Recompile: Provato – Gamescom 2019
In fondo siamo solo codici in una gigantesca simulazione
Sono molti i giochi a omaggiare il genere metroidvania ancora oggi, a una ventina d’anni dalla sua nascita, ma pochi come questo sono in grado di utilizzarne le tradizioni per cambiarne le regole.
Direttamente dalla Gamescom 2019, Gamesource.it presenta… Recompile, di Phigames.
Se gran parte dei padiglioni di questa enorme fiera vede i “soliti noti” spartirsi l’attenzione dei più di 400.000 partecipanti, l’area stampa da quasi a tutti lo stesso spazio, in nome di quella democratica convivenza che il mondo videoludico oggi permette e supporta. È infatti nel tranquillo booth di Dear Villagers che abbiamo potuto sederci a provare Recompile in compagnia di Phi Dinh, Game Designer e Direttore Creativo del gioco; già responsabile del dungeon escape TinyKeep, ha poi contribuito alla creazione dello studio indipendente Phigames.
Phi è sempre stato un gran fan dei Metroidvania e da tempo gli vagava in testa l’idea di creare un gioco che potesse prenderne ispirazione e renderne omaggio allo stesso tempo, magari un’avventura ambientata fra quelle linee di codice che lui, da programmatore, era (ed è) così bravo a dominare. Da qui, Recompile.
In questo indie avremo modo di diventare niente meno che vere e proprie righe di codice nella forma di un virus vagamente antropomorfo, nel bel mezzo di un attacco al mainframe che ci fa da ambiente di gioco. Superata la follia narrativa che l’intera storia si svolga nel giro di un solo secondo, è lo stile grafico a colpire fin da subito, con un’efficace alternanza fra la palpabile fisicità delle piattaforme tra le quali ci muoveremo e la vuota immensità degli orizzonti virtuali che immagazzinano il Mainframe, atipico esempio di sandbox non strettamente open-world.
Al mondo di gioco ci si può approcciare secondo diversi “stili” e il Mainframe (compresa l’intelligenza artificiale che lo abita) si modificherà di conseguenza. Preferite abbattere tutti i nemici con estrema violenza? L’IA vi metterà più nemici sulla strada, e molto più forti; siete tipi più pacifici? Hackerate ogni cosa: porte, nemici e generatori.
Tutto considerato, il mondo di gioco è da considerarsi un wide linear: se il modo di affrontare il Mainframe è totalmente una nostra scelta, tanto da avere addirittura l’opzione di “riarrangiare” (dall’inglese, recompile) determinati elementi del livello a seconda delle proprie necessità, molte delle zone in cui finiremo ci forniranno le abilità essenziali per superarle in forma di sfere nere fluttuanti che, una volta assorbite, ci doneranno nuove mosse, dal salto doppio al rallentamento del tempo, e cosi via.
Phi Dinh ci ha anche confessato che esistono ben cinque finali diversi, ognuno logica conseguenza del nostro modus operandi: solo il quinto è il “vero” finale, naturale equilibrio di tutti quelli che l’hanno preceduto.
La libertà che Recompile consegna nelle vostre mani è grande e non aspetta altro che essere messa alla prova. Voi siete pronti?