Daemon X Machina – Recensione
Era il lontano E3 del 2018, quando durante il Direct Nintendo venne alla luce un misterioso trailer pieno di robottoni giganti che sparavano e menavano le mani. Tutti si chiesero di cosa si trattasse, non essendoci mai stato alcun indizio o alcuna indiscrezione al riguardo. Dopo alcuni istanti ecco apparire quel nome che è rimasto nelle nostre teste sin da allora: Daemon X Machina. “Le macchine sono divinità? O sono forse demoni?“. Questa è la frase che risuona alla fine dell’annuncio, lasciandoci con una curiosità che è stata saziata solamente di recente.
Il gioco è entrato in produzione a metà del 2017, ed è stato prodotto da Tsukuda Kenichiro, lo stesso produttore della famosa serie Armored Core e che ha moltissimo in comune con questo titolo. Dopo la demo a tempo limitato rilasciata questo febbraio, abbiamo finalmente messo le mani sul gioco completo e siamo pronti a darvi la nostra opinione.
IA: nemici o alleati?
Il concept dell’intelligenza artificiale che si ribella al genere umano è stato utilizzato in moltissimi media finora: film, videogiochi, serie tv e quant’altro. Tutt’ora continuiamo a vedere questo background guardandoci intorno, partendo da Detroit: Become Human fino a Kamen Rider Zero-One, serie di Kamen Rider iniziata in Giappone proprio due settimane fa. Non grideremo quindi né al miracolo né all’originalità, ma quantomeno è un canovaccio che funziona bene e che attira.
In Daemon X Machina siamo in un futuro dove le macchine che aiutano gli umani sono all’ordine del giorno. Accade tuttavia un terribile incidente al limite dell’inverosimile: la caduta della Luna.
L’asteroide è infatti precipitato sulla Terra, e oltre al disastro naturale che ne è ovviamente derivato, ha anche irradiato una strana energia che ha fatto impazzire tutte le macchine mettendole contro l’umanità. Gli unici che possono fare qualcosa al riguardo sono gli Outer, cioè gli esseri umani che hanno acquisito particolari abilità e poteri una volta irradiati da questa energia. A bordo di potentissimi robottoni chiamati Arsenal, gli Outer hanno formato veri e propri gruppi mercenari che accettano missioni dal centro di comando terrestre per difendere la Terra e portare avanti la guerra contro le macchine. Durante la nostra avventura di eroe “anonimo”, essendo il protagonista un avatar creato e personalizzato da noi, conosceremo tutti i vari gruppi di Outer con cui collaboreremo, e una grande quantità di mercenari che ci accompagneranno in molte missioni, ognuno dei quali con un character design e una personalità ben distinta e con molto appeal.
Personalizzazione: Check.
Il gameplay di Daemon X Machina è incredibilmente simile a quello della serie Armored Core, e sinceramente non ne siamo particolarmente stupiti. Una volta entrati in missione la nostra mobilità sarà permessa a tutto tondo, tra corsa, volo, e propulsori a tempo limitato. Ci è permesso equipaggiare fino a quattro armi allo stesso momento, tra braccia e spalle, ed esse possono essere armi da fuoco, laser, scudi o anche spade. Durante gli stage, oltre alle macchine nemiche “basilari”, ci capiterà di incontrare anche mech nemici che, una volta sconfitti, potremo trafugare per ottenere ulteriori armi o pezzi di armatura da portarci a casa. La mira, a tratti, è alquanto difficoltosa: sparare da lontano non esegue un “lock-on” sul nemico e quindi non attiva la mira automatica, permettendo di colpire solamente nemici particolarmente grandi o lenti. Avvicinandosi entro un certo raggio e mantenendo il nemico in visuale potremo sparargli senza preoccuparci troppo della mira, tuttavia le cose iniziano a farsi difficoltose quando ci troviamo ad affrontare avversari particolarmente agili come robot o mercenari rivali nei loro mech. Durante la nostra prova più volte ci siamo trovati a girare la telecamera affannosamente alla ricerca di nemici molto sfuggenti e che è complicato rintracciare nonostante la mini mappa.
