Resident Evil 2 Remake – Nuovo Provato

Quella che ci vede ritrovarci in stazione a Milano per avviarci verso gli uffici di Digital Bros è un’uggiosa mattinata di novembre che minaccia pioggia: una delle prime avvisaglie dell’inverno che, in questo 2018, tarda a farsi sentire. È il clima perfetto di calma prima della tempesta, il clima perfetto per entrare nel mood di Resident Evil. E non stiamo certo parlando di un RE qualunque, perché quello che stiamo andando a provare è Resident Evil 2 Remake, il rifacimento di uno dei survival horror più iconici dell’intero genere. Di seguito potete leggere le impressioni e le emozioni provate in ben quattro ore di gioco inedito nei panni di Claire e Leon che – tra aspettative mantenute, piacevoli sorprese e incoraggianti promesse – si apprestano a tornare a far compagnia ai giocatori nell’incubo dell’apocalisse zombie causata dalla Umbrella Corporation.

La nostra avventura inizia nei panni di Leon Kennedy, che in compagnia di Ada Wong (altro amatissimo personaggio della serie) sta uscendo dal parcheggio della stazione di polizia. Il primo luogo che i due incontrano per le strade di Racoon City è il negozio di armi più famoso della storia dei videogiochi, dove subito capiamo la caratura del lavoro svolto da Capcom: la scena è sostanzialmente la stessa di Resident Evil 2, con il proprietario che ci punta contro il fucile intimandoci di andarcene… ma è anche una scena diversa: una serie di elementi inediti (che dietro esplicita richiesta di Capcom non vi possiamo rivelare) rendono la narrazione più adulta e ricca di sfumature, così come vengono evitati i colpi di scena più ovvi in favore di una trama meno da horror di serie b e più rispettosa di quelle che sono le aspettative di quei fan che dopo venti e passa anni di Resident Evil hanno visto (pensano di aver visto, N.d.R.) tutto.

Resident Evil 2 Remake

E così capiamo che quello che nei primi minuti ci era sembrato un RE2 graficamente travestito da RE4 in realtà sarà un Resident Evil tutto nuovo, dai toni più cupi ma allo stesso tempo avventuroso e con la giusta dose di licenze poetiche da arcade nipponico, dosate quel tanto che basta da omaggiare doverosamente l’opera originale. Peccato solo che la nostra scorribanda nei panni di Leon duri poco, dal momento che nelle due ore scarse dedicate al personaggio il gameplay ci vede presto prendere il controllo di Ada. Peccato, perché Leon ci mancava (rivederlo in RE6 non ci era bastato), ma dopotutto il cambio ci ha permesso di saggiare un tipo di gioco ben diverso: Ada è decisamente più lenta e vulnerabile del suo amico poliziotto e, con pochi proiettili a disposizione, incarna meglio l’anima survival di Resident Evil 2.

Aggiungeteci un particolare oggetto che le permette di attivare a distanza i generatori di corrente e comandarli attraverso i muri per risolvere alcuni enigmi semplici (ma non banali) e avrete il quadro di come l’esperienza di gioco sarà sicuramente varia e mai noiosa. In compagnia di Ada e Leon abbiamo esplorato una piccola porzione di Raccoon City e le fogne, toccando con mano l’ottimo lavoro di restyling che Capcom ha operato sulle location e sui boss, riscrivendo da zero alcune scene storiche di Resident Evil 2 e rendendole meno meccaniche e più in linea con gli attuali standard. Anche in questo caso ci è stata fatta esplicita richiesta di non mostrarvi la sequenza dedicata al caro buon vecchio lucertolone nelle fogne che tutti gli amanti delle leggende metropolitane ben ricorderanno, ma vi assicuriamo che incontrandolo salterete sul divano in preda a un terrore adrenalinico che allo stesso tempo vi dipingerà un sorriso da ebete sulla faccia, consapevoli che Resident Evil 2 è finalmente tornato.

