Gears 5 – Recensione
La serie Gears of War, da decadi, è sinonimo di azione (letteralmente) viscerale, divertimento e gioco cooperativo. È molto probabile che, almeno 9 possessori di Xbox su 10, abbiano saggiato con mano il divertimento cooperativo che il gioco porta sugli schermi sin da quella spettacolare quanto malinconica pubblicità che circolava in Tv nel 2006 (yes, it’s a mad world -ndr). Dal allora di cose ne sono cambiate – innanzitutto le console – ma la saga, nel bene o nel male, è rimasta un punto di riferimento costante nel tempo. Gears 5, al di là del nome mozzato, ha nella sua faretra alcune frecce del tutto nuove: a partire da una nuova protagonista, Kait e del ruolo da comprimari dei membri della famiglia Fenix. Anche se sempre di una famiglia si parlerà: la nostra eroina, infatti, sarà chiamata a sbrogliare l’oscura matassa che concerne proprio la sua discendenza che, in un modo o nell’altro, si troverà inestricabilmente legata al futuro dell’umanità.
Per quei pochi e sparuti che non ne fossero a conoscenza, Gears 5 (e con esso l’intera saga) è un cover shooter in terza persona. Il nuovo capitolo della serie, è bene specificarlo, non è il solito Gears of War: ha la presunzione di allontanarci ancora di più dal Marcus con cui abbiamo imparato a convivere (seppur sarà quasi sempre presente nel gioco) e, al contempo, di spingersi ancora oltre per quanto concerne anche l’ossatura ludica stessa del gioco. The Coalition, sviluppatore di Gears 5, ha cercato di deviare dalla strada consona percorsa dalla saga negli ultimi anni: Gears 5, seppur in un modo atipico, ha abbandonato le “rotaie” dei passati capitoli, saldamente ancorati proprio all’incedere della storyline, per concedere ai giocatori maggiori libertà di scelta e movimento.
Avremo infatti modo di inseguire la storia della campagna principale ma anche di esplorare il piuttosto vasto mondo di gioco, che sarà ricolmo di npc a cui potremo offrire aiuto: accettare le tante missioni secondarie ci consentirà di ottenere componenti che potremo utilizzare per potenziare il nostro fido aiutante meccanico (ne parleremo più avanti). Ma, in una vistosa spola del gioco verso lidi ruolistici, potremo anche decidere di esplorare liberamente, più avanti nel gioco, un mondo devastato da decadi di guerra assoluta, magari andando alla ricerca delle Relic Weapons, versioni alternative delle armi classiche del gioco. L’esplorazione avverrà in larga misura guidando un mitico skiff, un mezzo post-apocalittico che potrà essere usato in lungo e in largo e che ci consentirà di vivere appieno il desolante universo di gioco di Gears. L’esplorazione sarà una vera e propria gioia per gli occhi, soprattutto per i possessori di Xbox One X, i quali potranno godersi il certosino lavoro di ricamo estetico compiuto da The Coalition in 4k a 60 frame al secondo che, nella prova eseguita, hanno in rari casi abbandonato la loro usuale solidità e continuità. Se su Xbox One X (e, di riflesso, sui pc di fascia almeno media), l’esperienza è sicuramente godibile, la stessa cosa non avviene per l’Xbox “base”: Gears, in quel caso, è ancorato ai canonici 30 frame e spesso, “singhiozzerà” in situazioni piuttosto concitate. A questo, si aggiunga che il gioco, almeno all’uscita, presenta alcune imperfezioni e glitch vari ed eventuali che ne minano, anche se solo parzialmente, la complessiva esperienza.
