accesso a una determinata parte del gioco, e questo svelerà alla lunga il trucco del mago, ovvero che il numero e la lunghezza dei percorsi sia stato ridotto.
Il confronto con le precedenti regioni come Unima o Kalos è impietoso: Pokémon Spada e Scudo presentano solo la metà dei percorsi rispetto le succitate generazioni. Gli stessi percorsi “alternativi” come grotte o foreste, concentrate nella prima parte del gioco, si possono contare letteralmente sulle dita di una mano – e non sperate che nel post-game si aprano nuove strade da percorrere. Non c’è alcuna roccia da smuovere, nessun albero da tagliare, nessun secondo piano et similia. Galar è una grande isola, ma allo stesso tempo è una piccola regione e questo perché molte delle energie del team si sono chiaramente riversate verso le Terre Selvagge. L’unico segreto che Galar nasconde gelosamente è il fenomeno Dynamax, che è anche il motivo per cui nella regione non si può parlare di palestre, ma enormi stadi visibili a centinaia di metri di distanza.
La Sfida delle Palestre?
L’obiettivo di questa ottava generazione Pokémon è quello canonico, ovvero collezionare le 8 medaglie che permettono di sfidare il Campione. Pokémon Spada e Scudo elevano questo concetto al massimo, costruendo attorno questa scalata un evento trasmesso su scala regionale denominato Sfida delle Palestre. Per la prima volta non tutti coloro che collezionano le medaglie finiscono per sfidare il Campione, e viene data enfasi a una competizione contro gli stessi altri allenatori come noi. A questo giro di boa per partecipare alla Sfida bisognerà avere uno sponsor, ovvero un allenatore più esperto che giustifica la propria presenza. Una volta ottenuta la lettera di referenze, diventeremo a tutti gli effetti partecipanti. Ogni “palestra” ha la sua missione, che sono la rivisitazione delle sfide che bisognava fare nelle scorse generazioni per arrivare al capopalestra: per esempio, nella prima palestra di Galar (Erba) bisognerà far rotolare i tenerissimi Wooloo a destinazione stando attenti agli Yamper che hanno il compito di spaventarli. Una volta superata la sfida pensata dai capopalestra si accederà all’arena.
Sentire il rumore dei propri passi e il brusio dei fan sugli spalti prima di catapultarsi al centro dello stadio è un’emozione unica che fa sentire davvero il peso di essere un allenatore Pokémon. Probabilmente, se non si è stati catturati anzitempo dalle Terre Selvagge, è proprio in uno stadio che per la prima volta assisteremo al fenomeno caratteristico delle terre di Galar – il Dynamax.
Meccanica fondamentale negli scontri che va a sostituire e a unire le Megaevoluzioni e le Mosse-Z delle scorse generazioni, comporta l’aumento a dimensioni gigantesche dei Pokémon per tre turni, durante i quali guadagnano HP aumentati e nuove mosse Dynamax a seconda del tipo. Alcuni Pokémon come Drednaw o Butterfree sono inoltre capaci di gigamaxizzarsi: similmente al Dynamax, il Gigamax permette al Pokémon – grazie a un braccialetto particolare – di crescere a dismisura, con la differenza di guadagnare mosse esclusive e un nuovo aspetto estetico che lo rende più temibile in battaglia. Gli stadi sono stati creati proprio per contenere questi “mostriciattoli”, se possiamo ancora chiamarli in questo modo, date le loro nuove fattezze.
Non si può parlare di allenatori e capipalestra senza parlare di difficoltà, argomento molto a cuore soprattutto ai duri e puri del franchise: Pokémon Spada e Scudo si assestano su una difficoltà medio-bassa, avvertita soprattutto all’inizio del gioco, scemando verso metà e risalendo velocemente a ridosso del post-game. I principali “colpevoli” sono due, che vanno a braccetto: il Condividi Esperienza, che permette un allenamento omogeneo di tutta la squadra ma che non è possibile disattivare, e la libertà di esplorare le Terre Selvagge a inizio gioco, dove si possono incontrare Pokémon di livello molto superiori al proprio (e proprio per questo molto ghiotti).
A ciò bisogna aggiungere che non sarà raro trovare nei percorsi di Galar Pokémon selvatici a un livello vicino al nostro, e pericolosamente spesso di livello più alto degli stessi capipalestra, cosa che ci è capitata più volte diventando infine una prassi. Allo stesso tempo c’è da dire che il Condividi Esperienza e le Terre Selvagge hanno anche il merito di permettere un cambio più agevole di alcuni membri della squadra attraverso un allenamento molto veloce e la via di mezzo, in questo caso, sarebbe quella di trascorrere meno tempo possibile nelle Terre Selvagge all’inizio se non si vuole vita troppo facile nei vari stadi di Galar.
