Iron Harvest: Provato – Gamescom 2019
Dai dipinti di Jakob Rozalsky, un gioco che stravolge la Storia Europea come noi la conosciamo.
Le atmosfere mitteleuropee di questa Gamescom 2019 sono perfette per la prova pratica che abbiamo avuto il piacere di effettuare con Iron Harvest, ultima fatica dei tedeschi di KING Art Games e Deep Silver.
Iron Harvest si presenta come un affascinante RTS, di stampo non propriamente classico. La sua particolarità non sta, come la maggior parte dei titoli di questo genere, nel gestire risorse utili a costruire basi e installazioni, utili a loro volta per produrre il più velocemente possibile unità militari da spedire in combattimento. In Iron Harvest saremo alle prese con uno stile di gioco squisitamente tattico, dove a farla da padroni saranno la nostra capacità decisionali per lo schieramento e la gestione diretta delle truppe sul campo.
Prenderemo infatti il controllo diretto delle nostre unità, avendo cura di farle avanzare più al riparo possibile. Il sistema di copertura è infatti fondamentale in Iron Harvest, dato che un’unità in campo aperto è quasi sempre un’unità spacciata, non importa quanto grossa e corazzata possa essere. Basta un tiro fortunato, o una giusta tecnica di accerchiamento da parte della fanteria nemica, e anche il più pesante mecha da combattimento cadrà miseramente al suolo.
Già, abbiamo parlato di mecha perché in Iron Harvest, a dispetto del suo sottotitolo 1920 +, avremo a che fare anche con enormi macchine da guerra robotiche. L’ambientazione infatti prende spunto dalle opere di Jakub Rozalsky, pittore polacco famoso per le sue rappresentazioni di una Polonia rurale post Grande Guerra, ma in una time line alternativa, dove l’utilizzo di mecha a scopo bellico era pratica consolidata.
Nella demo che abbiamo avuto modo di giocare erano rappresentate alla perfezione le meccaniche peculiari del gameplay, compresa la fondamentale possibilità per truppe e personaggi unici vari, di raccogliere e utilizzare armi ed equipaggiamenti appartenuti agli avversari abbattuti. Potremo così, ad esempio, fornire di una mitragliatrice e qualche bomba a mano la nostra squadra di ingegneri, in modo che possano difendersi un minimo da soli, liberando così una squadra di fucilieri dall’incombenza di proteggerli mentre riparano uno dei nostri mecha danneggiati. Così facendo, si capisce subito che le opportunità di elaborare tattiche differenti aumentano a dismisura.
Ogni elemento dello scenario, e quindi possibile copertura, è distruttibile (sempre se si possiedono armamenti adatti) e, come dicevamo prima, anche le unità più grosse possono essere ridotte in rottami fumanti se sapremo giocare bene le nostre carte, sfruttando anche il terreno. Un mecha pesante che arranca nella fanghiglia è facilmente attaccabile dai lati ciechi dei suoi armamenti così che, con molto coraggio e qualche granata, anche una umile unità di fanteria possa avere la meglio sul titano d’acciaio.
L’uscita, su PC Steam, PlayStation 4 e Xbox One è prevista per il primo settembre 2020, facendo collimare così la data con il sottotitolo del gioco: 1.9.20.