Gears 5, come più volte dichiarato dagli sviluppatori, contiene al suo interno la più vasta storia mai realizzata nella serie: una linea narrativa lineare seppur variegata dai palesi inviti del titolo a esplorare e scoprire il vasto mondo immaginato dagli sviluppatori. Gears 5 è “tanto”: c’è molto da vedere, molto da scoprire e tanto da comprendere sul lore complessivo e sullo stato dell’universo di gioco. In sostanza, la campagna si snoderà attraverso una serie di atti suddivisi in missioni principali che ci trasleranno in “istanze” che ricorderanno da vicino l’incedere classico del gioco, con i suoi livelli labirintici, ricolmi di nemici e tendenzialmente “stretti”. La prima caratteristica che è sin da subito degna di nota è il buon lavoro di avanzamento dell’IA di gioco che, nonostante non sia comunque esente da difetti, costituirà un pericolo da non sottovalutare. Nonostante tendenzialmente il gioco si orienti verso lidi un po’ più cupi e angoscianti rispetto al passato, Gears 5 eredita un piccolo problema che però ha un impatto sostanziale sull’atmosfera, ovvero il segnalarci, solitamente tramite qualche messaggio o boutade dei compagni, che “gli scontri sono finiti“. Nonostante sia una minuzia, la comunicazione spezza in modo sostanziale la tensione e l’atmosfera di struggente attesa del pericolo.
Al solito, com’è tradizione, il gioco supporterà una campagna cooperativa fino a 3 giocatori: oltre ai nostri Kait, Del e Marcus, Gears 5 introdurrà come vero e proprio personaggio anche il robot factotum Jack, con quest’ultimo che sarà un ulteriore esempio della volontà di The Coalition di cambiare aria, almeno in parte. Jack sarà infatti molto diverso dal passato e in grado di partecipare attivamente alle fasi di gioco. Il nostro metallico amico sarà infatti in grado di utilizzare diverse abilità di attacco e difesa, le quali potranno essere equipaggiate una per tipo, oltre che essere migliorate nel corso del gioco. Jack sarà personalizzabile a piacere accedendo a un comodo albero delle abilità: queste ultime potranno essere migliorate enormemente grazie all’uso dei componenti, che potremo ricevere come ricompensa completando missioni oppure semplicemente esplorando il mondo circostante. Ad esempio, su nostro comando, Dave potrà emanare un impulso utilissimo per identificare nemici nelle immediate vicinanze oppure svolazzare e raggiungere posti altrimenti inaccessibili per recuperare utili oggetti. Anche se, in quest’ultimo caso, alle volte il nostro fido aiutante robotico avrà qualche difficoltà a recepire gli ordini, con il risultato che sporadicamente si bloccherà nel tentativo di recuperare l’oggetto indicato.
Al solito, la giocabilità complessiva rispecchierà gli altissimi standard della serie, offrendo un gameplay fluido, piuttosto preciso e verosimile nella sua essenza puramente arcade. Le sezioni dedicate al classico shooting “in your face” del gioco, assieme ad angusti livelli (che, come detto, si alterneranno a mappe molto più ampie), instilleranno nei fan di vecchia data la sensazione che sì, è Gears of War, ma il nome è diverso per un motivo. Stessa cosa, come anticipato, per la componente più squisitamente tecnica: Gears 5 è una gioia per gli occhi nonostante l’orrore e la brutalità che rappresenta in modo “chirurgico” (ma è ormai un’effige della serie) e il pregevole lavoro di ottimizzazione svolto da The Coalition, ci permette di saggiarne l’acre gusto con una fluidità solida e che solo in rarissime occasioni resta un po’ indietro. In sostanza, Gears 5 sembra proprio il passo giusto di transizione verso un lido evolutivo che apre all’immenso e immaginifico universo di Gears of War, un modo di intendere lo stesso completamente differente.