Campeggiare nelle Terre Selvagge
Affrontiamo finalmente il Cufant nella stanza con quello che è il piatto forte di Pokémon Spada e Scudo. Le Terre Selvagge sono all’apparenza una vasta area liberamente esplorabile benedetta con una telecamera libera con il compito di collegare una parte di Galar all’altra. Vi sono i bacini d’acqua che non hanno trovato spazio nella regione, insieme a zone rigogliose e altre imperversate da tempeste di sabbia a seconda del microclima del momento, che è possibile controllare ogni volta sulla mappa di gioco. Ogni Pokémon è associato a un clima e non apparirà se non ci sono le condizioni meteo adatte – per esempio Deino, drago esclusivo di Spada, potrà essere trovato soltanto in una determinata area e solo quando piove, i Pokémon di tipo ghiaccio si faranno vedere quando grandinerà e così via.
Le Terre Selvagge pullulano di mostriciattoli che si comportano in maniera diversa a seconda del carattere, dall’Electrike che carica l’allenatore al Wimpod che scappa via da gran fifone qual è, senza dimenticare Pokémon pienamente evoluti e, nelle prime fasi del gioco, molti livelli più avanti a noi. Ciò fa sembrare di far parte di un mondo vivo, dove i Pokémon hanno dimensioni e reazioni reali, ma purtroppo non è tutto oro quello che luccica, e le Terre Selvagge risultano essere all’atto pratico più concentrate di quanto sembrino e soprattutto acerbe da un punto di vista tecnico rispetto alle altre parti del gioco.
L’area open world è inoltre priva di qualsivoglia segreto, nicchia o caverna esplorabile, per non parlare dei pop up ineleganti (l’Onix di Steamington ne è un esempio lampante) e dei brevissimi momenti di freeze dovuti ai caricamenti che infestano le Terre, il tutto incrementato quando si attiva la funzionalità online, qui denominata Y-Comm, che permette agli altri allenatori (con cui si può solo interagire passivamente), di comparire nelle proprie Terre Selvagge.
Nintendo Switch gestisce il tutto facendo girare il gioco a 1080p/30fps in modalità TV passando a 720p/30fps quasi sempre fissi in quella handheld, sacrificando giocoforza le performance nelle Terre Selvagge e mostrando al suo peggio – secondo Digital Foundry – a 576p in certe aree in modalità portatile. Il salto generazionale da Sole e Luna è comunque evidente, e sia la qualità dell’erba alta che dei Pokémon sopravvissuti alla Dexit sono spinti al massimo in Spada e Scudo.
Il passatempo principale delle Terre Selvagge è costituito dai Raid Dynamax, in cui i protagonisti sono Pokémon speciali che mantengono la loro forma dynamaxizzata per tutto il tempo e sono affrontabili obbligatoriamente in 4, sia online con altri giocatori che offline grazie all’aiuto della IA fornita da Game Freak. Questi Pokémon si trovano nelle tane da cui fuoriesce un fascio di luce rossa che va fino al cielo, disseminate per tutta la zona. Una volta raggiunta una tana e controllato il Pokémon al suo interno, di cui verrà mostrato il tipo, la difficoltà sotto forma di stelle (fino a un massimo di 5) e la silhouette potremmo scegliere o meno il Pokémon da portare con noi e iniziare il Raid Dynamax.
Particolarità di questi Pokémon, che possono essere visti come boss, è la durata: si hanno massimo 10 turni (o 4 K.O.) per indebolire il Pokémon e cercare di catturarlo e si ha un solo tentativo di cattura. Soprattutto a difficoltà più elevate, spesso capiterà che il Pokémon Dynamax (o Gigamax) creerà uno scudo che dovrà essere frantumato prima di ritornare a intaccare la sua barra della vita, ma fortunatamente riuscendoci si abbasseranno di molto le sue difese.
Esaminando una tana di Pokémon che brilla di rosso sarà possibile ottenere dei Watt (W), che sono una valuta spendibile per acquistare vari oggetti, tra cui Dischi Tecnici, con cui è possibile insegnare una mossa al Pokémon al prezzo di rompersi dopo un utilizzo, come le vecchie MT. Lo stesso trionfo contro un Pokémon Dynamax risulterà in una cascata di premi, tra cui DT e caramelle esperienza con cui accelerare molto l’allenamento della nostra squadra Pokémon e dei suoi nuovi membri. Questo snellimento generale dei titoli salta all’occhio grazie ad altri elementi come il Box, consultabile in ogni momento e non solo quando ci si trova in un Centro Pokémon, il ricordamosse gratuito e onnipresente, la possibilità di cambiare la natura dei Pokémon e un breeding reso più semplice, a patto di arrivare al livello 100 e solo nel post-game.