Resident Evil 2 Remake

Fin qui tutto bene, anche se ancora sentiamo che manca qualcosa: quello che stiamo provando è sì Resident Evil, ma ancora non abbiamo visto abbastanza zombi e il mondo di gioco non è riuscito a catturarci al 100%. Poi ecco che, d’un tratto, succede la magia: prendiamo il controllo di Claire e, partendo dallo stesso parcheggio visitato con Leon ma imboccando una strada diversa, ci ritroviamo immediatamente all’interno della stazione di polizia. Vediamo il primo tappeto, la prima porta chiusa con una chiave a forma di seme delle carte, il primo animale imbalsamato. Proseguiamo in un paio di stretti corridoi e incontriamo i primi non morti, il tutto sempre nel surreale scenario di una stazione di polizia che causerebbe la sindrome di Stendhal persino in D’Annunzio, tanti sono gli elementi d’arredo che sarebbero più adatti a Castel Dracula.

Questo è Resident Evil 2, ora ne siamo certi più che mai, e non vogliamo fermarci. Ben venga quindi che le due ore in compagnia di Claire siano ricche di cose da fare, mostrandoci il lato più libero del gioco, con diversi percorsi opzionali che allontanano dalla strada maestra e che spingono il giocatore a esplorare le molteplici stanze della misteriosa stazione in lungo e in largo, alla ricerca di oggetti utili e di nuovi sfidanti enigmi.

Resident Evil 2 Remake

È nei panni di Claire che affrontiamo seriamente orde di zombi e il Tyrant, che apparentemente in questa versione di RE2 non si potrà abbattere ma soltanto rallentare, trasformandosi in un implacabile Terminator pronto a seguire il giocatore in ogni angolo del mondo di gioco (sì, non basterà più chiudere una porta per liberarsi dei nemici), abbinando all’esplorazione una costante angoscia che costringe a colpire tatticamente il gigantesco nemico per poter fuggire e risolvere in tutta calma gli enigmi più ostici. Anche i semplici zombi, comunque, non scherzano affatto: se si esclude qualche sporadico colpo critico che permette di fargli saltare le cervella con un solo proiettile, per mettere al tappeto la maggior parte dei normali non-morti serviranno cinque o sei headshots.

Sarà possibile colpire gli zombie agli arti per rallentarli o menomarli, ma state pur certi che difficilmente avrete a disposizione abbastanza munizioni per abbattere tutti i morti viventi che vi si pareranno davanti, altro fattore che rende questo Resident Evil 2 più angosciante e, soprattutto, gli permette di mantenere quella patina di costante pericolo che negli ultimi anni la maggior parte dei survival horror ha inevitabilmente perso in favore della componente action.

Resident Evil 2 Remake


Si concludono così le nostre due ore in compagnia di Claire – proprio quando dovremmo iniziare l’esplorazione dello scenario aggiuntivo The Orphanage nei panni di Shelly Birkin, ma non ci è permesso proseguire – ed è in questo momento che ci innamoriamo definitivamente di Resident Evil 2 Remake. Perché è lo stesso Resident Evil 2 che ricordiamo, ma allo steso tempo è nuovo. Ha le stesse stanze e apparentemente gli stessi enigmi, ma quando ti avvicini a guardarlo da vicino capisci che Capcom ha ripensato ogni singolo dettaglio, per rendere appetibile l’esperienza decisamente fanservice anche a chi si avvicinerà per la prima volta al brand. Tanto che non vorremmo più andare via, ma i nostri tentativi di corruzione nei confronti di Capcom sono vani: dovremo accontentarci di quanto abbiamo visto e concentrarci sugli altri titoli tripla A in uscita in questo periodo per sedare il nostro hype, ormai fuori scala.

Potete vedere in questa pagina il video del gameplay che abbiamo catturato durante la nostra prova e, fidatevi, le parti che per motivi di embargo non vi possiamo mostrare sono qualcosa che vi farà andare in brodo di giuggiole. Capcom doveva convincerci? No, ma l’ha fatto lo stesso, mettendo ancora una volta l’accento e il punto esclamativo su Resident Evil 2, probabilmente il titolo più incredibile mai sviluppato dalla software house nipponica.

Vai alla scheda di Resident Evil 2 Remake
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