Dire che la saga di Gears sia solo una pura esperienza single player, è una profanità: la serie, sin dagli esordi, ha offerto un comparto multiplayer eccellente e ricco, puntando come norma gran parte del suo appeal proprio sull’esperienza online. Gears 5 non fa eccezione: le modalità sono varie e, tra grandi classici della serie e nuove modalità, il divertimento è assicurato. Il multiplayer sarà composto in sostanza da 12 mappe, “reinterpretate” anche in base alla modalità prescelta: Gears 5 proporrà complessivamente nove tipi diversi di modalità, fra cui Deathmatch Arcade, Dodgeball, Escalation, Guardiano, il classicissimo Zona di Guerra ecc. Le modalità sin qui proposte saranno pescate più o meno similmente dalle vecchie edizioni di Gears of War, con qualche piccola variazione sul tema (a cominciare da un più marcato avvicinamento al concetto di “classi” in multiplayer) e offriranno quell’esperienza completa e curata a 360° tipica della saga. La modalità Versus, ad esempio, avrà un “versione” Arcade che cambierà un po’ la formula di gioco: in essa dovremo scegliere una classe, con abilità da sbloccare specifiche e armi che potranno essere potenziate in gioco guadagnando “teschi” dall’uccisione dei nemici.
Ma The Coalition non sembra intenzionata, semplicemente, a “restare in tema”: Gears 5 infatti introduce ed espande il concetto di multiplayer della saga con alcune novità di peso. A partire dalla modalità Fuga, esperienza cooperativa che si somma all’immutabile ed emblematica (per la serie) Orda. In questa modalità, pensata per tre giocatori, dovremo fuggire (ma va!) da un enorme alveare al cui interno abbiamo “spruzzato” un agente chimico per annientare proprio i nostri “simpatici” nemici. Ovviamente, nella modalità dovremo affrontare un gran numero di esemplari dello Sciame, avendo però a disposizione pochissime armi e badando sempre all’avanzare inesorabile della sostanza letale. Questa modalità può contare al momento su quattro mappe che, sicuramente, andranno ad aumentare di numero nel corso dell’espansione contenutistica classica post-lancio che, com’è tradizione della serie, sarà sicuramente lunga e articolata. Ma, al di là della “speranza in un futuro roseo”, The Coalition ha inserito una novità nella novità: stiamo parlando dell’editor delle mappe, che ci consentirà di creare ma anche di scaricare nuovi stage creati da altri utenti.
Restando in tema di contenuti post-lancio, andrà menzionato il “Tour of Duty“, una struttura simile al concept di stagione riscontrabile in una grande fetta di giochi multiplayer attuali: nell’arco di circa tre mesi, ogni giocatore, attraverso un sistema classico di progressione, potrà sbloccare ricompense esclusive attraverso una serie di livelli e sfide giornaliere e non da completare. Infine, un cenno alla sopracitata Orda, da sempre marchio distintivo della modalità multiplayer di Gears of War, riproposta in Gears 5 in modo pressoché identico a quanto apparso nel precedente capitolo, trascinando quindi con se tutte le novità introdotte in Gears of War 4, seppur Gears 5 si soffermi un po’ di più proprio sulle classi di gioco che potremo utilizzare e che avranno ognuna caratteristiche molto differenti, oltre a ruoli complementari. Il tutto, ovviamente, tenuto insieme da un filo conduttore importantissimo, ovvero il “gameplay”: fluido, meccanicamente ineccepibile e all’altezza del suo passato glorioso. In sostanza, The Coalition ha rispettato il lungo retaggio classico del multiplayer a cui Gears of War ci ha abituato, aggiungendo novità di spessore che, pur senza sconvolgere nulla, riescono nel difficile compito di distinguersi dal passato che, nonostante le altissime vette raggiunte, iniziava a risultare “scontato”.
In definitiva, Gears 5 è la naturale evoluzione della serie, per certi versi uno step dominato dal “coraggio” nel voler reinterpretare a proprio modo qualcosa di storico e “immutabile”. The Coalition ha compiuto un balzo in avanti notevole: Gears 5 potrebbe essere inteso come un “Gears of War 1.5”, un corposo capitolo di passaggio verso lidi e possibilità estese. Al momento, sicuramente il miglior capitolo della serie.
Pro
- Uno step evolutivo della serie
- Campagna con sezioni open world
- Multiplayer espanso
Contro
- Tecnicamente migliorabile, specialmente su Xbox One "base"