Il naturale divertimento dei raid boss viene controbilanciato dalla difficoltà di trovare qualche altro giocatore attraverso la Y-Comm, cui si accede attraverso il tasto omonimo, e si mostra come un sistema di sticker attraverso il quale dovrebbe essere possibile unirsi o invitare altri giocatori a un Raid Dynamax. Scriviamo “dovrebbe” perché raramente siamo riusciti a giocare online con altri allenatori, colpa di un matchmaking embrionale che ci ha spesso convinto di saltare il passaggio e affidarci alle IA, sulla cui incompetenza si potrebbe aprire un capitolo a parte. Allo stato delle cose, l’online premia solo chi ha molti amici registrati sulla propria Switch, e la situazione sta solo ora migliorando – seppur leggermente, con molta strada ancora da fare.
Why-Comm e legami
La Y-Comm è il cuore vetusto e online di Pokémon Spada e Scudo attraverso la quale è possibile scambiare Pokémon, lottare con i giocatori di tutto il mondo e richiamare all’attenzione verso un Raid Dynamax. Lo scambio in link, un passo indietro rispetto alla compianta GTS, si de-evolve in trasferimenti con un giocatore sconosciuto, salvo la pre-impostazione una password, mentre lo scambio magico (ex scambio prodigioso) si comporta alla vecchia maniera scambiando un Pokémon alla cieca con un altro misterioso. Ancora una volta, se si hanno pochi amici sarà difficile ottenere un Pokémon magari esclusivo di un’altra versione, perché il tutto verrà affidato al caso; la meccanica più spiacevole di tutte sono proprio gli sticker, che si possono aggiornare soltanto quando esce il prompt su schermo.
Parlando di cose più felici, spezziamo una lancia a favore del Pokécampeggio, grazie al quale è possibile sostare e giocare con i propri Pokémon. Attraverso di esso si può vedere quanta cura è stata immessa in ogni singola creatura, che si muoverà e comporterà in maniera differente a seconda della natura e della velocità: Gastrodon, da lumaca, sarà lentissima, mentre Scorbunny sarà un concentrato di energia, calciando la palla al mittente. I Pokémon scorrazzeranno liberi, con la possibilità di chiamarli, giocare con loro e cucinare il piatto regionale per eccellenza, il curry, al fine di costruire un legame e portare qualche vantaggio in battaglia. Il Pokécampeggio finisce per diventare in poco tempo una delle parti più esilaranti e tenere di Pokémon Spada e Scudo, utili a spezzare la tensione durante una palestra e l’altra.
Menzione d’onore per la colonna sonora, Pokémon Spada e Scudo hanno tutte le carte in regola per rimanere impressi nella memoria con i suoi tocchi ritmati e sperimentali, tormentoni videoludici che entrano di diritto nella storia della serie, tra cui figura anche una composizione di Toby Fox, che umilmente firma una delle musiche più incalzanti del post-game e dell’intero gioco col suo stile inconfondibile.
Il post game di Spada e Scudo chiude con poche possibilità di vedere un secondo capitolo la storia di Galar e dei due leggendari di copertina, Zacian e Zamazenta, lasciando il resto alla Torre Lotta e alle Terre Selvagge. Galar è stata esplorata in lungo e in largo ma come accennato in apertura, purtroppo, non c’è stato posto per la Torre Cielo di Hoenn o la Fossa Gigante di Unima, dove riposa Kyurem.
Nonostante diversi problemi tecnici e stilistici, Pokémon Spada e Scudo cementano l’ottava generazione come titoli divertenti, fedeli allo spirito a cui la serie ci ha abituato e che segnano, nel bene e nel male, la nuova era pubblicizzata da Game Freak. Dallo snellimento di diverse meccaniche insieme all’impossibilità di trasferire tutti i Pokémon, Galar si pone come epicentro di un nuovo inizio da cui si può soltanto migliorare. I tempi sono maturi per fare un salto decisivo in avanti, come l’aggiunta del doppiaggio e una maggiore varietà di luoghi da visitare, ma le potenzialità ci sono tutte: grazie anche alle Terre Selvagge, la regione risulta viva, tonificata da una colonna sonora sorprendente e da una trama composta da personaggi secondari più presenti. I Raid Dynamax propongono un bel livello di sfida dalle alte ricompense, ma è il Y-Comm la parte più dolorosa del pacchetto, da rivedere del tutto.
Pro
- Trama conclusiva
- Il Pokécampeggio esalta ogni Pokémon
- Colonna sonora all'altezza della serie
- Più avventure con i profili Switch
- Breeding semplificato
- Le Terre Selvagge sono un buon inizio...
Contro
- ... ma devono essere affinate
- Online molto da migliorare
- Galar risulta piuttosto povera di percorsi alternativi
- Spada e Scudo marcano l'inizio del solo Pokédex Regionale
- Bisogna iniziare a pensare al doppiaggio