Nonostante le difficoltà di mira, il gameplay delle missioni risulta molto scorrevole, con obiettivi semplici e precisi come distruggere un certo numero di nemici. A volte capiterà che salti fuori all’improvviso un obiettivo a sorpresa che sconvolgerà la trama della missione corrente, portando avanti la storia del gioco. Le missioni sono divise in Gradi di difficoltà, sbloccabili man mano che avanzeremo nella storia e otterremo promozioni nella nostra carriera mercenaria, tuttavia è possibile anche esplorare alcune missioni “libere” per farmare soldi e oggetti, portando con noi come alleati gli Outer che ci siamo fatti amici fino a quel momento. Queste missioni sono giocabili anche in multiplayer locale o online fino a 4 giocatori, cosa che aumenta la longevità del gioco rendendolo in qualche modo similare a un Monster Hunter, considerato che le missioni più difficili ci metteranno di fronte a IA di classe gigante, da combattere in maniera non dissimile dai mostri della saga sopracitata.
All’interno dell’Hangar di Daemon X Machina potremo fare diverse cose a parte scegliere la prossima missione: sarà possibile personalizzare il nostro Arsenal con armi, armature, ma anche colori simboli, e decalcomanie da trovare all’interno delle missioni (veri e propri murales nascosti sugli edifici delle mappe da scannerizzare e da sbloccare).
A parte il commercio di equipaggiamento, che potremo comprare, vendere, o anche creare, nell’Hangar troviamo un gelataio che, a seconda dei gusti scelti, ci darà particolari potenziamenti nella prossima missione (anche questo molto simile alla saga di Monster Hunter). Anche il nostro Outer può essere modificato: in cambio di denaro potremo offrire al nostro avatar vari innesti cibernetici che ne cambieranno l’aspetto e gli daranno importanti potenziamenti da utilizzare sull’Arsenal, come un sistema di zoom migliorato o maggiore mobilità.
Cyberpunk psichedelico
Come già detto l’ambientazione di Daemon X Machina è fortemente Cyberpunk, con personaggi ben caratterizzati che non trovano alcun rimorso nel farsi impiantare congegni tecnologici nel corpo pur di diventare più potenti ed efficaci. Man mano che potenzieremo il nostro personaggio e ci accorgeremo di quanto tali innesti cambino il nostro corpo e diventino invasivi, non potremo fare a meno di chiederci a che punto finisce l’essere umano e a che punto inizi invece la macchina. C’è differenza? E se c’è, si arriva a un punto in cui la nostra umanità viene perduta del tutto e viene rimpiazzata da una mera intelligenza artificiale?
La follia di queste domande viene calcata anche dalla particolarissima resa grafica del gioco, che unisce gli ottimi modelli poligonali a colori e texture completamente sballate, con palette cromatiche psichedeliche e visi che sembrano fatti di plastica con tanto di riflessi. L’aspetto grafico del titolo è ciò che ci ha catturati di più, stupendoci sin dal primo momento, e troviamo che sia perfettamente azzeccato a ciò che il titolo cerca di raccontare, unendo il tutto a un pò di “pazzia” propria di titoli come Borderlands. La musica, composta da Junichi Nakatsuru e Rio Hamamoto, mischia insieme molti elementi rock e metal, rendendo il suddetto messaggio ancora più estremo.
Daemon X Machina non ci aveva convinti appieno durante l’annuncio, e i seguenti trailer continuavano a non lasciarci recepire alcun tipo di messaggio o di emozione. Ci siamo però dovuti ricredere: una volta in mano, il titolo completo riesce a spedire la sua follia all’utente come una bomba, che si ritrova coinvolto in un’esplosione di colori, azione, e personaggi assurdi. Dopo aver passato diverse ore in compagnia di Four, la nostra guida IA, possiamo decisamente dire che chi possiede una Switch dovrebbe dare una possibilità a questo titolo.
Pro
- Personaggi variegati e interessanti
- Ottima personalizzazione del mech e dell'avatar
- Multiplayer locale e online
Contro
- Difficoltoso nella mira e in alcune fasi di controllo