Darksiders III – Recensione
Sviluppato da Gunfire Games e pubblicato da THQ Nordic, Darksiders III offre una narrazione degli eventi parallela e contemporanea a quella già conosciuta all’interno della famosa serie videoludica, mostrando dal punto di vista di Furia i torbidi eventi che hanno portato sulla Terra un’Apocalisse prematura.
Missione del giocatore sarà la sconfitta e cattura dei Sette Peccati Capitali, da portare al cospetto dell’Arso Consiglio per essere giudicati. Il brand non è certo conosciuto per una narrazione particolarmente profonda o originale, ma se i primi due giochi hanno comunque fatto bene il loro dovere, Darksiders III sembra faticare a ingranare, per colpa di una storia che ormai sa di già visto e di dialoghi poco originali. Non mancano scene affascinanti e dal buon taglio registico, ma anche i giocatori più giovani non avranno difficoltà a intuire dove la storia voglia andare a parare, anticipando persino questa o quella battuta dei personaggi a schermo.
Darksiders III presenta anche un buon doppiaggio italiano, con alcune voci secondarie poco coinvolte ma con un risultato finale che riesce a convincere; inspiegabile e fastidiosissima, invece, la differenza – spesso estrema – tra i sottotitoli a schermo e quanto pronunciato.
Per ragioni legate agli avvenimenti e al complotto ordito alle spalle dei Cavalieri e dell’intero pianeta, Furia si ritrova priva di una cavalcatura; la struttura del mondo di gioco è plasmata seguendo questo concept, con aree meno estese rispetto ai prequel, da percorrere a piedi, e con una maggiore verticalità. Non mancano piccole zone segrete con oggetti utili al potenziamento della protagonista, raggiungibili solo tramite backtracking e una volta acquisito il potere necessario per superare determinati ostacoli.
Darksiders III prevede una mappa 3D riccamente interconnessa, all’interno della quale il Cavaliere dovrà cercare, combattere e sconfiggere i vari Peccati. Le aree esplorabili sono estremamente diversificate fra loro, con persino intere sezioni subacquee, per quanto l’effetto generale sia sempre quello di “già visto”: con poche, piacevoli eccezioni, il design di ambienti e creature amichevoli e ostili è classico nell’accezione più banale del termine e la stessa protagonista (così come il quarto Cavaliere, Conflitto, mostrato brevemente durante il corso degli eventi) risulta poco ispirata rispetto ai precedenti antieroi, Guerra e Morte.
Stesso dicasi per la colonna sonora, piacevole ma curiosamente timida nel farsi avanti, le cui note ricordano spesso – e fin troppo – titoli blasonati come i God of War, senza quindi riuscire a rimanere impresse dopo essere state ascoltate.
Il gameplay è senza dubbio la parte più riuscita di Darksiders III: veloce e sorprendentemente punitivo anche nelle sezioni iniziali a difficoltà standard, nel caso in cui si carichino a testa bassa le orde dei nemici senza un piano in mente. Furia avrà a sua disposizione la sua frusta e, avanzando nella storia, diverse armi secondarie legate alle Forme che imparerà ad assumere (le quali sbloccheranno a loro volta dei poteri secondari per l’esplorazione) e i cui attacchi saranno concatenabili in maniera fluida ed estremamente soddisfacente.
Anche in questo caso, purtroppo, la sensazione rimane quella di “già visto”, dato che il sistema di combo è funzionale e divertente, ma assai scolastico e i nemici, boss compresi, non riescono a sorprendere il giocatore con attacchi particolarmente originali o diversificati in fasi distinte dei combattimenti. Stesso dicasi per gli enigmi ambientali, basilari e intuitivi, che alternano una semplicità disarmante a una durata davvero eccessiva nello svolgimento, in grado di far precipitare il fattore rigiocabilità del titolo.
La durata complessiva di Darksiders 3 si attesta intorno alle 18-20 ore se giocato con calma e cercando di scoprire ogni piccolo segreto e area opzionale, per preparare al meglio Furia in previsione dello scontro finale.
Ogni singolo elemento del gioco, dal sistema di potenziamento delle armi e delle rune, proseguendo per il level up della protagonista e fino agli oggetti consumabili utili in battaglia sembra urlare all’occasione sprecata: Darksiders III appare come un pescatore a strascico di meccaniche trovate alla cieca in giro, un po’ dai Souls-like (problemi di telecamera compresi), un po’ da qualsivoglia Action–RPG degli ultimi dieci anni.
La stessa grafica non rispecchia il software di fine ottava generazione che dovrebbe rappresentare e lo stesso vale per il comparto tecnico, che nella sua build day one soffre di troppi cali di framerate, interruzioni brusche del gameplay per caricamenti intermedi delle mappe e spiacevolissimi crash, accompagnati da checkpoint mal gestiti e con tutto il potenziale di trasformare un’esperienza godibile in un agglomerato di frustrazione e… Furia.
Darksiders III è una tremenda occasione sprecata per riportare in auge un franchise a dir poco promettente, un gioco che sembra essere arrivato sugli scaffali più per dovere che per altro. Gli appassionati del genere e gli affezionati alla saga lo troveranno senza dubbio godibile, per quanto sottotono, ma il full price e le edizioni da collezione esose sembrano voler ostentare un livello qualitativo e produttivo che, oggettivamente, non ci sono.
Pro
- Le avventure dei Cavalieri sono sempre affascinanti
- Per semplice che sia, Furia è un personaggio interessante
- Il gameplay diverte e trasmette un buon feedback al comando
- Il mondo di gioco è interconnesso e con tanti, piccoli segreti
Contro
- Battaglie ed enigmi ambientali ripetitivi
- Design non sempre all'altezza
- Tecnicamente poteva esser fatto un lavoro migliore
- La componente GDR del secondo Darksiders è quasi del tutto scomparsa