Michael Holyland – Gli ultimi giorni di un gamer
Storia di due vite
Michael “Holyland” aveva 15 anni, ed è morto il 22 Maggio 2019. Una tragedia, nulla meno di questo, ma molto molto di più. Quella che state per leggere è una storia triste e romantica, piena di sofferenza ma anche di profondo e ineluttabile coraggio nell’affrontarla, un topos tutt’altro che scontato visti i confini tra i quali si svolge.
Michael era un ragazzino come tanti: amava i trattori, i carri armati, le astronavi, la sua famiglia, e i videogames. Uno dei suoi preferiti, e come biasimarlo, era Elite: Dangerous: è proprio all’interno del mondo di gioco che Michael era conosciuto come Comandante Michael Holyland.
Dopo anni di malattia, non c’erano più cure o palliativi che potessero aiutare Michael e non rimaneva altro, alla sua famiglia, che accettare l’inevitabilità della sua imminente morte, ma lo zio Mat Westhorpe aveva capito che lo sconfinato universo in cui Michael giocava, lo stava trasportando lontano dalla brutale realtà nella quale a breve non sarebbe più esistito, un salvagente virtuale in mezzo a una tempesta molto reale e assolutamente senza via d’uscita. In quello che per stessa ammissione di Westhorpe era un tweet di disperazione, Mat volle condividere la passione di Michael per Elite: Dangerous con un tweet.
It's heartbreaking watching my nephew squinting at the screen as he strives to achieve his #EliteDangerous goals, knowing that he'll likely never achieve them. I'm thankful that it's there as a coping mechanism though, at least while he's still capable. pic.twitter.com/wpwHxd1CQq
— Mat Westhorpe (@Freebooted) May 14, 2019
Inevitabilmente, Mat ne stava così riconoscendo il ruolo da involontario promotore di tutte e 4 le principali strategie di coping a oggi riconosciute.
- Adattivo-cognitivo, ossia allontanarsi mentalmente dal problema per rivederlo con una nuova ottica, ridimensionandolo
- Adattivo-comportamentale, rimuovendo o placando l’input di agenti stressanti
- Emotivo, tramite il rilascio delle emozioni accumulate e degli eventuali sentimenti ostili associati
- Job-oriented, concentrandosi su di un’occupazione o impegno duraturo
Poco dopo il tweet, Mat fu messo in contatto con Paige Harvey, una community manager di Frontier Developments, il team di sviluppo di Elite Dangerous. Il giorno dopo, lei e la sua collega Sally Morgan-Moore andarono all’ospedale per conoscere Michael e portargli dei doni, tra i quali un apprezzatissimo poster, firmato da tutti i membri del team.
In un susseguirsi di eventi incredibili, il supporto per Michael e la sua coraggiosa lotta alla malattia continuò a crescere, con centinai di messaggi da parte di altri giocatori, un tweet di David Braben (il creatore della serie Elite), lettere da parte degli autori Drew Wagar, Kate Russell e il publisher Dan Grubb.
Il senso di cameratismo è riuscito a raggiungere livelli di commovente epicità: CMDR Picard ha addirittura scoperto, nella sconfinata galassia di Elite Dangerous, un pianeta molto simile alla Terra e l’ha chiamato Michael’s Rest, offrendo a Michael Holyland di portarlo fino a lì.
Captains Log MFS Day 865 – Orbital scans confirm an Earth Like world. We lovingly name her "Michaels Rest" for when he needs a spot to put his feet up! @Freebooted. #EliteDangerous @EliteDangerous @EDSM_NET @FuelRats @DavidBraben @DeepSNetwork @CanonnResearch #Space #EDpostcards pic.twitter.com/lSW88eEiXN
— 🇺🇦 Commander Picard 🇺🇦 (@MissionFarsight) May 15, 2019
Se da un lato i familiari di Michael preferivano tenerlo lontano dall’eccessiva attenzione della comunità che si era creata, dall’altro erano fermamente convinti che il suo autismo non dovesse nuovamente essergli d’impedimento a godersi il bene che questa nuova famiglia acquisita aveva da offrirgli.
Nonostante i tanti piccoli successi, la salute di Michael Holyland deteriorava giorno dopo giorno, tanto da rendere anche solo l’aprire gli occhi un problema a causa del gonfiore generale che si era manifestato di recente. L’ennesimo ostacolo, certo, ma avete mai conosciuto un gamer che si arrende?
3 giorni dopo la visita di Paige e Sally, arriva una proposta incredibile: Zac Antonaci, capo delle comunicazioni marketing di Frontier, vorrebbe contribuire alla creazione di una breve storia, nel mondo di Elite, in cui è Michael Holyland l’eroe. In poco più di un giorno, lo scrittore Drew Wagar riesce a mettere insieme uno script di più di 7000 parole (la quantità di voci del vocabolario italiano, N.d.R.) e lo consegna alle esperte voci di Richard Reed, Jay Britton e Amelia Tyler.
Una dozzina di ore dopo, Michael è in ospedale, con Zac e Paige, ad ascoltarne un estratto tra lacrime e sorrisi; c’erano accenni alla dura lotta di Michael Holyland contro la malattia che lo stava lentamente uccidendo e lodi al coraggio che aveva dimostrato nel farlo. Il giorno dopo Michael iniziò a tossire violentemente durante uno stream proprio con lo zio, fu sedato e non riprese più conoscenza. Un paio d’ore dopo, Michael Holyland respirò il suo ultimo respiro e lasciò questa esistenza con la stessa tempra con la quale aveva combattuto per rimanerci: eroismo, coraggio, risolutezzza, anche di fronte ai peggiori auspici.
La storia di Michael ha molto da insegnarci, sia nel modo in cui lui ha deciso di affrontare uno degli ostacoli più grandi che questa vita sappia porti davanti, sia nella capacità del mondo di gioco attorno a lui di fargli da co-capitano, anche davanti all’inevitabilità della fine sempre più imminente. Di fronte ai tanti pregiudizi che ancora i gamers affrontano, di fronte alla presa di coscienza dell’inequivocabile certezza che per molti il videogame non potrà mai sfuggire dal preconcetto di “passatempo” per arrivare all’inattaccabile realtà di “passione”, di fronte alla codardia di un mondo che biasima chi gioca senza rendersi conto che noi ci si rifugia “lì dentro” perché “qui fuori” ci troviamo in trappola, di fronte all’incapacità di prendere completamente sul serio il mondo dei videogame senza però esimersi dal condannarlo per i suoi eccessi, di fronte a tutto ciò rimane impressa sulla carne una delle citazioni più dolorosamente vere della storia.
Sono un Giocatore non perché non ho una vita, ma perché ho deciso di averne molte
Michael Holyland aveva due vite: una terrena, qui, abbattuto da una malattia che lo stava poco a poco vincendo, l’altra online, nella sua astronave, “perso” nell’enormità della Via Lattea di Elite Dangerous, perfino più reale di ciò che viveva ogni giorno. Quando la vita terrena non ha avuto più nulla da offrirgli se non sofferenza e morte, Michael Holyland ha fatto ciò che ognuno di noi avrebbe fatto… è tornato a casa.
In fondo siamo tutti storie, ed è nostro compito renderle il più belle e memorabili di sempre. Riposo, Comandante Michael Holyland. Riposo.