E3 2019: Final Fantasy VII Remake – Provato
All'E3 2019 abbiamo finalmente potuto provare l'atteso Remake di Final Fantasy VII.
Scrivere di Final Fantasy VII Remake dopo averlo provato può sembrare facile, ma non lo è affatto. Parliamo del titolo che mi ha letteralmente iniziato alla saga e, soprattutto, quello che mi ha fatto scoprire e amare il mondo dei JRPG, che ad oggi è il genere che forse preferisco in assoluto.
Final Fantasy VII, come per milioni di altri giocatori, rappresenta una delle esperienze videoludiche più intime di sempre e per tale motivo non è così semplice esternare apertamente le emozioni che ho provato durante la prova della demo disponibile qui all’ E3 2019. Proverò dunque a scrivere di getto e a darvi una prima impressione a caldo, visto che rivedremo il gioco tra qualche giorno in compagnia degli sviluppatori, così poi da darvi un secondo parere a freddo e a mente ragionata.
Partiamo dall’inizio: ero sotto il palco della conferenza di Square Enix quando le tende si sono levate e finalmente hanno presentato il gioco. Di rado mi scompongo in questi contesti, ma con Final Fantasy VII Remake proprio non c’è l’ho fatta e ho lasciato andare me stesso in un tripudio di urla e applausi mentre rivivevo l’arrivo di Cloud nel settore 1 a bordo del treno, le sequenze sulla moto e il reveal di Tifa, accompagnate da nuovi arrangiamenti musicali della colonna sonora originale. Che emozione.
Poi è arrivato il momento della presentazione del gameplay, che mi ha genuinamente fatto percepire che Square Enix, attraverso il lavoro di Tetsuya Nomura e Yoshinori Kitase, ha dedicato una notevole attenzione e lavorato con rispetto verso l’opera originale. Una cosa decisamente non scontata, per quanto dovuta.
Quando ho visto il combattimento contro lo Scorpion Guard ho capito che questo remake non sarebbe stato un banale adattamento del sistema a turni in versione action, ma che la componente strategica avrebbe avuto un ruolo chiave per proseguire nel gioco. Ebbene, dopo la mia prova sono qui proprio per confermarvi questo: Final Fantasy VII Remake non è il solito action RPG dove si spammano attacchi base per avere la meglio sui nemici.
Andiamo con ordine. La demo di Final Fantasy VII Remake da noi provata ci metteva nei panni di Cloud e Barret intenti a far saltare in aria il primo Mako reattore del settore 1, subito dopo aver raggiunto i livelli inferiori con l’ascensore. Nella discesa verso il reattore e lo scontro contro il boss, abbiamo avuto modo di assaporare qualche schermaglia contro i soldati Shinra e i loro sistemi di sicurezza all’avanguardia. Una necessità per prendere familiarità con un Battle System parecchio articolato, da comprendere e approfondire.
Di base funziona così: Cloud e Barret, che possono essere utilizzati in maniera distinta semplicemente con la pressione del tasto direzionale SU, hanno un attacco base sul quadrato che serve per fare danni lievi necessari a riempire la barra ATB. Una volta riempita questa barra è possibile, tramite la pressione del tasto X, accedere a una pausa tattica dove eseguire diversi tipi di azioni: abilità speciali, magie, utilizzo di oggetti e Limit Break (e immagino anche le Summon, una volta disponibili). Le abilità speciali consumano segmenti di barra ATB (nella demo ne avevamo a disposizione due per entrambi i personaggi), le magie consumano i classici punti MP, mentre gli oggetti sono per natura consumabili e infine le Limit Break sono utilizzabili solo una volta riempita l’apposita barra che si popola man mano che si subiscono colpi.
L’utilizzo delle abilità speciali è il modo migliore per procurare danno ai nemici, motivo per cui è necessario riempire sempre in fretta e furia la barra ATB con l’utilizzo dei colpi base; questo vi farà capire che sarete spesso in pausa tattica a decidere le vostre azioni, dando una sensazione di “turnazione” come il gioco originale. Questa sensazione viene poi ampliata considerando che è possibile dare ordini e selezionare le abilità dei membri del party che non si stanno utilizzando in quel momento. Un aspetto essenziale se si tiene in considerazione che ogni personaggio ha caratteristiche peculiari adatte a situazioni e nemici specifici. Nel caso di Barret, lui è vitale contro i nemici posizionati su alture o a distanze irraggiungibili per Cloud.
Come in tutti i giochi d’azione, grande importanza è rivestita anche dal ruolo della parata, per ridurre i danni, e della schivata. Altro elemento da tenere in considerazione è la barra focus dei nemici, che una volta riempita li manderà in “staggering” rendendoli ancora più vulnerabili agli attacchi del party: si parla del 160% di danni in più.
Se contro i nemici minori questo aspetto del gioco viene meno, con i nemici più coriacei – e soprattutto i boss – parliamo di una meccanica praticamente obbligatoria se si vuole avere la meglio su chi ci si para davanti. Ed è proprio citando i boss che giunge il momento di discutere dello Scorpion Guard, il primo grosso ostacolo che si affronta in Final Fantasy VII.
Se ben ricordate, si trattava di un combattimento fin troppo semplice e banale nell’originale, una volta appresa la regola di non attaccare mentre il nemico ha la coda alzata. Ora invece lo scontro si è trasformato in un lungo combattimento a fasi dove in ognuna di esse il robottone usa sempre mosse diverse e con maggiore aggressività. Durante queste fasi, inoltre, il boss si rende invulnerabile innalzando una barriera attorno a sé. Quando lo fa, al giocatore viene richiesto di trovare il generatore, posto sotto la sua coda, per distruggerlo e tornare a procurargli danni. O in altri casi, addirittura di distruggergli le gambe velocemente per impedirgli di ripristinarsi l’energia. Se invece Scorpion Guardian alzerà la mitica coda, allora sarà l’occasione per Cloud e Barret di trovare riparo per evitare a tutti i costi di subire danni devastanti dal suo raggio letale.
Un combattimento ostico che mi ha tenuto impegnato e concentrato, ma soprattutto che mi ha divertito.
Final Fantasy VII per me si è rivelato semplicemente perfetto, al netto di alcune sbavature come la telecamera, forse un po’ troppo vicina a Cloud mentre girovaga nel reattore.
Le vere incognite restano legate a come questo enorme e gigantesco progetto verrà gestito. Sappiamo che il primo episodio coprirà tutti gli eventi di Midgar, con un sacco di approfondimenti ed espansioni della trama tali da garantire una mole di contenuti paragonabile a quella di un episodio classico di Final Fantasy. Quando arriveranno gli altri episodi? Con che cadenza? Quanti saranno? Si sa ancora molto (troppo) poco dei piani di Square Enix.
Detto questo, Final Fantasy VII Remake resta tra le esperienze più incredibili mai provate in questi anni. Tutto sembra davvero mirato a sorprenderti e a colpirti con la potenza della nostalgia e dei ricordi, mettendo in scena la migliore interpretazione possibile di quello che è stato il JRPG più importante di sempre. Voglio crederci, devo crederci. Se il progetto manterrà questa qualità ci troveremo di fronte a uno dei più grandi rifacimenti della storia del medium.